giovedì 27 giugno 2013

La Tuscia maglia nera per avvelenamento dei campi


Il danno alla vita nel pianeta che fanno certi "bravi" agricoltori.

Mentre in tutt'Europa si è in iniziato a ridurre drasticamente l'uso di pesticidi e di diserbanti in agricoltura, in Italia e in particolare nel viterbese invece questo uso è cresciuto. 

Tra gli agricoltori che inquinano aria, acqua e suolo in Italia ci sono in parte anche i coltivatori di nocciole del viterbese che, nonostante appelli e dimostrazioni scientifiche dell'inutilità dell'abuso ed uso di sostanze chimiche nei terreni, continuano indisturbati ad usare ogni tipo di fitofarmaco e diserbante. Inspiegabile è poi il comportamento di alcuni proprietari di castagneti del viterbese i quali, invece di usare gli antagonisti naturali al cinipide, un insetto quest'ultimo che danneggia i castagni, "ubriacano" terreni ed alberi con altri veleni chimici. 

Il paradosso sta nel fatto che questi veleni sono stati irrorati anche in castagneti dove erano stati liberati gli insetti predatori del cinipide..... segno quest'ultimo di una grande "intelligenza contadina".....  

Sta di fatto ora che le grandi industrie dolciarie che utilizzano soprattutto le nocciole del viterbese e in parte anche e castagne della Tuscia, cominciano a preoccuparsi dell'eventuale presenza di metalli pesanti, derivati dai fitofarmaci, che si potrebbero trovare all'interno dei frutti. Un' eventuale denuncia da parte di qualche organizzazione a tutela dei consumatori sul rischio nocciole o castagne inquinate da prodotti derivati dall'uso di pesticidi e diserbanti, potrebbe allertare le grandi industrie alimentari e bloccare l'acquisto di nocciole e castagne inquinate. Il che sarebbe un crollo delle economie locali.

Su questa eventualità gli agricoltori del viterbese comincino a pensarci seriamente.... e, finalmente, a convertirsi all'agricoltura biologica o ecosostenibile.


La morte delle api e degli altri insetti impollinatori potrebbe essere l'inizio della fine dell'uomo e questo solo per la cecità degli stessi uomini.

Filippo Mariani


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