giovedì 7 agosto 2025

Formare comunità al raduno RIVE 2025...


Damanhur - Raduno estivo RIVE  del 23/27 luglio 2025

Duecento persone sono in piedi le une accanto alle altre, affidano le loro mani in quelle del proprio vicino, palmo sopra palmo, destra e sinistra. Insieme realizzano un grande cerchio in uno dei terreni che incontri camminando qua e là nei dintorni di Vidracco, un minuscolo comune torinese incastonato ai piedi delle prime montagne piemontesi. Fuori da quel cerchio suona una chitarra e i tamburi suggeriscono il ritmo insieme a una voce che canta, una voce che arriva fin dentro al cuore del cerchio stesso e così tutti cantano una stessa melodia.

Lungo quel cerchio gli sguardi s’incontrano, si soffermano, sorridono complici e celebrano. E in corso una cerimonia, il rito di chiusura del raduno della Rete Italiana dei villaggi ecologici, la RIVE. E’ il 27 di giugno e quel raduno è iniziato quattro giorni prima. Fuori c’è il sole, l’aria è umida e il caldo ti appiccica ai vestiti. Siamo a Vidracco, il luogo in cui il primo nucleo di quella che oggi è Damanhur s’è radicato cinquant’anni fa. Una comunità insolita nel panorama delle comunità italiane, di grandi dimensioni e radicate convinzioni, compresa una scuola esoterica nota in tutto il mondo. Damanhur celebra i suoi cinquant’anni e, per l’occasione, accoglie il raduno Rive.

Ma torniamo al grande cerchio, tutti i duecento partecipanti presenti custodivano, tra un intreccio e l’altro delle mani, una pietra raccolta poco prima. Ognuno, trovata la propria, gli ha donato un significato. Ha immaginato di offrirle i propri doni e talenti, quel non so che di speciale che ti divampa dentro. Poi quella pietra imbevuta di significato è stata posta al centro del cerchio come a realizzare un grande mandala. Infine, ogni singolo elemento del grande cerchio, attraversando quattro grandi corridoi umani, è tornato in quel centro per raccogliere la pietra di qualcun altro, con altri intenti, altri doni, altri talenti.

Per un osservatore più o meno estraneo al mondo e alle ritualità di questa Rete, perché è proprio così che mi sento mentre scrivo ed è così che mi sono sentito durante il raduno – un osservatore più o meno esterno -, questo rito può avere un significato ben preciso.

Il raduno della Rete degli ecovillaggi italiani, quindi una rete di comunità e persone che scelgono di vivere assieme, ha affrontato il grande tema dell’individuo all’interno delle comunità. Che ne è dell’individuo in questo tanto ambito passaggio “dall’Io al Noi”? Soprattutto, può esserci un Noi senza la linfa di individualità radicate in se stesse? Individualità, non individualismo: sono due cose diverse.

E così, dopo piu’ di due decenni di esperienze comunitarie che nascono, muoiono e rinascono, al raduno RIVE 2025 il grande tema è stato proprio quello di realizzare individualità consapevoli al di là della scelta di vivere oppure no all’interno di una comunità intenzionale. Perché l’esperienza dello stare insieme e della cooperazione si esprime in tante forme: l’ecovillaggio è una di queste, una tra tante altre. Scoprire un passo alla volta i propri doni, probabilmente è una buona via per prenderti cura della tua individualità e costruire comunità sane, consapevoli, interconnesse e dinamiche, anziché bolle statiche per cuori in fuga.

E così durante quei quattro giorni di raduno, il cui nucleo era costituito da cinque percorsi formativi ‘dall'io al noi, alla comunita’, al mondo’ per fare comunità prendendosi cura dell’individuo. Perché l’esperienza ecovillagista italiana mostra anche questo, che nella comunità è facile perdersi se non hai ben chiaro in quale direzione tira il tuo vento. E questo è tutto sommato vero dentro e fuori una comunità.

In tutto questo, un piccolo gruppo di ragazze e ragazzi - la più grande è al mondo da sedici anni -, hanno bazzicato qua e là per il raduno col fine di intervistare qualcuno di quegli adulti, tutti con gli occhi che brillano all’idea di una comunità. Una delle loro domande è curiosa: “Cosa pensi di trovare in una comunità che non sia già dentro di te”? E’ una domanda puntuale, non si scappa. E’ curioso che a un raduno di comunità l’attenzione sia andata sull’individuo e che quel gruppo di ragazzi abbia percepito che, tutto sommato, quegli adulti più che la comunità stessero cercando una buona ragione per sentirsi in pace con sé.

 Daniele Pascale -  RIVE



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