mercoledì 11 luglio 2018

La primavera come momento d'incontro tra forze ctonie e celesti nel nuovo paradigma bioregionale

” ….. quello stato d’animo sereno e beato nel quale ci conducono dolcemente gli affetti fino a che l’alito di questa intelaiatura corporea ed anche il movimento del nostro sangue umano Quasi si sospendono, giacciamo addormentati nel corpo, e diveniamo un’anima vivente; mentre con l’occhio reso calmo dal potere dell’armonia, e dalla profonda forza della gioia vediamo nella vita delle cose”. (William Wordsworth)

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Il mistero della Primavera… Il simbolismo della rinascita primaverile si identifica nella vita di tutti i grandi iniziatori di religioni. In particolare, l’antichità riconosceva in alcune divinità proprio questa funzione, che essi esprimevano tangibilmente. In inglese, Pasqua si dice Easter, una chiara derivazione da Eastre, Ostara, Istar, Astarte, divinità della Resurrezione naturale e perpetua. La Pasqua cristiana ne è una chiara derivazione, considerando che la cultura classica ha celebrato la Resurrezione degli Dei il giorno dell’equinozio di primavera. La resurrezione è anche simbolo di fertilità. Infine, la Pasqua cristiana non è la pasqua ebraica. Non ha nulla a che vedere con questa. Il Diavolo, dio degli inferi…. Nel mito cristiano, il Cristo dopo la morte scende agli inferi, similmente agli Eroi della Classicità: Ulisse, Enea, Dante (grande interprete della Classicità). E si dice anche che il Cristo soggiorni tre giorni sotterra prima di risorgere.
“Crediamo che il terzo giorno dopo la sua morte, Gesù Cristo, per virtù propria, riunì di nuovo l’anima col corpo, risorgendo glorioso ed immortale” (Catechismo del Card. Gasparri).
La riunione dell’anima col corpo (del soffio vitale con la struttura terrena) è comune a tutti gli esseri viventi. 

La raffigurazione del demonio, divinità ctonia, è più o meno sempre la stessa. Derivato da una figura di fauno, si è nel tempo leggermente trasformato, mantenendo gli zoccoli alle estremità delle zampe. Con le corna in testa, con un forcone in mano, avvolto nel fumo (che dicono di zolfo). In realtà si tratta di una figurazione campestre di carattere bioregionale. La trasformazione mitica da fauno ad  un bue, che maneggia o produce il letame, che posto sopra ai chicchi (di grano o di qualsiasi altra vegetazione) li concima e ne facilità la resurrezione sotto forma di pianta alimentare. Ecco perché si dice che Gesù chicco di cerale soggiace, sotterra, al demonio.
Scrive Deepak Chopra: “E’ sufficiente essere noi stessi per dirigerci verso un destino molto al di là di quel che si possa immaginare. Basta sapere che l’essere che alimento dentro di me è lo stesso dell’ Essere che soffonde ogni atomo del cosmo. Quando i due riusciranno a vedersi come pari, saranno pari, perché allora la stessa forza che controlla le galassie sosterrà la mia esistenza individuale"
Giorgio Vitali

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