sabato 26 ottobre 2019

Solstizi ed equinozi - Un'antica Meridiana Solare Orizzontale scoperta sul colle del Telegrafo di Pescara



Qualche tempo  fa,  il 20 settembre 2019,  sono andato sul Parco di colle del Telegrafo a Pescara, al centro del piano, una piccola area archeologica recintata e coperta ta da una struttura di legno. Avendo con me la bussola ho notato subito che il perimetro delle pietre, circa 5 m x 5 m, forma un quadrato perfettamente in asse con i punti cardinali geografici. Sono tornato all’alba del 25 settembre e ho scoperto, alcuni metri verso est, a terra, una pietra angolare il cui vertice indica perfettamente il punto in cui il sole sorge all’equinozio d’autunno (est geografico). 

Negli stessi giorni, il sole tramonta sulla fronte della Bella Addormenta, il Gran Sasso (ovest geografico). Il sole al tramonto scorre lungo la sagoma della Bella addormentata fino al solstizio d’inverno, tornando pian piano verso l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate, segnando in questo modo lo scorrere del tempo stagionale. Sicuramente poteva essere anche un osservatorio astronomico, ho letto che i resti trovati fanno riferimento a una civiltà di 6000 anni fa, non so se è così antico, probabilmente poteva esserci anche un palo o gnomone infilato al centro del pozzetto di pietre, cmq al di la di tutto il quadrato è perfettamente orientato con i punti cardinali: ci sono altre due pietre che magari sono state spostate e che riposizionate nella giusta direzione indicano altri due punti cardinali, il nord e il sud, ad ovest non ce ne era bisogno perché il corno grande del gran sasso indica l ovest. Sono contento che ci sia ora un parco, pure molto bello, da piccolo ci andavo a raccogliere la liquirizia e un periodo, ricordo, c’era pure un campo per giocare a calcio.

 Poi ha vissuto un lungo periodo di abbandono e ci andavo spesso con mio figlio a passeggiare, a raccogliere gli asparagi e appunto a guardare lo splendido panorama dall’alto del mare la città e la costa adriatica. Che io sappia il luogo nella memoria popolare non ha un toponimo di riferimento vorrei consultare
una carta vecchia dell IGM per vedere che nome riporta, bello pensare poi che sia un luogo dotato di una specie di aura sacra, anche poco conosciuto nonostante sia sempre là alla vista di tutti e soprattutto come in una sorta di forma di rispetto nessuno nel corso del tempo ci ha mai costruito. Una volta ho sentito un amico che lo definiva come il monte panettone per via della forma tozza e piatta, una larga e lunga falesia di argilla e sabbia con la tipica vegetazione mediterranea.

Ecco allora se veramente meridiana orizzontale perché gli ignoti costruttori dell’antichità avevano bisogno di stabilire con precisione l’est e l’ovest agli equinozi? Il sole all’equinozio d’autunno segnala l’avvio verso la stagione fredda e l’oscurita mentre l’equinozio di primavera segna il ritorno della luce del calore e dei frutti estivi.

Quasi tutti i popoli dell’antichità, dall’Asia alle Americhe, erano riusciti a calcolare la durata dell’anno osservando le variazioni della lunghezza dell’ombra di un palo. C’è un giorno in cui l’ombra, a mezzogiorno, è la più lunga dell’anno (solstizio d’inverno 21 dicembre), poi giorno dopo giorno l’ombra si accorcia fino ad arrivare alla sua minima lunghezza nel giorno del solstizio d’estate (21 giugno). Poi l’ombra si allunga di nuovo fino a ritornare alla sua massima lunghezza il 21 dicembre. 

I popoli antichi hanno semplicemente osservato questo fenomeno ciclico e contato i giorni che, nell’intervallo di tempo tra le due ombre più lunghe, risultavano circa 365. Per noi, uomini moderni, in questo intervallo la Terra compie un’orbita attorno al Sole, mentre per gli antichi corrispondeva all’alzarsi e abbassarsi del Sole sull’orizzonte .

La stagione buia era estremamente temuta nelle culture rurali: intanto bisogna tener conto della scarsità delle risorse alimentari disponibili in questo momento dell'anno. Con la terra fredda e le piante ritirate in se stesse per difendersi dal gelo non restavano che le scorte fatte durante l'estate. Il buio stesso è motivo di timore. Noi non siamo più abituati visto che l'inquinamento luminoso raggiunge anche le realtà periferiche, un tempo, quando l'elettricità non esisteva ancora, il buio era veramente buio. La notte arrivava alle cinque del pomeriggio e possiamo ben immaginare quale angoscia poteva generare negli uomini. Ultimo il freddo, pungente e forte, dovuto alla lontananza del sole dalla terra. In quel freddo ed in quelle notti buie nelle campagne era veramente dura sopravvive in misere casupole costruite di terra e paglia nei piccoli villaggi circondati dai boschi e dalla natura selvatica compresi animali famelici in cerca di cibo. Al mattino c'era il gelo dentro, non solo fuori. 

E così era, da millenni. Come si può ben immaginare il ritorno della luce significava il ritorno alla speranza, al cibo, al calore, alla vita. Giungere al Solstizio, superare la Candelora erano evidenti segni di poter sopravvivere anche quell'anno alla ciclica "morte". I due equinozi allora segnavano la dualità e alternanza ciclica luce buio caldo freddo vita morte. Anche la ruota dell’anno celtica è basata sulla dualità ciclica e come il nuovo giorno iniziava al tramonto così il nuovo anno iniziava con l arrivo dell’oscurità Samain, mentre Beltane segnava il ritorno della luce e della stagione calda.

Quindi su una superficie piana orizzontale il palo verticale o gnomone indica il percorso tracciato all’estremità della sua ombra durante l’arco della giornata, notiamo che questo percorso ha un andamento curvo. Nei giorni dell’equinozio d’autunno e di primavera il fenomeno cambia e l’ombra traccia una retta nella direzione Est- Ovest.

La curva del percorso dell’ombra, nel giorno del solstizio d’inverno e alla nostra latitudine, è un’iperbole con la concavità rivolta in senso opposto al palo. L’iperbole, con il passare dei giorni, diminuisce la sua concavità fino a trasformarsi in una retta nel giorno dell’equinozio di primavera. Nei giorni successivi il percorso dell’ombra ritorna iperbolico con la concavità rivolta verso il palo fino a formare la curva del solstizio d’estate. Il ciclo continua con l’equinozio d’autunno e il ritorno della retta. Guardando queste curve e rette gli antichi astronomi e sacerdoti hanno fissato le date dei solstizi ed equinozi.

Ferdinando Renzetti - ferdirenzetti@tiscali.it

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Legenda
Questa che propongo è una prima riflessione prettamente pratica utilitaristica sul possibile significato del quadrato di pietra e della meridiana orizzontale, su una base antropologica possiamo parlare di aritmosofia astrale, di campo di gioco delle stelle o di corda aurea; in una visione vagamente new age possiamo parlare di fisiologia della terra, delle leys lines e delle linee sincroniche; a livello archeologico del simbolismo cosmologico etrusco-romano del templum in terra specchio del cielo e del quadrato divinatorio dell aruspice, poi cè tutto un discorso da fare su polo nord geografico e polo nord magnetico e sulla enorme confusione che hanno creato nel corso della storia, per via della precessione degli equinozi che si spostano di un grado ogni 72 anni circa. Anche sul web si trova tantissima letteratura mista a gran confusione, quindi se usiamo il sole come riferimento sappiamo che a mezzogiorno, in inverno, all’una in estate, per via del cambio dell’orario, l’ombra del nostro corpo a terra ci indica il nord geografico, così come sappiamo che il sole al sorgere dell equinozio ci indica l’est geografico e il suo tramonto l’ovest geografico. Naturalmente se usiamo la bussola abbiamo i punti cardinali spostati di circa 23° in senso orario. Il moto di precessione degli equinozi genera ancora più confusione con la stella polare che non è sempre la stessa poiché l asse della terra si sposta lentamente nel giro di 26.000 anni indicando stelle al suo zenit sempre diverse. Probabilmente 6.000 anni fa le due direzioni polo nord geografico e polo nord magnetico potevano pure coincidere e gli osservatori antichi non avevano il disagio di vivere come noi lo sdoppiamento del cielo notturno ruotante attorno al perno centrale stella polare, dal cielo diurno solare con il nord geografico, spostato da quello magnetico e indicato dal sole, con l’ombra a mezzogiorno o perfettamente ai due equinozi.




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