martedì 11 febbraio 2014

Treia. Riempire le buche e finirla lì con l'obbrobrio paesaggistico dell'attracco meccanizzato. ...


Treia. Campagna vista fra le colonne 
(per evitare la vista dei pannelli fotovoltaici a terra)  

C'è una frase bellissima nella poesia di Holderlin dedicata al mare: "il tempo non disegna rughe sulla tua fronte azzurra.."

Il senso è che, malgrado i cambiamenti delle coste, lo sprofondare di isole ed il distaccarsi di continenti, la bellezza del mare, in quanto espanso, è rimasta integra, sempre giovane... La stessa cosa potrebbe dirsi della terra, anch'essa subisce erosioni e smottamenti, innalzamenti e cadute... ciò che in alto sale poi in basso scende... in questa danza è disegnata tutta la magia dell'orografia terrestre, 

l'ambiente naturale è bello perché tale.
Di solito sono degli incidenti, dei terremoti guerre o simili che
distruggono una parte della nostra storia... ma che dire quando ciò avviene volontariamente nel tentativo maldestro di "modernizzare o migliorare l'ambiente urbano"?

C'è un proverbio che dice "il meglio è nemico del bene..." e lo trovo estremamente vero e saggio. Forse Luigi Santalucia, ex sindaco di Treia, che ha iniziato i lavori dell'attracco meccanizzato prima di dimettersi, dovrebbe conoscerlo, o forse no!?  Distruggere un sentiero urbano nel verde che
è una parte della visione memorizzata di Treia, per  rendere
accessibile un costruendo "ascensore con montacarichi"  a chi gioverebbe....? Non lo so. Spese mastodontiche solo per poter arrivare vicino all'ascensore in macchina? Per accorciare un percorso di 50 metri?  E per quali turisti? 


E poi l'ascensore (previsto fra i parcheggi Valchiusa ed il centro storico) funzionerebbe sempre? Ci sarebbe sempre elettricità e non servirebbe comunque una costante e continua manutenzione? Non sarebbe magari più elevato il rischio di incidenti?

Treia non merita questi progetti devastanti, anche se dopo
l'impestamento da fotovoltaico a terra, che ha deturpato il paesaggio, ci si può aspettare di tutto. 

Ma ancora qualcosa si potrebbe fare, a Treia, visto che i lavori sono stati interrotti -per impossibilità di utilizzare i fondi bloccati dal patto di stabilità-  e (tra l'altro) non si tratta di finanziamenti "gratuiti", bensì di un prestito (della cassa depositi e prestiti) ... che va ripagato da parte del comune, ovvero dei cittadini... Però saremmo ancora in tempo a fermare la cosa.. basterebbe ritirare il progetto e
riempire le buche che sono state finora scavate e finirla lì...

Spero che la futura amministrazione comunale di Treia rifletta su questa cosa.


Paolo D'Arpini - bioregionalismo.treia@gmail.com
Rete Bioregionale Italiana

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