Attraverso le analisi del Big Data, Mauro Rosati, il direttore generale della Fondazione Qualivita sintetizza così i risultati della prima ricerca sperimentale che associa i dati economici e sociali del comparto con le conversazioni digitali sul web e offre il primo report delle informazioni digitali sul food made in Italy. Dall’analisi della “nuvola” emergono significative ricadute sulla crescita culturale, turistica e sociale del Paese. Ad oggi infatti sugli 882 prodotti Food e Wine IG sono 501 quelli con un sito ufficiale (nel 2016 erano 412, per una crescita del +22%), mentre 420 hanno almeno un profilo social (contro i 268 del 2016, per un +60%). Quel che conta è “il lavoro in rete che stanno facendo consorzi e singoli produttori che permettono di fare una promozione di sistema del cibo made in Italy”.
“Non si parla solo più di tradizione” ma anche di “arti, architettura, storia e ambiente ma anche di saper fare e della conoscenza generale di una comunità”. Non è un caso, allora, che le aziende Ig siano in prima linea “con azioni che spaziano dalle ricerche scientifiche che migliorano l’impatto dei metodi di produzione agli studi per l’educazione alimentare e la salute dell’uomo, passando per il sostegno alle più significative attività ricreative delle comunità territoriali bioregionali”.
Luigi Campanella - A.K. Informa N. 21
Calcata. Circolo Vegetariano VV.TT. - Foto La Città.EU
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