Caterina ed io, siamo
stato impegnati a preparare una scaletta programmatica ed a
cucinare per l'incontro tenutosi poi ieri pomeriggio a casa di
Pietro, di cui sotto leggerete un resoconto più dettagliato. La
riunione è stata proficua, eravamo una dozzina di persone e tutte
ben motivate ed interessate. Abbiamo parlato di quel che si potrà
fare durante il Collettivo Ecologista 2015 (che si terrà a Montecorone il 20 e 21 giugno) ed anche di cosa sono il
bioregionalismo, l'ecologia profonda e la spiritualità laica. In
fondo tutti i presenti ne erano consapevoli pur che alcuni non
conoscevano questi neologismi ma mettevano già in pratica -nella
loro vita quotidiana- il loro significato. Ho avuto la sorpresa di
incontrare un vecchio compartecipe della Rete Bioregionale, un tal
altro Pietro, che ora risiede a Tolè, e che era presente nel 1996 a
Monte Rufeno alla fondazione della Rete. Così abbiamo un po' parlato
dei vecchi tempi... davanti ad un piatto fumante di pasta e fagioli
cotta su una stufa economica a legna che ha svolto anche la
gratificante funzione di scaldare il corpo e l'animo. Sugli appennini
in questo periodo la sera fa già freddino e l'atmosfera era pure
umida..... Però il calore umano non è mancato.
Paolo D'Arpini
In previsione dell’Incontro Collettivo Ecologista del 20 e 21 giugno 2015 a Montecorone di Zocca (MO) a casa di Pietro abbiamo ritenuto utile organizzare un preliminare, che si è tenuto sabato pomeriggio, 8 novembre 2014 a Ca’ Lamari. Avevamo fatto inviti a chi pensavamo potesse essere interessati e ci siamo ritrovati in un “bel” gruppetto di persone, tutte molto presenti, interessate ed in sintonia.
Nella bella, calda e accogliente sala predisposta da Pietro per riunioni conviviali e culturali, abbiamo fatto un primo giro di presentazioni:
Monica, redidente nel luogo, “silvicoltrice”,
Matteo e Ilitria (figlia, il cui nome molto particolare è il nome della dea tutelare della nascita), di Verone , ma da tempo abitante a Savigno, assistente domiciliare e aspirante agricoltore,
Caterina (io) di Spilamberto, veterinaria USL,
Giovanni di Guiglia, interessato all’idea di ecovillaggio (in progetto) e alla meditazione,
Maria di Vignola, agricoltora,
Pietro di Tolè, inpiegato comunale, che nel corso della serata si è scoperto aver partecipato all’incontro fondativo della Rete Bioregionale e che ha conosciuto vari bioregionalisti,
Roberta di Rimini che si occupa di danza e pratica il buddismo da anni,
Pietro dei Lamari, padrone di casa, agricoltore e praticante yoga,
Paolo,
Roberto di Budrio, uno dei primi bioagricoltori dell’Emilia Romagna, già incontrato in occasione di una Notte senza Tempo di un paio di anni fa,
Paola di Montese, fa avanti e indietro tra la montagna e la città di Bologna, per lavoro.
Caterina, compagna di Pietro.
Monica, redidente nel luogo, “silvicoltrice”,
Matteo e Ilitria (figlia, il cui nome molto particolare è il nome della dea tutelare della nascita), di Verone , ma da tempo abitante a Savigno, assistente domiciliare e aspirante agricoltore,
Caterina (io) di Spilamberto, veterinaria USL,
Giovanni di Guiglia, interessato all’idea di ecovillaggio (in progetto) e alla meditazione,
Maria di Vignola, agricoltora,
Pietro di Tolè, inpiegato comunale, che nel corso della serata si è scoperto aver partecipato all’incontro fondativo della Rete Bioregionale e che ha conosciuto vari bioregionalisti,
Roberta di Rimini che si occupa di danza e pratica il buddismo da anni,
Pietro dei Lamari, padrone di casa, agricoltore e praticante yoga,
Paolo,
Roberto di Budrio, uno dei primi bioagricoltori dell’Emilia Romagna, già incontrato in occasione di una Notte senza Tempo di un paio di anni fa,
Paola di Montese, fa avanti e indietro tra la montagna e la città di Bologna, per lavoro.
Caterina, compagna di Pietro.
Dopo questo giro Paolo ha fatto qualche cenno sul bioregionalismo, l’ecologia profonda e la spiritualità laica, i tre argomenti che sono poi diverse facce dell’unico “riabitare il luogo in modo gentile”.
Si è passati poi ad individuare le modalità dello svolgimento dell’incontro (condivisione di discorsi e di lavori per la conduzione delle due giornate) e i suoi contenuti fondamentali: pratiche quali la preparazione dell’acqua di fiori (tipo acqua di san Giovanni) con le erbe ed i fiori presenti in quei giorni sul luogo, l’accensione di un fuoco “sacrale” attorno a cui danzare, osservazione del cielo stellato sotto la giuda di qualcuno che sa riconoscere le costellazioni principali, la preparazione del cibo per la sera del 20 ed il pranzo del 21, il riordino della casa dopo i pasti e al termine dell’incontro. Chi ha conoscenze e competenze particolari è invitato a metterle in condivisione. Per il pomeriggio della domenica è previsto di lasciare spazio ad interventi di “esperti” su varie materie in sintonia (permacultura, autoproduzione, agricoltura contadina, meditazione, ecc.). Chi conosce persone con competenze particolari o che ha egli/ella stesso/a tali competenze è invitato ad attivarsi in tal senso.
E’ stato evidenziato come la stradina di accesso (poco più di 900 metri) e lo spazio di parcheggio limitato per le auto, impongono di prevedere che chi viene in auto debba lasciarla prima della strada in posizione che verrà indicata. Per chi preferisce l’uso dei mezzi pubblici, si metteranno a disposizione le informazioni necessarie per chi viene da Bologna, da Modena, ecc.
Ognuno è stato invitato a prendersi l’impegno di occuparsi di uno o più aspetti e a coinvolgere altre persone potenzialmente interessate..
I semi sono stati gettati, il tempo c’è per ottenere buoni frutti.
Caterina Regazzi
Post Scriptum:
Chi fosse interessato a partecipare chiami al 3202148222 oppure 059/989639
per le informazioni logistiche per raggiungere il luogo. Oppure scriva a bioregionalismo.treia@gmail.com"
Post Scriptum:
Chi fosse interessato a partecipare chiami al 3202148222 oppure 059/989639
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