Che le microplastiche penetrino in alcuni dei nostri organi, come cervello, reni, fegato, polmoni... è purtroppo un dato acquisito. Gli studi ora sono rivolti a capire quali siano i danni di queste penetrazioni. L'ultima ricerca in materia è dello scienziato Smriti Mallapaty, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
I risultati riportati sono il frutto di sperimentazione animale su topi e questo può lasciare un minimo di dubbi sulle conclusioni, ma di certo alcune delle temute conseguenze vengono confermate. Nel caso del cervello le microplastiche penetrano le cellule dei neuroni dove quasi si incistano provocando occlusione che in qualche caso fortunatamente si rompono ma in molti casi portano alla morte del neurone e di conseguenza alla riduzione della capacità comunicativa della rete neuronale.
Fra tutte le microplastiche il polietilene è risultato il più presente nel cervello. Un altro organo danneggiato è risultato il cuore per il quale gli attacchi acuti sono correlati spesso all'accumulo di microplastiche nelle arterie all'interno di materiale lipidico.
Questi primi dati inducono a pensare che in futuro la storia dei pazienti rispetto al contatto con le microplastiche potrà essere un elemento importante nell'anamnesi, intesa come indagine e raccolta di informazioni sul paziente, utili e necessarie al medico per studiare il caso e definire una corretta diagnosi.
Prof. Luigi Campanella - Fondazione Acqua
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