martedì 20 novembre 2018

Rifiuti solidi urbani: "No all'incenerimento sì al recupero integrale delle materie prime..." Questa la risposta bioregionalista al governo giallo-verde


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Ante Scriptum - Si auto-definisce “governo del cambiamento”, questo giallo-verde, ma in merito al problema rifiuti sembra ancorato al vecchio sistema consumista inquinante e distruttivo.  Parafrasando Furio Camillo vorrei dire: “Non con l'incenerimento si bonifica l'Italia ma con il recupero integrale delle materie prime e con la diminuzione della produzione RSU”.  
    

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“Rifiuti: opzione zero”. Questo il dogma sottinteso nel libro "Profumo d'Italia" del bioregionalista  Fulvio Di Dio,  il quale ha indicato i modi per uscire fuori dall'emergenza continua.

“Rifiuti: opzione zero!”. Negli ultimi trent'anni ed anche più ho costantemente combattuto per ottenere questo risultato... ho studiato le problematiche legate alla gestione dei rifiuti, con un’attenzione particolare ai pericoli derivanti dall’incenerimento ed alle alternative  più sicure e più sostenibili.

E qui ripeto che occorre far entrare nelle maglie della consuetudine culturale l’idea che “non esiste altro posto che questa Terra in cui possiamo vivere e di conseguenza è meglio mantenerla pulita e vivibile” A volte esperimenti encomiabili son stati avviati, come ad esempio “l'avvio della raccolta differenziata”, ma sono iniziative senza risultati sostanziali. Tant'é che il reale  riciclaggio è praticamente assente...

Eppure se non risolviamo il problema dei rifiuti a monte... nessun "termovalorizzatore" potrà salvarci, dico questo con tristezza, ma è la pura verità....

Se si facesse partire un sistema di recupero e riciclaggio al 100% dei RSU, considerandoli materie prime, ecco che l'economia troverebbe il volano di una ripresa immediata. Si creerebbero nuovi posti di lavoro, si risparmierebbe sulle materie prime, non sarebbe più necessario importare metalli qui da noi rari (come l'alluminio), etc. si risparmierebbe sulla costruzione di discariche ed inceneritori che sono in fondo solo bombe ad orologeria, etc....

Il primo passo, comunque,  deve essere quello della diminuzione nella produzione dei rifiuti, ritornando al sistema di riuso dei vuoti e alla proibizione degli involucri e degli imballaggi in plastica, tra l'altro anche in considerazione del continuo aumento del costo del petrolio, della sua crescente penuria e dell'inquinamento ambientale ad esso collegato... 



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Insomma,  serve uno scatto di reni e di cervello e non l'accettazione dei termovalorizzatori che producono poca energia ad altissimo costo ed hanno il solo vantaggio di far sparire dalla vista i rifiuti, ma non le sostanze velenose che restano nell'aria o diventano polveri residue tossiche altamente inquinanti e che richiedono un trattamento ed una conservazione come quella delle scorie nucleari.

Nelle grandi città italiane,  con la situazione delle discariche al pieno, c’è il rischio di voler risolvere il problema dei rifiuti urbani (in perenne emergenza) con il sistema “terminator” che porterà inevitabilmente alla creazione di una serie di nuove discariche ed inceneritori. Le residue aree verdi  diverranno una pattumiera gigante o terra bruciata.  


Si tratta solo di scegliere se si vuole l’inceneritore o la discarica?

No,  se vogliamo che la vita continui nel nostro territorio asfissiato dai fumi e dalle puzze non possiamo pensare di risolvere con questi metodi il problema dei RSU. L’incenerimento, già lo sappiamo, è fonte di inquinamento pesantissimo ed inoltre è diseducativo dal punto di vista della salvaguardia delle risorse.

Non si può continuare a tappar buchi aumentando sempre più la piaga. Da qualche parte occorre iniziare per fermarsi e lanciare un segnale positivo  per un "vero" cambiamento!

Paolo D’Arpini 




Coordinatore della Rete Bioregionale Italiana - bioregionalismo.treia@gmail.com





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P.S. Inoltre va considerato che la battaglia contro il consumismo e gli sprechi energetici deve partire dalla casa di ognuno, dalla consapevole e personale azione di ognuno di noi. Non posso far a meno di affermare che se non iniziamo da noi stessi il processo del “ritorno” all'ecologia profonda ed al bioregionalismo non decolla… (P.D'A.)

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