domenica 28 ottobre 2012

Viaggio bioregionale a Terra Madre, per salvare i nostri semi - Racconto di Teodoro Margarita



A Torino, da Asso, a Terra Madre, un venerdì autunnale.... 



Ecco, cari amici, riesco a narrarvi solamente in forma di diario soggettivo questa nostra avventura a Torino, ne siamo stati coinvolti, io, Alice e Jacopo, miei soci e fratelli seedsavers e riabitatori di un vecchio borgo, Fraino, qui ad Asso e quindi al pari di me, bioregionalisti a tutti gli effetti. 

Siamo voluti andare a Torino, questo venerdi 26 ottobre 2012, a sentire Vandana Shiva ed altri, tra i quali il nostro presidente, Alberto Olivucci. Noi militiamo in Civiltà
Contadina da una decina d'anni, e, dopo queste frenetiche settimane di discussioni, dibattiti in tutta Italia ma noi vi abbiamo preso parte con passione qui in Lombardia, tra Milano e Bergamo e confrontandoci con realtà di tutta la penisola, questo ottobre è stato fecondo, intenso, ricco, davvero nel nostro Paese mai si è assistito ad un pullulare così vivace ed articolato di iniziative sulla biodiversità.


Vandana Shiva è la fisica indiana autrice di innumerevoli opere sul tema con un credito che le è universalmente riconosciuto, ella ha lanciato la settimana per la libertà del seme ed ha trovato una eco più vasta del nostro solito cerchio di addetti ai lavori.

Ci tenevamo proprio a sentirla di persona ed assieme al rappresentante italiano dei salvatori di semi, il nostro Alberto, ed altri di diverse parti del mondo, ci è parsa la cosa più giusta e naturale.

Così, dopo aver chiesto tutti i permessi necessari alla mia scuola, siamo riusciti a partire, in auto, viceversa Torino, il convegno era alle 15.00, sarebbe risultata irraggiungibile.

Caricati di semi, di buona verdura e frutta biodiversa dei nostri orti di Cranno e Fraino, siam partiti alla volta di Torino: acqua e nebbia, un clima autunnale classico e padano ci ha accompagnato tra il nostro Comasco e il Piemonte, tante le cose che avevamo da dirci e , voilà, Torino!

Avevamo appuntamento con una serie di persone ed associazioni e non speravamo di incontrarle tutte: SlowFood e di questo gli va dato atto, ha riunito tutti e siamo riusciti ad abbracciare, a consegnare o ricevere da ciascuno i semi, l'intervista o gli accordi per essa, i materiali promessi.

Eh, si, non era solamente per Vandana Shiva, c'erano gli amici della Val di Susa, associazione Etinomia con i quali accordarci per una nostra collaborazione con loro da seedsaver, c'era da trovare qualcuno di Kokopelli, la nota associazione francese ed internazionale al centro della discussa e disgraziata sentenza sui semi non registrati e
la loro non commercializzazione, c'erano gli amici campani della Comunità del cibo del Cilento con i loro grani antichi e c'era anche altro.

Miracoli della tenacia e della fortuna, ma noi non potevamo saperlo, in partenza, saremmo riusciti ad incontrare tutti, anche per qualche minuto solamente, purtroppo, ma almeno, ci siam visti.

La sala del convegno, la Sala azzurra era già strapiena, traboccante di gente seduta anche per terra, il convegno era già iniziato da una mezz'ora, solamente per parcheggiare a momenti ci abbiamo messo più tempo che per arrivare da Asso a Torino. Abbiamo steso il nostro drappo storico a terra e disposto le nostre buone verdure ed i semi in modo acconcio, subito suscitando la curiosità degli intervenuti.

Quando ha finito il suo magnifico intervento, Alberto ci ha esaltato ed è stato chiaro ed umano, abbiamo impugnato il nostro drappo e levando verso l'alto i nostri lunghi tagete minuta, gli abbiamo, in piedi sulle sedie, gridato tutto il nostro appoggio: i seedsavers italiani ci sono!

E' toccata la parola a Bastien, contadino bretone di Tryptoleme, Reseau des semences paysannes, bravissimo, poi Marcello Buiatti, un genetista "pentito" uno di quelli che, ci ha riferito lui, per tutta la vita ha cercato di ridurre il patrimonio immenso della biodiversità "ad unum" , insomma questo qui ha lavorato ad uccidere la ricchezza del patrimonio naturale dell'umanità, ad individuare la pianta "magica" risolutrice di ogni problema, condannando, ovviamente, tutte le altre all'estinzione, ci siam tenuti calmi, io ed Alice e Jape, ce lo dicevamo "Quieti, tranquilli." ma, già, quello lì era un pentito, fino a un certo punto.

Vandana Shiva, quante ne abbiamo sentite su di lei, anche vere e verificate, ma non ci è importato: è stata veramente grande. Il prestigio che si è acquistata le deriva dalla grande, incomparabile conoscenza scientifica e da una visione alta delle cose, lei non ha paura di aggredire moralmente Monsanto e gli altri artefici degli sconquassi e delle tragedie umane che celano le paroline "Ogm", brevettare il vivente e simili diaboliche invenzioni. 


Ci ha ricordato, noi speravamo lo facesse, le decine di migliaia di suicidi dei contadini indiani dovuti all'acquisto delle sementi contenenti il gene Terminator, sterilizzante, Vandana ha ribaltato le accuse alle multinazionali: queste , inserendo pezzetti di gene a caso nel dna dei semi poi pretendono che questi semi gli appartengano e citano per
danni i contadini che non gli pagano i "diritti", ma quali diritti?


Sono le multinazionali a dover risarcire i contadini per averli
imbrogliati, schiavizzati, massacrati e sottomessi in nome di questa "scienza" malvagia che punta dritto al profitto e passa volentieri sopra i cadaveri di milioni di desplazados, di profughi ambientali di tutti il sud del mondo. Erano cose che, noi, addetti ai lavori, sapevamo, sentirli in quella sede davanti a centinaia di persone ci ha commosso. 


Tra gli altri relatori, una signora Iraniana, un orticoltore friulano, ma avevano parlato prima, purtroppo e ce li siam persi.

Per ultimo, ormai erano le 17.00, la moderatrice di Slow Food ha ritenuto , dopo averlo chiamato al microfono, al nostro amico di Kokopelli France, Jacques Debaud, unico intervento non in programma, per invitarlo a relazionare sulla sentenza della Corte di giustizia europea che ha, ribaltando una sentenza che, molto stranamente, era stata assolutamente positiva in gennaio, ha condannato i seedsavers transalpini nella loro vetenza contro la ditta sementiera Baumaux Sas. Jacques ha insistito, in italiano, che conosce bene, nella assurdità di questa corte che muta posizione nel volgere di pochi mesi: cosa si cela dietro questo voltafaccia?

Kokopelli non ha dubbi: sono state le attive lobbies dei sementieri, le quattro o cinque multinazionali che detengono il mercato della vita al mondo a condizionare questa decisione. 


Al termine dei lavori abbiamo salutato ed abbracciato tutti, siamo andati a regalare i nostri semi e frutti ed un fiore arancio, una bella tithonia, a Vandana Shiva.

Salutato Alberto, aveva un treno in partenza, abbiamo preso contatti e scambiato materiali ed indirizzi utili, abbiamo abbracciato Jacques, ci conoscevamo da anni, insomma, non eravamo "spettatori" siamo stati dentro l'evento con partecipazione totale.

Tanta gente ha voluto conoscerci, la sala è rimasta ancora piena per un autografo, un saluto, un abbraccio.

Poi, avendo pur pagato 20 euro a testa per entrare, abbiamo deciso di visitarci questo immenso Lingotto adibito a sede di Terra Madre, si badi bene marchio brevettato, ed il Salone del gusto.

Slow Food è diventato una potenza, una organizzazione mondiale con ramificazione ovunque, un'immagine ed un brand forte e riconoscibili: tra contraddizioni stridenti come lo sponsor Fiat o Canon o Kenwood, tra Lavazza e Lurisia e le loro scintillanti hostess e i contadini del Bhutan o i pescatori filippini, una bella differenza! 


Tutti assieme appassionatamente, abbiamo cercato di comunicare con contadini thailandesi a proposito della loro bella varietà di riso ed altre radici e spezie, il volonteroso ragazzo con la pettorinia Slow Food non era in grado di darci le risposte che cercavamo, peccato, dobbiamo dare atto a Solw Food di averci dato la possibiltà di avvicinare e conoscere, toccare con mano, in una volta sola, una indigestione colossale di biodiversità umana e vegetale planetaria delle realtà e degli individui, senza dubbio alcuno, tra i molti furbi, specie tra gli Europei, anche realtà e persone di uno spessore notevole. 

Io penso a certi anziani Peruviani stretti nel loro scialle, credo che si sentissero come noi, abituati a stare nei campi, al massimo le pareti di un'aula, sotto queste volte artificiali di questa fabbrica immensa.

Anche al ritorno, tra noi, Alice e Jacopo ed io, abbiamo ragionato e riflettuto, certamente Slow Food tra incassi dei biglietti, sponsorizzazioni massicce, partner istituzionali in quantità, introiti dagli stand commerciali, tantissimi del Salone del Gusto, ha ampiamente  dimostrato di saper muoversi nel mondo del business, eppure, noi che una cosa così non sapremmo e non vorremmo mai organizzarla, abbiamo goduto della possibilità di vedere e abbracciare
tanti nostri amici, allacciare tante proficue relazioni, c'è da
ragionare a lungo, Carlin Petrini ha tirato dal cilindro un coniglio transgenico, troppo cresciuto o è un genio e sarà il salvatore della campagna italiana? 


Noi non vogliamo dare la risposta, eravamo affezionati al suo amico-rivale Gino Veronelli che alla compagnia della Fiat preferiva gli Anarchici ed il Leoncavallo di Milano al Lingotto,
altra tempra, altra persona, tutt'altro progetto. Gino ci mancherà sempre, il Carlin è qui, dobbiamo, senza piaggerie ma anche senza criminalizzazioni fuori luogo, farci i conti. 


Se si vuole uscire dal ghetto, se si vuole avvicinare un pubblico più vasto occorre farci i conti. Stare solamente tra duri e puri ed ammirare il nostro santo e meraviglioso ombelico non mi pare ci abbia portato lontano, d'accordo,
la Fiat non è una succursale di Emergency e tratta gli operai
esattamente come i padroni delle ferriere, il suo attuale A.D.
volentieri li vorrebbe servi della gleba, schiena spezzata e curvi alla catena, come sponsor è quantomeno discutibile, ecco, noi ci siamo stati a Terra Madre, terremo conto di quanto abbiamo visto e sentito, questo evento ci ha offerto delle opportunità, le abbiamo colte, a voi di giudicare, se volete.

Teodoro Margarita



Referente Seedsaver per la Rete Bioregionale Italiana e socio fondatore in Lombardia di Civiltà Contadina.

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