sabato 19 marzo 2016

I pesticidi alterano capacità di apprendimento delle api... ma anche dei bambini

I pesticidi alterano la capacità di apprendimento delle api... ma non solo, anche le capacità intellettive  dei nostri figli decrescono ed essi  hanno sempre più bisogno di insegnanti di "sostegno".

Intanto api e bombi sono in aumento in G.B. grazie a programmi agro-ambientali... mentre in Italia coi fondi europei ci sovvenzioniamo l'acquisto di Pesticidi e Disseccanti. (Giuseppe Altieri)


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L’esposizione a pesticidi comuni usati nell’agricoltura intensiva può compromettere la capacità di apprendimento delle api e di altri insetti cruciali per l’impollinazione delle colture. A sostenerlo è un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata Functional Ecology, condotto da un’équipe di ricercatori dell’università di Guelph in Canada.
Lo studio coordinato dal docente di scienze ambientali Nigel Raine ha valutato l’impatto dei neonicotinoidi sulle api. Gli esperti hanno esaminato la capacità di apprendimento degli insetti esposti a livelli bassi di pesticidi, confrontandola con quella degli insetti non esposti agli insetticidi. Dall’analisi è emerso che le api esposte al neonicotinoide thiamethoxam tendono a estrarre una quantità maggiore di polline dai fiori, ma impiegano più tempo per svolgere il compito.
Inoltre i fiori scelti dalle api esposte ai pesticidi variano rispetto a quelli individuati dagli insetti impollinatori non esposti ai neonicotinoidi. Le api del gruppo di controllo sono riuscite a operare su fiori dalla struttura più complessa dopo un numero inferiore di visite. Gli scienziati si dicono allarmati dai risultati dello studio:
Le api si affidano alla loro capacità di apprendimento per individuare i fiori migliori e trovare i metodi più efficienti per estrarre il nettare e il polline.
L’esposizione ai pesticidi può compromettere questa abilità, mettendo a rischio servizi di impollinazione essenziali per la tutela della biodiversità e per l’agricoltura.
Lo studio dell’Università di Guelph non è il primo a indagare l’impatto dei pesticidi sulle api. Negli anni scorsi diverse ricerche hanno evidenziato un’associazione tra il declino nella popolazione di api e l’uso massiccio di pesticidi nei campi. L’esposizione agli insetticidi è stata collegata a cambiamenti nel cervello delle api, responsabili di gravi danni per la memoria e l’apprendimento.
I risultati allarmanti di questi studi hanno spinto gli ambientalisti e le associazioni di agricoltori biologici a chiedere alle autorità la messa al bando dei neonicotinoidi. Gli stessi scienziati invocano da tempo il finanziamento di studi indipendenti su larga scala per chiarire il legame tra il declino delle api e l’uso dei neonicotinoidi nei campi

Api e bombi in aumento in GB grazie a programmi agro-ambientali....


bombi sono tra gli insetti impollinatori più importanti ed utili per l’uomo: ma il loro numero è in drastico calo, a causa delle tecniche di coltivazione intensiva e dell’uso dei pesticidi.
Per riparare al grave danno causato dalla diminuzione e dall’eventuale estinzione dei bombi molti Paesi sono corsi ai ripari proponendo agli agricoltori dei programmi agro-ambientali per il ripopolamento.
Così ha fatto il Regno Unito, che ha introdotto due livelli di protezione: l’Entry Level Stewardship (ELS), aperto a tutti gli agricoltori, e l’Higher Level Stewardship (HLS), che ha fornito invece maggiori ricompense finanziarie per i regimi più rigorosi.
Pur essendo tra gli impollinatori più importanti, i bombi sono in calo in tutto il mondo: delle 25 specie presenti nel Regno Unito due si sono estinte, mentre altre otto specie si stanno riducendo in modo graduale ma sostanziale dal 1940.
Secondo una ricerca condotta da alcune aziende del West Sussex e dell’Hampshire, in collaborazione con l’Università del Sussex, sembra che uno dei due programmi abbia dato risultati evidenti, l’HLS. Secondo i dati dei ricercatori, che hanno analizzato le popolazioni di api e bombi per due anni, c’è stato un netto aumento dei bombi in quei territori che avevano applicato l’Higher Level Stewardship.
Non solo dunque una maggiore frequentazione di quelle zone da parte degli insetti, ma un vero e proprio ripopolamento. Thomas Wood, ricercatore dell’Università del Sussex, ha spiegato:
L’obiettivo dello studio era capire se l’applicazione dei programmi, con delle zone dedicate a piante specifiche, fosse solo un incentivo per una maggiore presenza di api e bombi oppure permettesse un vero aumento della popolazione.
Tuttavia, hanno precisato i ricercatori, non tutte le specie di bombi hanno visto un aumento della popolazione così rapido: questo è successo in particolare tra le specie più comuni come il Bombus hortorum, il Bombus terrestris, il Bombus lapidarius.
Per le specie più rare, Bombus ruderatus, l’aumento è stato più contenuto a causa dell’abitudine di questa specie di non allontanarsi troppo dal nido per cercare il cibo. Wood ha concluso:
Le strisce di fiori nelle aziende agricole potrebbero essere troppo rade, oppure posizionate male, per permettere anche alle specie più rare di aumentare: in particolare per quelle che non sono in grado di coprire distanze molto ampie. Queste specie rare potrebbero essere aiutate, applicando i programmi nei terreni vicino le colonie già esistenti e migliorando la qualità delle striscie di piante e di siepi adatte al loro foraggiamento.

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