Nel
2006 ogni cittadino dell'Unione europea consumava 390 metri quadrati
di suolo, vale a dire 15
metri quadrati in più rispetto al 1990. La situazione oggi è drammatica....
Circa
il 2,3% del territorio europeo è ricoperto da cemento. Il dato emerge dal rapporto
'Overview on best practices for limiting soil sealing and mitigating its
effects', presentato dalla Commissione Europea. Dai
mille chilometri quadrati stimati nel 2011 dalla Commissione Europea
(estensione che supera la superficie della città di Berlino) circa 275 ettari al giorno
(1990 e il 2000), si è passati ai 920 chilometri
quadrati l'anno (252
ettari al giorno) in soli 6 anni (2000 - 2006). Il
risultato è che nel 2006 ogni cittadino dell'Ue consuma 390 metri quadrati
di suolo, vale a dire 15
metri quadrati in più rispetto al 1990. Di questi 390,
circa 200 metri
quadrati sono effettivamente impermeabilizzati, coperti
da cemento o asfalto, per un totale di 100mila km (2,3%).
L'Italia,
con il 2,8% di suolo consumato, risulta oltre la media europea (2006). L'impermeabilizzazione di per sè,
ricorda l'Europa, diminuisce molti degli effetti benefici del suolo. Ad
esempio, riducendo l'assorbimento di pioggia, in casi estremi impedendolo
completamente, si avranno una serie di effetti diretti sul ciclo idrologico e
indiretti sul microclima, producendo un aumento del rischio inondazioni. Non a
caso, infatti, il Reno, uno dei maggiori fiumi d'Europa, ha perso, 4/5 delle
sue pianure alluvionali naturali e Londra il 12% dei suoi giardini in soli 10
anni, sostituiti da circa 2. 600
ettari di manto stradale.
Ancora, impermeabilizzando un ettaro di
suolo di buona qualità con elevata capacità di ritenzione idrica (4.800 metri cubi ),
si riduce in modo significativo anche l'evapotraspirazione. L'energia
necessaria per far evaporare quella quantità di acqua, equivale al consumo
energetico annuo di circa 9mila congelatori, quasi 2,5 milioni di kwh. In
termini economici, supponendo che l'energia elettrica costi 0,2 Eur/kwh, un
ettaro di suolo impermeabilizzato comporterebbe una perdita di quasi 500mila
euro. Inoltre, l'espansione
urbana e la cementificazione delle aree agricole pongono problemi anche sulla
sicurezza e l'approvvigionamento alimentare. Tra il 1990 e il
2006, 19 Stati membri hanno perso una capacità di produzione agricola complessiva
pari a 6,1 milioni di tonnellate di frumento (l'1% del loro potenziale
agricolo, circa 1/6 del raccolto annuale in Francia, il maggior produttore
d'Europa).
(Notizia ADNkronos)
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