domenica 28 ottobre 2012

Kalåpa, diluizioni illusorie che danno il senso di continuità allo spazio tempo

Il Mullah Nasruddin che cavalca all'indietro


Il Buddha rese noto ai suoi discepoli che ogni cosa che esiste nell’universo, animata o inanimata che sia, è composta di kalåpa (entità molto più piccole di un atomo), che collassano simultaneamente col loro venire all’essere. Ogni kalåpa è una massa formata dagli otto elementi naturali, ossia pathavi, åpo, tejo, våyo, vanna, gandha, rasa, ojå (ovvero solidità, liquidità, calore, moto, colore, odore, gusto e nutrimento).

I primi quattro sono qualità materiali predominanti in un kalåpa, gli altri quattro sono meramente sussidiari e dipendono e sono originati dai primi quattro. Un kalåpa è la più minuscola particella sul piano fisico, ben oltre la portata della scienza di oggi.


È solo allorché gli otto elementi naturali che hanno solo la caratteristica del comportamento si presentano assieme che si forma l’entità di un kalåpa (la più minuscola particella sul piano fisico). In altre parole, la coesistenza per un momento di questi otto elementi naturali di comportamento dà origine a una massa solo per quel momento che nel buddhismo è conosciuta come kalåpa. La grandezza di un kalåpa è circa 1/46656mo di una particella di polvere caduta dalla ruota di un carro nell’estate dell’India. La vita di un kalåpa è un momento e c’è un miliardo di tali momenti nel battito di ciglia di un essere umano.


Questi kalåpa sono tutti in uno stato di perpetuo cambiamento o flusso. Uno studente avanzato nella meditazione vipassanå può percepirli come un flusso di energia. Il corpo umano non è un’entità come sembra ma il continuum di un composto di materia (ru–pa) coesistente con la forza vitale (nåma).

Andrea Sgariglia



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Mio commento: 

... direi che dal punto di vista nondualistico  della spiritualità laica qui si parla solo di  Artha Wada ("materiale aggiunto"), ovvero di illazioni fantasiose per spiegare la ipotetica realtà del mondo fisico e psichico.  La stessa cosa avviene con la teoria espansionista del Big Bang o quella creazionista graduale. Tutti gli insegnamenti in tal senso son frutto di una  speculazione mentale  tesa  a corroborare l'esistenza di una continuità spazio temporale diluita in segmenti. Dal più piccolo al più esteso.  Ma l'eterno e l'infinito, interpretati in questo modo, restano immagini all'interno di una mente finita, Nama-Rupa (nome-forma),  appunto!   Ed inoltre ogni elucubrazione sulla manifestazione ha bisogno della "consapevolezza"  per essere percepita e descritta ed è ovvio che il percepente consapevole (Sé) è alla radice dell'osservazione effettuata. Per cui nell'autoconoscenza ogni discorso di questo tipo è  inutile (se non fuorviante).  Paolo D'Arpini

Per un approfondimento "empirico" consiglio la lettura del seguente articolo:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/02/11/albert-einstein-ed-il-grande-mistero-dello-spazio-tempo-che-non-esiste/

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Commento di Vincenzo Toccaceli: "A proposito  della condivisione  del Buddha  (non è stato aperto il cuore)  tutto ciò che parte da questo cuore e per un altro cuore........ se c'e'!  Qui anche se assemblati, solo assemblati uno sull'altro,  ci sono due capolavori pratici per trasformare la mente al solo guardarli! Con gli occhi del cuore! Osservare  sine cogitatio: Sono a dx di Babaji, egli ama molto fare la maglia  lavorare ai ferri. Come ogni brava Madre! Om Namah Shivaya!



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