venerdì 24 ottobre 2014

Gli insegnamenti bioregionali di Don Totò le Mokò



bongiorn paol quest li so scritt ier , ni sacce coma e'  vid mpo tu', bbona jurnat!



Nel film toto le moko, nella casba di una citta del marocco toto intona questo canto: io non ci volevo venire…stavo così bene a napoli…! 
(https://www.youtube.com/watch?v=W-bZvUI2dQQ)

E anch io non ci volevo venire, stavo così bene nell iperuranio!

…ohi..ohi…mio olivello spinoso mi hanno messo al mondo senza istruzioni per l uso…ahi non mi ci raccapezzo!
mi sento come una lattuga sbattuta sulla lettiga!
le istruzioni sono semplici prima della nascita formiamo una unita perfetta maschile e femminile, una sfera separata in due parti. le due parti vengono mandate sulla terra con il desiderio di ricongiungersi alla meta’ perduta. qualcuno la ritrova, qualcun altro non la trova mai. 


e’ come la storia di astolfo che va sulla luna a cercare il senno di orlando, trova una montagna gigantesca degli uomini senza senno e un mucchietto piccolino degli uomini col senno, così per l amore, un mucchietto piccolissimo di quelli che hanno ricomposto l unita perfetta, la sfera e un mucchio gigantesco delle parti mancanti che vagano tutta la vita senza trovarsi.

noi siamo quel che siamo su una terra che non ce’, 

il cielo e’ blu i sogni sono blu
rosso cuore per il viandante come il fiore per l'amore
cantavo qualche anno fa con la mia chitarra!

una anziana signora mi dice spesso che siamo di passaggio.. siamo tutti di passaggio!

un anziano signore ripete spesso
..andiamo avanti…poi di seguito…il formaggio!

con il formaggio o senza formaggio andiamo avanti!

tempo fa ho scritto una poesia in dialetto


lu cucitor

mo nghi lu petrosin

mo nghi la majuran

li bardisce li cummann


s intitola: il senso delle cose.


Il sarto ora con una scusa ora con un altra,
manda i ragazzi a fare commissioni.
allo stesso modo dio illude gli uomini,
come bambini ora con il prezzemolo
ora con la maggiorana.


un altra poesia in dialetto:

a giuann..!

ddu saggicce

quattr zocch di liv

na fronn d anzalat

e mi vaj a durmi’

scalz e scapill

e bbona nott coccia pilat

nu salut a tutt quind




Ferdinando Renzetti  (poeta bioregionale di Pescara,  ed oltre)

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