Papaji Poonja - Lucknow
Ebbene sì, non viaggio più, o almeno non fisicamente.
Ormai da parecchi anni ho smesso di spostarmi e mi limito a ricevere i viaggiatori. Con questo metodo posso tranquillamente dedicarmi agli affari miei ed allo stesso tempo ricevere novità ed informazioni dal mondo spirituale….
Tra i miei ospiti più graditi vi sono Upahar Anand (al secolo Nigel Quigly) e Venu (al secolo Lidia Ceccaia), una coppia santa che soggiorna l’inverno in India e torna in Italia per l’estate (beati loro che possono permetterselo). Venu, che significa flauto, ha ricevuto il nome da Papaji di Lucknow, uno Jnani alquanto famoso (un diretto discepolo di Ramana Maharshi) che la santa coppia di amici era solita visitare, prima che lasciasse il corpo (6 settembre 1997).
Upahar è da me percepito come un fratello spirituale. Lui ha vissuto a Tiruvannamalai ininterrottamente per diversi anni ma io lo conobbi solo nel 1983 a Jillellamudi, dov'eravamo entrambi ospiti di Anasuya Devi, la nostra madre spirituale. Quello era l'anno in cui Amma avrebbe lasciato il corpo e c'era una grande energia soffusa in tutto il luogo e per tutto il tempo che risiedemmo alla sua presenza. Poco prima della dipartita Amma volle organizzare una grande festa che durò parecchi giorni, con numerosi eventi, puja, bhajans, cerimonie, recite sacre, bandharas, e soprattutto il canto ininterrotto di "Jaya Ho Mata Sri Anasuya Rajarajeswari Sri Paratpari" il mantra dedicato alla Grande Madre, che lei stessa incarnava. Durante quei giorni passai ore ed ore, a volte anche intere nottate, cantando assieme ad Upahar, lui suonava la chitarra ed io accompagnavo il canto con tamburelli e cembali. In quel modo si cementò una fratellanza spirituale fra di noi e per questo anche negli anni successivi continuai ad incontrarlo, durante i miei viaggi in India.
Finchè Upahar, per motivi burocratici, dovette lasciare l'India ma la buona sorte volle che nel frattempo si fosse fidanzato con Venu, che è originaria di Riccione, egli iniziò così a trascorrere sei mesi sulla costa romagnola e sei mesi a Tiruvannamalai. Ogni anno prima della partenza ed al suo ritorno ci siamo incontrati, trascorrendo assieme alcuni giorni. Questa consuetudine è continuata anche da quando abito a Treia, infatti lo scorso anno venne qui a cantare bhajans, durante la Festa dei Precursori e lo attendo pure quest'anno.
Di tanto in tanto Upahar mi spediva dall'India alcuni libri che gli chiedevo, soprattutto alcuni su Ramana Maharshi. E proprio in uno di questi libri lessi di Sri Poonja di Lucnow, discepolo di Ramana, alla cui presenza Upa e Venu avevano trascorso diverso tempo.
Io sono una specie di San Tommaso e qualche volta ho avuto dei “dubbi” sulle loro esperienze ed in una lettera espressi alcune incertezze relative a quanto affermato in certe occasioni da Papaji. Ed ecco cosa mi rispose Upahar:
“Yes I can undestand your “doubts” about Papaji words, I have the same feeling (about everyone!). But that will always be so, as long as there is a trasmission in words, and the apperent duality of master and disciple. I may say that the presence (sannidhi) of Papa, as of Osho (who could be very doubtfull..!) is always prior to, and trascending, anytingh wich could be sayd… as you know… but naturally all that is very subjective and mysterious! How poor words are! When I reflect on the eternal silence of Ramana Maharshi, the vast embrace of Amma Anasuya… forever vibrating and shining in the heart, putting forth every moment new flowers and fragrances into the uncknow, with nothing to “undestand” or “interpret”…. Remembering this, in gratitude, all the joys and pains of body and mind fade into insignificance. One continue to live according to one’s nature and destiny, wacthing the divine comedy unfold, sometimes identified with one’s role in the play … sometimes quietly smiling at all of it… sometimes overflowing with songs of love… Allelujah! Over the page I have translated a few words from a “satsang”.. so excuse any mistakes”
Quelle che seguono sono parole di Papaji tradotte in italiano che Upahar mi ha riportato.
“La compassione è un gioiello che adorna un essere libero, non puoi praticare questa compassione perché è la tua vera natura. Questa compassione potrebbe incarnarsi come un essere umano, come un Bodhisatva, ma non è nient’altro che il tuo Dharma che sorge quando si dissolve il senso dell’ego personale. Lascia che tutti partecipino della tua gioia, non essere avaro. Non trattenere nulla per te. Ama tutto, non importa quello che succede, ed onora tutto perché questo tutto è la tua proiezione. Non disturbare nessuno e non permettere che alcuno disturbi te. Stare in pace, questo è il tuo compito. Quanto sarebbe bello questo pianeta se tu fossi in pace con te stesso. Se vuoi dare qualcosa al mondo dai ciò che sei: pace e felicità. Per dare pace e felicità tu devi esserlo. Non parlare di “verità” semplicemente condividi l’amore e la felicità perché il dono più grande è una mente vuota, anche se non dici nulla il tuo silenzio si spargerà su tutta la terra. Seduto quietamente usa il tempo che ti rimane di stare in questo corpo per abbracciare tutti gli esseri, non è un’intenzione è una resa naturale. Tu sei solo uno strumento, dissolvendo te stesso ti prendi cura del mondo. Tu sei amore, quando c’è amore tutto il resto sparisce. Passare il tempo seguendo altri fini è solo un posporre, la cosa più facile è essere qui, in questo amore, tutto il resto è artificiale. Celebra la tua creazione, tu sei seduto nel cuore di tutti gli esseri e loro nel tuo. L’amore ama sempre, senza di esso non puoi respirare. L’amore è meditazione, il centro senza frontiere…. Non c’è alcun sentiero che conduce all’amore, non lo puoi imparare. Il cuore, in questo stesso momento, è la verità. Eccola, eccola qui, e tu lo sei!”
Quale viatico migliore potrei chiedere per il mio “viaggio” da fermo?
Paolo D’Arpini
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Davanti all’Uno
Diventerai l’Uno.
Perditi, perditi.
Scappa dalla nera nube
Che ti circonda.
Allora vedrai la tua stessa luce
Radiosa come la luna piena.
Ora entra in quel silenzio.
E’ il modo più sicuro
Di perderti…
Che cos’è la tua vita, d’altronde?
Nient’altro che un lottare per essere qualcuno,
nient’altro che uno scappare via dal tuo stesso silenzio.
Rumi
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"Non fare domande, qui non troverai risposte. Se vuoi risposte cerca dentro di te... cerca chi sei... quando ti sei trovato poniti la domanda...." (Papaji Poonja)
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