martedì 30 settembre 2025

2 ottobre. Giornata mondiale della Nonviolenza...

 


La non-violenza è un valore che fa parte delle tradizioni etiche di alcune religioni, come si riscontra nel Buddismo, Induismo e nel pacifismo cristiano.

Comunque ha raggiunto una tale statura da essere considerato un valore cui aspirare, oltre ad essere divenuto un principio da seguire ed adottare contro la violenza della guerra.

Il miglior maestro della nonviolenza dei tempi moderni è stato Gandhi. Egli è anche considerato dalla maggior parte degli Indiani il fondatore della loro Patria, e da tanti altri come il maggior esponente di questa pratica al punto da essere anche ritenuto una sorta di santo.

Infatti ha sperimentato l’uso della resistenza passiva e della nonviolenza sia come approccio filosofico e spirituale alla vita di tutti i giorni, sia come tecnica da seguire per raggiungere un vero cambiamento politico e sociale.

Gandhi era conosciuto come “Mahatma”, ovvero Grande Anima, per il suo coraggio, per la sua semplicità, e per lo straordinario impatto che i suoi insegnamenti avevano su tutti, e per l’esempio di vita che ha saputo dare.

Il 2 ottobre ricorre la Giornata Internazionale della Nonviolenza e della nascita di Gandhi.

Anche noi bioregionalisti  del Circolo Vegetariano VV.TT. – come ormai avviene da diversi anni – celebreremo la nascita di Gandhi partecipando alla manifestazione "Poeti per la Pace" che si svolge a Treia (Mc) il 5 ottobre 2025 alle ore 17, nel Museo Archeologico, in memoria del Mahatma Gandhi e di San Francesco d'Assisi. 




Programma completo: https://auser-treia.blogspot.com/2025/09/treia-5-ottobre-2025-celebrazione-in.html

Nota - L'evento comprende la recitazione in cerchio di mottetti e poesie inneggianti alla Pace, musiche medioevali in ricordo di San Francesco, canti corali e lettura di alcuni pensieri su Gandhi e San Francesco e termina con un piccolo rinfresco offerto da Auser Treia...

sabato 27 settembre 2025

I buoni pensieri aiutano?

 


Vladimir Poponin, leader nel campo della biologia quantistica,  afferma che esiste una relazione tra il DNA e le qualità della luce, misurata in fotoni e  ha descritto una serie di esperimenti secondi cui il DNA umano influenza direttamente il mondo fisico. Fenomeno che si verifica anche in assenza di DNA, su molecole non collegate al cervello di un essere vivente cosciente. E questo  effetto permane anche dopo che il materiale biologico è scomparso. Le emozioni, scaturite dai sentimenti sono una forma di energia molto simile alla luce e fotoni;  l'insieme di tutte le emozioni formano un campo che influenza  e condiziona il comportamenti degli esseri viventi. 

La preghiera ha effetto sul mondo fisico e se un singolo sentimento o emozione ha la proprietà di influire sul contesto circostante, quale può essere il suo effetto nella sommatoria di miliardi di persone?

Il silenzio è la frequenza su cui Dio parla. Con il silenzio, la meditazione e la preghiera l’uomo entra in contatto con la sua vera natura, con l’essenza stessa delle cose.  Se la preghiera è invocazione, ardore, commozione, passione, desiderio, ci sintonizza con l’ordine supremo delle cose e manifesta i suoi benefici effetti.

Ciò che conta nella preghiera non è le cose che si dicono ma l’intensità  con cui si sentono. Occorre far il vuoto dentro se stessi, essere liberi da ogni interferenza disarmonica dell’Io e della singola tempesta mentale. Occorre pregare con il cuore più che con le labbra, con l’anima più che con la mente. La preghiera non è un elenco delle nostre necessità: è un canto d’amore, di gratitudine: un cosmico abbraccio che invoca amore per tutto ciò che vive.

In un ospedale furono fatti esperimenti per verificare l’efficacia della preghiera nella guarigione degli ammalati. Un gruppo di persone si rese disponibile a pregare per alcuni degenti scelti a caso. Il risultato fu che questi guarivano prima di altri. Furono fatte altre prove, ma questa volta si associarono dei numeri alle persone ammalate in modo che non si sapesse per chi si stava pregando. Anche in questo caso i risultati furono sorprendenti. Le persone abbinate a dei numeri a loro insaputa, guarirono prima delle altre...

Franco Libero Manco



giovedì 25 settembre 2025

PFAS... ancora PFAS...

 




...L’Italia del Nord si trova inquinata da Cc6O4, il nuovo Pfoa. La contaminazione e l’esposizione umana si è propagata da Spinetta. L’enorme disastro ha due epicentri imputabili alla regia Solvay, l’uno indirettamente a Trissino, e l’altro direttamente a Spinetta, falciando indifese vite, per aria e acque, fra i lavoratori e i cittadini.

Ora, Solvay (Syensqo) promette la dismissione del C6O4 nel 2026: la più eloquente confessione stragiudiziale.  Ma, per le identiche condotte criminose che -per la medesima Solvay- negli Usa e Cee hanno per i colpevoli un prezzo stimato in miliardi, invece in Italia i top manager -mandanti e beneficiari degli enormi profitti- restano impuniti penalmente, civilisticamente e amministrativamente. Un caso da manuale di “justice arbitrage”.

Dunque, il disastro dei nuovi PFAS come quello dei vecchi è il prodotto di un sistema perfezionato con regia industriale unica (Solvay), a mezzo di incompetenza dei controllori, chiusura di entrambi gli occhi con benevola indulgenza, insomma per intenzionale scelta politica. Specifiche le gravissime responsabilità di Regioni e Sindaco di Alessandria.  

Solo la mobilitazione dal basso ha squarciato parzialmente il velo di omertà che tutela i potenti vertici delle potenti multinazionali.

Il vecchio diritto penale, con la Procura di Vicenza e l’azione dei NOE, ha fatto molto ma non tutto. Il procedimento penale di Alessandria contro Solvay, ora Syensqo, avviato nel 2020 dalla Procura locale è stato invece paralizzato.

Dunque, il documento infine si conclude con richieste precise, di triplice urgenza, che rimettono in gioco gli scenari futuri. Scenari presi in esame nella meticolosa analisi di Lino Balza, clicca qui, che,  a sua volta, prospetta anche più efficaci strumenti oltre le sedi penali. 

Rete Ambientalista -  www.rete-ambientalista.it



mercoledì 24 settembre 2025

Pacifismo di bandiera?


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Ecco un'immagine ironica e pungente che mette in scena il paradosso di certo "pacifismo" militante, che in questo momento va per la maggiore. Il protagonista è un attivista coloratissimo, con bandana arcobaleno, occhiali con simboli di pace, maglietta tie-dye con la scritta "PEACE" e una bandiera rainbow che gli svolazza sulle spalle. Sul petto, un bottone "LOVE" e un ciondolo con il simbolo della pace completano il look.

Ma la scena è tutt'altro che pacifica: su una spiaggia desolata, tra corpi e spari in lontananza, di fronte a un massacro di civili in corso, lui grida con fervore: "WHERE ARE THE ARMIES??!" (DOVE SONO GLI ESERCITI?). Il contrasto tra il suo aspetto e la richiesta esagitata e arrabbiata di intervento militare è il cuore dell'ironia. La quale fa riferimento a una realtà indiscutibilmente tragica con la quale stiamo oggi facendo i conti: l'intervento militare di distruzione convenzionale di massa del governo israeliano nella striscia di Gaza, sotto indagine da parte della CIG dell'ONU per "intento genocidiario". 

Il contrasto stridente tra l'estetica della nonviolenza e la richiesta di violenza estrema non esige forse l'avvio di una riflessione?

Disarmisti Esigenti



martedì 23 settembre 2025

Dignità per la Palestina...

 


22 settembre 2025 - La giornata di sciopero e lotta a sostegno della Resistenza  e della Dignità palestinese, contro la complicità del governo italiano nel genocidio in corso in Palestina!

Centinaia di migliaia di persone hanno riempito le piazze del Paese in una giornata di lotta che ha segnato un salto di qualità importante nella più generale lotta contro la guerra, l’economia di guerra e l’oppressione dei popoli nel mondo: gli USA e la NATO, l’UE, i sionisti e i loro complici. Dimostra che c’è ampia disponibilità tra i lavoratori a scioperare e mobilitarsi per una causa giusta e che sentono propria. Giornali di regime stanno concentrando la loro attenzione su qualche poliziotto ferito e qualche vetrina rotta. Gaza è stata rasa al suolo, decine di migliaia di palestinesi sono stati trucidati e centinaia di migliaia feriti o mutilati con la complicità del governo Meloni e dello stuolo di servi della NATO di cui è corredato il suo governo: i titoli tossici dei giornali di regime servono solo ad avvelenare l’opinione pubblica, coprono la reale violenza che bisogna fermare, cercando di dividere tra buoni e cattivi nel tentativo di spaccare la grandissima mobilitazione generale del 22 settembre. 

La realtà è che non è possibile minimizzare la portata delle mobilitazioni di massa che hanno attraversato il paese e che hanno dimostrato che non solo il movimento popolare per fermare la guerra è vivo e vegeto, ma che fa anche paura al governo Meloni e compari.

Il Coordinamento Nazionale No Nato esprime solidarietà con i/le manifestanti colpiti/e e denunciati e fa appello a tutti coloro che sono scesi in piazza a dare continuità alla giornata di mobilitazione del 22 settembre: dobbiamo convergere sempre di più su ogni iniziativa e mobilitazione, alimentare l’organizzazione nei posti di lavoro per fermare l’economia di guerra e la Terza guerra mondiale, alimentare il coordinamento tra tutte le realtà pacifiste, antimperialiste, solidali con il popolo palestinese per fermare la Terza guerra mondiale e farla finita con i guerrafondai al governo del nostro Paese.


Coordinamento Nazionale No Nato


P.S. -   Il prossimo appuntamento è il 4 ottobre 2022 a Roma, alla manifestazione nazionale per la Palestina promossa dalle associazioni palestinesi: il CNNN aderisce e invita tutte le forze che si riconoscono nella dignità umana a confluire.

Contatto mailcoordinamentonazionalenonato@proton.me

Venezia e Mestre. La città che vogliamo...



PUNTI IRRINUNCIABILI per la coalizione "TUTTA LA CITTA’ CHE VOGLIAMO" formata dalle tre liste: 
Tutta la Città insieme, La città che vogliamo, Venezia, Pace e Lavoro:

- Restauro e assegnazione di tutte le case pubbliche sfitte, Piano casa con misure per la riduzione drastica dell’offerta di affitti brevi, e per calmierare il mercato libero. Piano per incrementare il progetto "Housing First" e dormitori.


- Rispetto del Piano Di Mambro (e del PALAV) per il Parco di S.Giuliano: no altri parcheggi né insediamenti in gronda e sulle rive. Suo completamento.

Ripristino dei Forum del Verde, degli Animali, della Salute e creazione Forum/Consulta della Casa, delle Donne, delle Carceri, del Sociale 

- Acquisizione e gestione comunale dei tre padiglioni dell’ex Umberto I


- Attuazione Parco del Marzenego nel Comune di Venezia, dai confini alla laguna, passando per Castelvecchio.


- Utilizzo pubblico dell’approdo dTessera con linee comunali da Burano, Murano e Venezia. No al nuovo approdo/parcheggio di Montiron.


- Riduzione impatto urbanistico, di carico passeggeri e inquinamenti di aria, acqua e acustico dell’aeroporto.

- Controllo del Consiglio Comunale sulla gestione dei dati della Smart Control Room e gestione dei flussi turisticisenza l’inutile e odioso contributo d’accesso.


Spazio alle attività artigianali in Arsenale con riduzione degli spazi per la Biennale


- Rafforzamento, ricostituzione dell’organico e internalizzazione del trasporto pubblico locale, con riduzione prezzi per  residenti e anziani


Internalizzazione nel Comune del servizio di assistenza domiciliare e del trasporto per anziani e disabili.


- Progressiva chiusura degli inceneritori, raccolta separata spinta e riciclo dei rifiuti in tutto il comune


Michele Boato



Incontro pubblico:  25 settembre 2025, alle ore 18,  al Centro Candiani di Mestre si tiene l'importante incontro pubblico:  COSA VOGLIAMO PER MESTRE E VENEZIA?

Con interventi di:  Michele Boato, "La città che vogliamo", Betty Toffolo Rossit, "Venezia, pace e lavoro", Susanna Polloni, capolista "Tutta la città insieme"
Carlo Giacomini, "La città che vogliamo", - Gino Baoduzzi, "Venezia, pace e lavoro", Enrico Tonolo, presidente "Tutta la città insieme",
Anna Ippolito, "La città che vogliamo" e Giovanni Andrea Martini,  "Tutta la città insieme"

domenica 21 settembre 2025

La "Democrazia della Terra" di Vandana Shiva e la "Terrestrità" di Alfonso Navarra...

 

"La Democrazia della Terra di Vandana Shiva è un concetto che promuove un modello di governance basato sulla "Terrestrità", ovvero il riconoscimento che la Terra è un sistema vivente con diritti intrinseci, e che la sua cura e il suo sostegno reciproco sono fondamentali per la vita. Questa visione si oppone alla globalizzazione economica e alla privatizzazione delle risorse naturali, proponendo un'alternativa che valorizza la biodiversità, l'agroecologia e il protagonismo delle comunità locali per una democrazia globale più equa ed ecologicamente sostenibile". (A.I.)


La "Democrazia della Terra" (Earth Democracy) è un concetto elaborato dalla filosofa, attivista ed ecofemminista indiana Vandana Shiva come alternativa radicale alle attuali strutture di potere e sociali. Secondo Shiva, queste strutture si basano sul capitalismo neoliberale, il colonialismo e la distruzione ambientale, e hanno fallito nel proteggere la biodiversità e garantire l'equità sociale. La sua visione olistica e profondamente ecologica ridefinisce il concetto di democrazia per includere i diritti intrinseci della Terra e di tutte le sue creature. I principi fondamentali di questo suo pensiero sono esposti in dettaglio nel suo manifesto "Earth Democracy: Justice, Sustainability and Peace" (2005).

Il concetto di "terrestrità", elaborato nell'ambito dei Disarmisti Esigenti su impulso del coordinatore Alfonso Navarra, presenta evidenti consonanze con la Democrazia della Terra. Pur avendo radici ed enfasi diverse, i due concetti si integrano e si rafforzano a vicenda, condividendo principi chiave:

  • Critica al modello dominante: entrambe le visioni criticano la crescita senza limiti e il capitalismo neoliberale (per Navarra solo un aspetto della civiltà della potenza), e le strutture di potere centralizzate come cause della crisi ecologica e sociale. 

  • Nonviolenza e pace: la nonviolenza è un principio fondamentale. Sia per Shiva che per Navarra, la violenza contro l'ambiente e gli esseri umani è interconnessa, e la pace è vista come una condizione necessaria per un futuro vivibile.

  • Dipendenza dalla Terra: condividono il principio che l'umanità non è la "padrona" della Terra, ma una sua parte integrante. La frase "l'Umanità appartiene alla Terra, e non viceversa" è un punto cardine in entrambi i pensieri.

  • Valorizzazione del sapere locale e sociale: esaltano la conoscenza tradizionale e locale come baluardo contro l'omologazione imposta dai poteri centralizzati e dalle multinazionali. Non ci si appiattisce acriticamente sui diktat dello scientismo tecnocratico. La complessità caratterizza ogni problema sociale rilevante, implicante scelte di vita da parte di tutte/i gli attori sociali : quindi tali problemi non sono di competenza  degli specialismi tecnici e nemmeno del coordinamento degli specialismi tecnici. Richiedono, per essere affrontati e risolti, procedure di partecipazione democratica... 

https://zibaldoneecopacifista.webnode.it/l/terrestritashiva/

La politica è come una partita di pallone...



Humberto Maturana, ricercatore cileno da poco mancato, forse più di altri, e in particolare nel suo (con Ximena Dávila) Emozione e linguaggio in educazione e politica, ci ha fatto presente la struttura a muro di cinta entro cui ci muoviamo, scegliamo, viviamo.

Nestore

Avevo voglia di marinara, quindi gli dissi: “Andiamo in pizzeria stasera?”

Nestore, mio fratello minore, mi rispose che non voleva, perché preferiva stare a casa a guardare la partita.

Ribattei ricordandogli che era una pizza croccante, ma non ottenni niente. Neanche l’ottima birra alla spina riuscì a smuoverlo.

Effettivamente, era attaccato alla sua squadra: si deprimeva se perdeva, gli volava l’autostima se vinceva.

Stavo lasciando perdere l’idea di una buona marinara sottile, quando me ne venne un’altra.

“Ti ricordi quella volta, quando eravamo in una grande ferramenta e, a un certo punto, davanti alla cassa ti sei bloccato?”

“E come non avrei potuto”, mi rispose. “Eravamo davanti alla cassiera più bella del mondo”.

“È vero. Sembrava di una razza umana di livello superiore”

“Ma perché me ne parli?”, mi chiese, mentre vedevo che aveva leggermente alzato il mento e socchiuso un poco gli occhi, come per contemplare qualcosa che vedeva solo lui.

Fu in quel preciso momento che, come un preveggente, fui certo che la marinara non sarebbe stata rimandata.

“Perché ora serve ai tavoli della pizzeria”.

A quelle parole, Nestore non rispose, come se in lui l’immagine della cassiera più bella del mondo si stesse addensando in materiale tangibile.

Quando l’eco delle mie parole lo raggiunse, l’incantesimo in cui si trovava si interruppe. Era come se la statua di un mimo si fosse scrollata da dosso l’involucro di immobilità e fosse tornata ai movimenti della vita.

“E da quando lavora lì?”

“Non credo da molto. L’avevo vista dalla vetrina qualche giorno fa. Volevo dirtelo, ma poi mi sono dimenticato”.

“Era ancora come alla cassa della ferramenta?”

Qui dovevo giocare bene la mia carta.

A seconda della risposta il suo desiderio di riprovare l’emozione avrebbe potuto eccitarsi o smorzarsi. Se gli avessi detto che era sempre incantevole come quel giorno, avrebbe potuto preferire evitare l’umiliazione legata alla certezza di poterla solo guardare, al massimo scambiarci due parole, mentre in cuor suo sentiva una specie di diritto ad averla, a conoscerla, a uscire con lei, a toccarla con la sua accondiscendenza. Un diritto all’amore ricambiato, che scaturiva dal suo sentimento puro e assoluto. Mentre, se gli avessi raccontato che non mi sembrava più la sola stella del firmamento, forse l’avrei attratto nella trappola della marinara. Sarebbero scattati infatti due moventi.

Il primo: avrebbe voluto verificare come la luce di Roberta – così si chiamava, l’avevamo letto sulla spilla, in ferramenta – si fosse affievolita. Cioè, avrebbe dimenticato la partita e sarebbe venuto in pizzeria, semplicemente dando seguito a una questione affettiva, meglio, a un’attrazione e a una preoccupazione: in quel modo, infatti, era come se volesse prendersi cura di lei, meglio, di qualcosa che era in lui stesso, di suo.

Il secondo, pienamente connesso al primo: se rivedendola non avesse più sentito il colpo di torpedine che lo aveva pietrificato in coda alla cassa, quella tensione latente, pronta a immobilizzarlo ogni volta che incontrandola si fosse trovato davanti alla bellezza nel suo stato sublimante, non avrebbe più avuto modo di farlo sentire umiliato.

Bastò un istante per decidere come proseguire nella mia provocazione. Avrei optato per la seconda risposta, quella della luce perduta di Roberta.

Mentre Nestore mi guardava come se il suo futuro dipendesse da me, e in un certo senso era proprio così, glielo dissi.

“È ancora carina, ma sembra la sorella stanca di quella della cassa. La pelle chiara, che avevamo chiamato bianca, dalla vetrina mi è parsa grigiastra. Perfino i tatuaggi colorati delle braccia, che avevamo inteso come una bandiera di libertà, rivedendola non mi hanno più fatto quell’effetto, anzi, l’hanno deposta dall’Empireo da cui ci pareva potesse comandare gli uomini, gettandola tra le dozzine di repliche anonime che popolano i giorni qualunque”.

“E il suo sguardo dai grandi occhi neri che non lasciava respirare?” Chiese Nestore con parole un po’ spezzate.

“Non saprei, quel giorno non mi sono fermato a fissarla dalla strada. Immagino che tutto vada insieme”.

Era la mia ultima battuta, non avevo più idee, se la trappola non fosse scattata con quella, addio preveggenza alla marinara.

In attesa dell’effetto delle mie parole, fingendo di non essere sulle spine, non aggiunsi nulla.

Erano passati pochi momenti quando mio fratello disse: “D’accordo, marinara e Roberta”.

“Niente partita?”

“Niente, tanto era contro l’ultima in classifica”.

HM

L’io, a qualunque idea di noi stessi crediamo corrisponda, non è noi. Esso ha il carattere di una struttura ed è necessario alla sua e nostra sopravvivenza. In un certo senso, è una sorta di guida che ci conduce attraverso la vita.

Nonostante la sua natura autopoietica – termine che allude all’autoreferenzialità di ogni descrizione della realtà, coniato da Humbertino (1), come, con affetto, lo chiamava una mia amica – e strumentale sia lapalissiana a chiunque voglia indagare oltre le impermanenti apparenze delle verità dei saperi analitici, la consapevolezza della struttura dell’io è poco diffusa. Un peccato! In quanto se così non fosse avremmo a che fare con un’educazione, una politica, una società e una realtà non più mortificante, ma spiritualmente remunerativa.

Lo scienziato cileno descrive l’io e l’identità di cui lo investiamo come delimitati da un muro, protetti da un involucro impermeabile a tutto ciò che giudichiamo non idoneo al mantenimento dell’equilibrio, della stabilità interna. Ma, come tutti hanno in biografia, nonostante il potente paraurti, un incidente anche frontale è sempre latente. Significa che la protezione non era sufficiente e la destabilizzazione del nostro ordine, si compie come in un combattimento impari, con ferite, disorientamento, umiliazione.

Dunque, soltanto ciò che è ritenuto compatibile per noi, che non è ritenuto tossico, tanto all’organismo io, chiamiamolo ideologico, quanto a quello fisico-biologico, può attraversare la capsula entro cui ci muoviamo nell’esistenza.

Si può dire che il medesimo argomento può essere accettato/rifiutato se fornitoci in tempo differente. E che, nel medesimo tempo possiamo accettare/rifiutare un identico argomento se fornitoci da fonti differenti. Il primo caso dipende dal variare della nostra intima condizione/convinzione/emozione. Il secondo dal giudizio che generiamo – e con cui ci identifichiamo, a sua volta di natura emozionale – nei confronti dell’emittente.

Poi, c’è anche un riflesso psicologico, ovvero che così come la debolezza e la vulnerabilità sono direttamente proporzionali alla consistenza ed ermeticità del muro, la forza e la invulnerabilità lo sono indirettamente. Queste ultime raggiungono il suo massimo nell’ascolto, in cui il muro appare minimo o abbattuto, on cui abbiamo ciò che serve per prendere le distanze dall’io.

Nella consapevolezza che l’identità è un’infrastruttura di noi, che essa non corrisponde al nostro sé universale, disponiamo di fermezza e duttilità, depurate dagli inquinanti tossici dell’importanza personale. E allora i traumi sono devastazioni del muro, sono sottovalutazioni del nemico. Le terapie sono consapevolezza che siamo noi a costruirlo e che difenderlo a testa bassa ci procurerà altri inconvenienti, tra cui la follia: uno stato in cui il muro è così stretto intorno a noi da impedire il passaggio perfino alla luce. La saggezza non sta nel non edificare la barriera ma nel prendere le distanze da essa, nel liberarsi dall’orgoglio, nel riconoscere con compassione i propri e altrui muri. Combattere diventa allora recitare consapevolmente un ruolo, per qualche ragione per noi doveroso. Come fa il Samurai, per il quale il nemico vinto avrà l’onore delle armi.

Ma la voce di Humbertino però arriva molto più lontano quando fa presente al dogmatico mondo della ragione che tutte le scelte, incluse quelle che oculatamente consideriamo razionali, si appoggiano su emozioni.

Sono queste ultime, infatti, che detengono le chiavi del portone del muro entro cui siamo autoreclusi.

A un cambio di idea, sostanziale o minore, a ogni spostamento di attenzione corrisponde sempre la simbolica apertura di un passaggio che ne permetta l’avvento. Ma non si tratta di elementi della realtà presi a caso che hanno trapassato la soglia di noi stessi, bensì di quanto ci fa vibrare in un senso o nell’altro, a favore o contro. Come detto, l’assunzione o il rifiuto di un dato, di un concetto, di una relazione può avvenire solo a mezzo di un’emozione, oltre che dell’opportuno linguaggio e dello stato – emozionale – in cui ci troviamo, nonché dell’accredito che possiamo o non possiamo offrire alla fonte del messaggio.

Il fratello di Nestore era arrivato nello stesso punto di Humbertino?

Tutto il nostro vivere come esseri umani è in quanto tale politico, perché genera mondi, e i mondi che generiamo con il nostro vivere e convivere nascono dalle emozioni che fondano le risposte […]. Al tempo stesso, tutto ciò che facciamo nel nostro vivere e convivere come esseri umani sarà di per sé anche educazione, perché opererà sempre come formatore dei sentimenti dei giovani […]”. (2)

Noi esseri viventi siamo sistemi determinati dalla nostra struttura. Nessuno di esterno a noi può specificare quello che accade. Ogni volta che si verifica un incontro, quello che ci capita dipende da noi. […] Anche in una conversazione come questa, ognuno ascolta a partire da se stesso; e costitutivamente, in ragione del proprio determinismo strutturale, non può che ascoltare a partire da se stesso. Quello che sto dicendo è un’alterazione che scatena in ognuno di voi un cambiamento strutturale determinato in voi, e non in quello che dico e, pertanto, non da me che sono soltanto la contingenza storica nella quale voi vi trovate a pensare ciò che state pensando”. (3)

Lorenzo Merlo


Note

.1 – Il pensiero di Maturana è in parte sviluppato insieme a quello di Francisco Varela. Altri autori per approfondimenti, tra cui Gregory Bateson, Paul Watzlawick, Alfred North Whitehead, Edmund Husserl, Herbert von Glasersfeld, Paul Karl Feyerabend.

.2 – Humberto Maturana e Ximena Davila, Emozioni e linguaggio in educazione e in politica, Milano, Elèuthera, 2006, p. 9.

.3 – ivi, p. 75-76.




venerdì 19 settembre 2025

Ecosistemi a rischio in Italia...


 


Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato lo scorso 28 agosto il sesto rapporto curato dal Comitato per il Capitale Naturale e relativo al 2024, che da quest’anno  adotta la definizione del Natural Capital Committee della Gran Bretagna “il Capitale Naturale è l’intero stock di asset naturali – organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche – che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretto o indiretto, per l’uomo e sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati”. In Europa il 60-70% dei terreni non è sano, in Italia sono a rischio 58 ecosistemi (di cui 7 in condizioni critiche, 22 in pericolo e 29 vulnerabili), 18 saranno possibilmente a rischio nel futuro, solo 4 non corrono rischi di essere minacciati e 5 non sono a rischio…

Il Rapporto contiene i principali concetti e i nuovi progressi relativi alla misurazione e alla valutazione dello stato del Capitale Naturale, dei Servizi Ecosistemici e degli impatti delle politiche pubbliche su di essi. In questa sesta edizione del Rapporto, che arriva in un momento cruciale per il nostro Paese, sono indicate le “raccomandazioni” ed impegni per la tutela del Capitale Naturale che si ritiene debbano essere messi in atto con maggiore impellenza, considerata la recente introduzione dei principi inerenti la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, in quelli fondamentali nella Costituzione; della necessità di un coordinamento efficiente e di un allineamento coerente delle politiche internazionali, comunitarie e nazionali; e infine, della programmazione ed attuazione del Piano per la Transizione Ecologica, della Strategia Nazionale per la Biodiversità 2030, del Piano Nazionale dei Ripristini, nell’azione di mainstreaming e di governance multilivello della Strategia Nazionale per Sviluppo Sostenibile, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza,  favorendo l’integrazione della sostenibilità nelle politiche di settore, come quelle agricole, forestali, energetiche e industriali.

Il Rapporto, corredato di infografiche, fornisce strumenti per il raggiungimento di obiettivi sociali, economici e ambientali, in coerenza con la programmazione finanziaria e di bilancio, nonché con gli obiettivi per una crescita sostenibile indicati dall’Agenda 2030, con gli impegni derivanti dal Green Deal Europeo e dalle nuove Strategie Europee per la Biodiversità e Farm to Fork.

Nel documento ampio focus sul tema del consumo di suolo, definito con nitida forza come “consumo di capitale naturale“. In Europa il 60-70% dei terreni non è sano, la pressione sul suolo, sul territorio e le aree artificiali sono in aumento, principalmente a scapito dei terreni agricoli che si degradano in modo particolare in parte a causa delle pratiche di gestione del suolo. Nel territorio dell’Unione sono presenti inoltre circa 2,8 milioni di siti potenzialmente contaminati.

Un suolo sano è essenziale per l’agricoltura, per l’ecosistema nel suo complesso e per l’equilibrio territoriale. La biodiversità dei suoli sani contribuisce alla resilienza delle piante, anche quelle coltivate. Il miglioramento della salute del suolo è fondamentale per migliorare la resilienza ambientale agli eventi avversi e l’adattamento ai cambiamenti climatici, per la sue funzioni di conservare e filtrare l’acqua e proteggere dall’erosione, di prevenire gli effetti avversi dell’intensità delle inondazioni e dei periodi di siccità.

La Commissione Europea, sulla base della Strategia dell’UE per il suolo per il 2030 – Raccogliere i benefici di suoli sani per le persone, per il cibo, la natura e il clima (COM (2021) 699 final del 17 novembre 2021) – ha intrapreso un percorso per la definizione di un quadro normativo armonico per l’Unione, attraverso una proposta legislativa (Soil Health Law) dedicata sulla salute dei suoli, al fine di ottenere un buono stato di salute dei suoli in tutta l’UE entro il 2050.

Il Comitato Capitale Naturale ha assunto perciò questa visione: “la nostra deve essere la prima generazione che lascia i sistemi naturali e la biodiversità in uno stato migliore di quello che ha ereditato”.

Ci pare opportuno ricordare che il termine “Capitale Naturale” non deve essere confuso come una forma di “monetizzazione” della Natura, ma come la valorizzazione di quanto la Natura – da sempre – ci mette a disposizione. Non una merce nè una forma di mercificazione,dunque, ma un capitale essenziale dato da tutti quei servizi che ci permettono di vivere e che sono la base della nostra società e della nostra economia, senza i quali entrambe collasserebbero in breve tempo.

Il termine “capitale”, come suggerisce la Treccani, deriva dal latino “capitalis“, derivato di “caput -pĭtis” “capo” cioè che riguarda il capo, la testa e quindi la vita stessa: gli aspetti economici arrivano dopo, dovremmo ricordarcelo sempre…

Scarica qui il Sesto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale e la Sintesi con Infografiche

Salviamo il Paesaggio - redazione@salviamoilpaesaggio.it



Passi avanti per la Ferrovia dei Due Mari...

 

Da Civitavecchia ad Ancona

Il 16 settembre 2025 si è tenuto un incontro  con le Istituzioni della Regione Lazio al massimo livello: presenti  l’on. Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale e l’assessore al Traffico, trasporti Fabrizio Ghera, entrambi fermamente convinti dell’importanza della riattivazione della ferrovia Civitavecchia Capranica Orte per il completamento, della maglia ferroviaria per le intersezioni con le direttrici verso Roma delle ferrovie: la litorale Tirrenica e il porto di Civitavecchia, la FL3 Roma Viterbo, la Roma nord verso Viterbo e a Orte la dorsale Milano-Bologna Roma e il vicino interporto centro Italia, con prosecuzione nell’Umbria e nelle Marche fino ad Ancona.

Erano presenti all’incontro anche Dario Antoniozzi capo della segreteria della vice presidente della Regione e assessore allo sviluppo economico on Roberta Angelilli e Raffaele Sarnataro  capo della segreteria dell’on Daniele Sabatini capogruppo FdI alla Regione Lazio e membro commissione Giubileo

La Regione Lazio, ha detto l’assessore Ghera, con una delibera di giunta, ha inserito la Civitavecchia Orte tra le opere prioritarie nell’Accordo di Programma concordate con RFI.
Il presidente Aurigemma e l’assessore Ghera, concordi sull’importanza della 
riapertura della ferrovia, ribattezzata Ferrovia dei due Mari, hanno proposto di affrontare pragmaticamente l’argomento in un incontro operativo ad alto livello tra la Regione Lazio, RFI, Fondazione FS ed una delegazione ristretta del Comitato.

Dopo anni di incalzante attività del Comitato, riteniamo che questo sia un decisivo passo avanti per lo sviluppo socioeconomico del viterbese, con la valorizzazione del patrimonio ambientale storico e culturale della Tuscia e del Centro Italia.

Raimondo Chiricozzi  - raimondo.chiricozzi@gmail.com


 Il Comitato per la ferrovia dei DUE MARI  incontra i vertici della Regione Lazio

giovedì 18 settembre 2025

"Chi sei tu?" - I Ching, Zodiaco cinese e sistema elementale indiano - Presentazione