giovedì 10 ottobre 2019

Il senso del bioregionalismo e dell'ecologia profonda: "Conservare la vita sul pianeta Terra"



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Parecchi anni fa aiutai l'amico Peter Boom a rendere in italiano “2020
- Il nuovo Messia” un libricino di fanta-ecologia in cui si immagina
la fine del mondo in seguito ad una serie di catastrofi ecologiche
causate dall'uomo. A quel tempo, primi anni '90 del secolo scorso, già
facevo parte del nascente filone bioregionale e della “deep ecology”
(come allora si diceva), e trovai interessanti le tesi di Peter, che
immaginava un goffo tentativo da parte dei potenti di salvarsi dalla
distruzione planetaria per mezzo di “una nuova arca” (che accogliesse
loro stessi e le loro donne) e finì miseramente in un boato atomico
autodistruttivo. Insomma l'interrogativo era ed è se gli umani saranno
in grado di ereditare la terra..

I mondi dell'uomo sono molteplici ma tutti nel pensiero.. uno solo è
reale: questa Terra. Se non siamo in grado di conservare la nostra
vita onorevolmente sulla Terra come potremo sperare la salvezza
emigrando su altri pianeti? Come potremo sperare di essere accolti nel
consesso della vita universale extraterrestre se non siamo stati in
grado nemmeno di mantenere la vita sul nostro piccolo pianeta? Con ciò
ritengo che l'esperimento della nostra sopravvivenza deve potersi
avverare qui dove siamo... Inutile sperare in colonie sulla Luna, su
Marte o su Venere.. inutile cercare l'acqua su quei mondi desolati se
qui -dove ce ne è tanta- non siamo in grado di mantenerla pulita.

Eppure già ci furono diversi scienziati e spiritualisti illuminati che
sin dagli albori della società dei consumi avvertivano l'uomo del
rischio di uscir fuori dai binari dell'equilibrio scienza/vita. Oggi
il treno umano sta deragliando con scintillio di schegge impazzite:
OGM, avvelenamento chimico metodico della terra e dell'acqua, energia
atomica sporca, deperimento sociale e morale, urbanizzazione
selvaggia, distruzione delle risorse accumulate in millenni dalla
natura, etc.

L'uomo nel corso della sua breve storia ha enormemente trasformato la
faccia della Terra, perché egli può deliberatamente modificare quasi
tutto quel che costituisce il suo ambiente naturale e controllare quel
che cresce e vive in esso.

La trama della vita è però tanto delicata e tanto legati sono tra loro
il clima, il terreno, le piante e gli animali, che se una componente
di questo complesso viene violentemente modificato, se alcuni fili
vengono tagliati all'improvviso, l'intero complesso subisce una
modificazione. Questo è il significato intrinseco del Bioregionalismo
e dell'Ecologia Profonda.

Per centinaia di anni -e soprattutto nell'ultimo secolo- l'uomo è
stato la causa di deturpazioni, stermini ed alterazioni profonde... e
questo malgrado la sua contemporanea capacità di creare abbellimento
ed armonia. Il potere intellettivo che consente all'uomo di progettare
e costruire è lo stesso che gli consente di distruggere. Con l'aumento
smisurato della popolazione umana la capacità di procurare danni
materiali come pure l'affinamento del pensiero e della riflessione
sono cresciuti esponenzialmente.

Purtroppo questa nostra Terra non è un Paese di Bengodi od un corno
dell'eterna abbondanza... le risorse del pianeta, pazientemente
accumulate e risparmiate nel suo ventre, sono ora in fase di
esaurimento. La biodiversità e la purezza del genoma vitale sono
sempre più a rischio... molte specie animali resistono solo negli zoo
o nei giardini botanici. In tutto il mondo moderno ogni nuova impresa
economica e scientifica viene seguita da peste e malanni, lo sviluppo
continuo equivale al consumo accelerato dei beni, nella incapacità di
recupero ambientale e ripristino da parte della natura.

Occorre da subito e con la massima serietà e determinazione fermare la
caduta, preservando le risorse residue e quel che rimane della vita
selvatica, non solo per il mantenimento della bellezza naturalistica
ma soprattutto perché l'armonia complessiva, cioè la reale
sopravvivenza della comunità dei viventi (e dell'uomo stesso) dipende
da quelle componenti.

Il futuro dell'umanità, infatti, non sta nella sua colonizzazione di
altri pianeti del sistema solare bensì nella sua abilità di conservare
la vita sul pianeta Terra.

Per questa ragione la biologia, l'ecologia profonda, la spiritualità
della natura sono aspetti essenziali del nuovo paradigma coscienziale.
Uno dei più grandi misteri vitali, che abbiamo il dovere di affrontare
e risolvere, è quello relativo alla nostra vera natura. Ma le
religioni e la scienza non saranno mai in grado di darci una risposta
se non cominciamo a cercarla direttamente in noi ed attorno a noi.
Altrimenti non saremo in grado di uscire dal meccanismo ripetitivo
delle guerre, dello sfruttamento insensibile, dei conflitti razziali e
interspecisti.

Umanità non è solo simbolizzata da questi bipedi antropomorfi e non è
solo un agglomerato organico definito “corpo”. Possiamo dire che
Umanità è la capacità di riconoscersi con tutto ciò che vive e pulsa
energeticamente dentro e fuori di noi.

La Terra è la nostra casa, l'abbiamo avuta in eredità da un lento e
laborioso processo globale della vita, ma siamo sicuri di poterla
lasciare a nostra volta alle generazioni future nella stessa integrità
e opulenza nella quale noi l'abbiamo ricevuta? La dignità umana si
gioca anche in questo, accettiamo dunque la sfida posta alla nostra
intelligenza.

L'evoluzione ha una direzione univoca, la crescita della Coscienza,
restiamo in essa!


Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana


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