sabato 6 settembre 2014

La civiltà del grano e dei giardini




L'agricoltura produce ancora il cibo necessario a tutta l'umanità,
oggi non condiziona più la vita la cultura e le convinzioni religiose
degli uomini come un tempo. il grano e’ da millenni il principale
alimento della civiltà occidentale e ha influenzato nel tempo la
società e strutturato il paesaggio in modo determinante. il grano
impoverisce il terreno perché per crescere assorbe moltissime sostanze
nutritive. per evitare che nel tempo i campi diventino meno produttivi
dopo ogni raccolto essi vanno lasciati a riposo e si semina in un
altro campo. per questo motivo il grano richiede una superficie
coltivabile molto ampia. quindi gli uomini per creare nuovi campi sono
stati costretti a tagliare alberi a volte interi boschi. il grano ha
un altro difetto, ha un basso valore nutritivo, vuol dire che per
fornire nutrimento adeguato a un uomo adulto occorre circa un chilo di
pane. i contadini sono costretti a coltivare enormi quantità di
terreni per nutrire tutti gli uomini in modo adeguato. il grano ha
anche grandi pregi, e’ molto buono, ha il vantaggio di poter essere
conservato per molto tempo dopo il raccolto, può essere trasportato in
luoghi molto lontani da quelli di produzione. per mantenere fertile l
terreno e poter coltivare altre piante i contadini hanno inventato il
sistema della rotazione biennale o triennale. nella rotazione biennale
il campo viene diviso in due parti, una a grano l altra a maggese,
cioè non coltivata ma destinata a pascolo. ogni anno il contadino
alterna la coltivazione in ognuna delle due parti del campo. nella
rotazione triennale il campo e’ diviso in tre parti: la prima
coltivata a grano, la seconda coltivata a leguminose che fertilizzano
il terreno con le radici fissando l azoto, la terza a maggese. ogni
anno il contadino alterna la coltivazione in ognuna delle tre parti.
il sistema della rotazione non richiede particolari strumenti ma tanto
lavoro. la rotazione mantiene fertili i suoli e permette di sfamare
gli animali erbivori che aiutavano un tempo l uomo nella pesante
aratura e il loro letame veniva usato per la concimazione del terreno.
la rotazione triennale ha reso la dieta degli uomini più varia non
producendo solo grano ma anche legumi. il rapporto tra quanto viene
seminato e quanto viene raccolto si chiama resa. un tempo si
raccoglievano solo cinque chicchi di grano ogni chicco seminato, la
resa era dunque molto bassa. oggi in genere venticinque chicchi per
ogni chicco seminato. la scarsa resa del grano e il suo basso valore
nutritivo hanno avuto conseguenze drastiche sulla storia dell uomo e
del paesaggio. quando la popolazione aumentava i contadini erano
costretti a coltivare sempre più terreno per produrre abbastanza
grano. dopo aver utilizzato tutte le terre fertili pianeggianti hanno
iniziato a coltivare anche i terreni collinari tagliando boschi e
foreste, per farne campi coltivabili. a questo lavoro così importante
per la collettività si dedicava oltre il 90 per cento della comunità.
il grano e’ diventato in questo modo il centro della vita e dei
pensieri degli uomini. persino nelle religioni il grano e il pane
hanno avuto un posto importante tale da essere considerati sacri.

così il paesaggio e’ stato modificato e strutturato sulla base della
coltivazione del grano nella storia dell uomo della civiltà
occidentale.

il campo


attorno alle case rurali si estendono i campi in cui i contadini
seminano raccolgono le piante erbacee. nel campo il contadino semina
in autunno il grano e in primavera il granoturco. il campo viene
lavorato e concimato affinché sia fertile e dia buoni raccolti con
concimi naturali come il letame. l aratura e’ un lavoro agricolo
ottenuto con l aratro che con il suo vomere rompe il terreno e rivolta
le zolle, distrugge le erbe e mescola i concimi con la terra, altri
attrezzi sono l aratro a dischi, l erpice e il rullo con i quali si
spiana e si livella il terreno per renderlo adatto ad accogliere la
semente. dopo aver preparato il campo il contadino nel mese di ottobre
semina il grano dopo aver scelto la qualità del seme. a giugno quando
i campi di grano biondeggiano inizia la mietitura con la mietitrebbia
che dopo aver falciato le piantine separa dalla paglia e dalla pula i
chicchi. i cereali sono così chiamati perché il loro nome deriva da
quello di cerere che dagli antichi romani era considerata la dea dell
agricoltura. i frutti dei cereali ricchi di amido macinati danno
farina con un buon valore nutritivo.


un tempo tutto il lavoro veniva eseguito a mano o con l aiuto degli
animali. invece oggi viene fatto tutto con i trattori. la mietitura
durava parecchio tempo investendo tutta la vita sociale della comunità
impiegata nel lungo lavoro, rituali canti di lavoro feste balli suoni,
pietanze e dolci tipici della mietitura. tra più importanti era l
incanata, rituale apotropaico che attraverso versi urla e male parole
voleva far fuggire lo spirito del grano dal campo. tale spirito era
molto temuto e si credeva potesse impossessarsi del corpo dei
mietitori. sul campo uomini e donne mietevano in fila da una parte all
altra del campo, anche i canti avevano la funzione apotropaica di
allontanare lo spirito del grano. quando arrivavano in fondo al campo
lasciavano per ultimo uno spigolo dove secondo i mietitori si era
rifugiato lo spirito allora con urla male parole e versi lo facevano
fuggire.


tutta la socializzazione legata alla mietitura e’ scomparsa
soppiantata da una macchina che in un giorno fa tutto il lavoro. e’
stato calcolato che da una caloria che veniva investita sul campo un
tempo se ne raccoglievano dieci, oggi per raccogliere una caloria se
ne impiegano quaranta. da più dieci a meno quaranta, la differenza sta
tutta nel petrolio che consumiamo o che …mangiamo. mentre un tempo il
contadino seguiva tutto il ciclo compreso la cura degli animali con
cui conviveva una vita oggi del trattore ne conosce solo la funzione,
se si rompe chiama il meccanico e per farlo funzionare compra la
benzina mentre un tempo produceva il fieno per alimentare gli animali.
i trattori fanno rumore e puzzano mentre gli animali sono silenziosi e
fanno pure compagnia nelle lunghe giornate di lavoro.


il grano ha lo stelo cilindrico vuoto a cui sono attaccate le foglie
lanceolate, in punta vi e’ una infiorescenza a spiga formata da
chicchi che sono racchiusi in sottili squamate le glumette che formano
le ariste.

la segale e’ pianta erbacea annuale simile al grano, ha lo stelo
eretto alto fino a due metri. le spighe grosse e i chicchi più lunghi
del grano. poiche e’ pianta che resiste al freddo e’ coltivata
soprattutto in montagna. dai chicchi si ricava una farina che da un
pane scuro


l avena, una pianta graminacea che si differenzia dal frumento per la
sua infiorescenza a pannocchia con le spighette pendule che contengono
due tre granelli ciascuna. dall avena si ricava una farina che serve
anche per fabbricare la birra. per le sostanze nutritive che contiene
costituisce un ottimo nutrimento per bambini e convalescenti, fiocchi
di avena.


l orzo simile al grano ha stelo eretto alto circa un metro. foglie
lineari verde chiaro. l infiorescenza a spiga con lunghe ariste, i
chicchi gialli e tondeggianti da cui si ricavai la farina per il pane
ed il malto per la fabbricazione della birra. l orzo e’ anche usato
come medicinale e come surrogato del caffè.


il granoturco. un campo di granoturco si riconosce subito da lontano
una selva di canne dritte ed alte con i caratteristici fiori a
pennacchio le lunghe foglie con gli orli taglienti e le pannocchie
chiuse nei cartocci. i chicchi del granoturco sono duri bianchi gialli
o rossastri, macinati danno la farina gialla con cui si fa la polenta.


qualche anno fa alcuni contadini mi hanno dato una varietà di cerale
che chiamano spelta, era coltivata appositamente per i tetti di
pagliari stalle e capanni.


il grano ha uno stelo elastico resistente e flessibile, una delle
fibre più perfette che esistono in natura. sessanta milioni di anni di
evoluzione. originario della mezza luna fertile ha una espulsione
meccanica del seme per via del vento che scuote le spighe mature.
presumibilmente nella sua evoluzione la pianta ha sviluppato un colore
per i semi simile alla terra in cui la pianta viveva, su cui il seme
cadeva e con cui poteva mimetizzarsi immediatamente per sfuggire ai
predatori.


giardini


nel giardino persiano non mancavano mai quattro elementi tradizionali:
l acqua che serviva a irrigare le piante e a riempire le vasche; l
ombra per il fresco; i colori e i profumi dei fiori e la musica. vi
erano piante

da frutta e sempreverdi


nel medioevo i giardini avevano forma quadrata o rettangolare,
circondati di alte mura e suddivisi in: verziere, in cui erano
coltivate piante medicinali o aromatiche; il viridario, in cui sotto
gli aberi trovavano posto animali selvatici; il pomerio, in cui erano
coltivate piante da frutta e infine l uccelliera. nel giardino vi era
una zona particolare nella quale erano accolti i fiori e si poteva
cercare solitudine, giardino segreto. si trattava di giardini con
finalità più pratiche che ornamentali. elementi decorativi erano le
recinzioni poste intorno alle zone coltivate per impedire l ingresso
agli animali domestici. questo tipo di giardino non ha subito
cambiamenti sostanziali per circa mille anni.


l innato amore degli inglesi per la campagna e la vita all aria aperta
ha fatto in modo che non ci fossero case senza giardino. gli inglesi
si sono occupati sempre più di botanica nelle serre dove hanno potuto
coltivare esemplari esotici; dall inghilterra si e’ diffuso il gusto
per la natura libera e il giardino pesaggistico con gli spazi erbosi
senza forma regolare come il giardino roccioso in cui l elemento
principale, le pietre, distribuite in modo da fornire all insieme un
andamento ritmico.


nel giardino zen di Kioto le pietre sono disposte in modo da
simboleggiare l ordine cosmico. quindici pietre disposte in gruppi che
si sollevano sulla sabbia, intorno uno spiazzo lastricato e un muro a
simboleggiare il concetto di limite


la filosofia zen e’ basata sulla semplicità e sulla disponibilità nel
vedere la bellezza nelle cose di tutti i giorni, scoprire le
meraviglie che ci circondano, stupirsi delle piccole cose nascoste
nelle pieghe del quotidiano


il giardino rappresenta una piccola porzione di mondo nella quale l
uomo incontra e asseconda e vive il grande ritmo della natura


giardino metafisico


rimanda al recinto, spazio delimitato come hortus conclusus. il
giardino segreto e fantastico cinto da un muro che nel simbolismo
medievale rappresenta la virtù della castita o la chiesa stessa come
paradiso giardino. il paradiso come un giardino perfetto dove
riconoscere la perfezione del creato. si tratta di un luogo
particolare dove la natura diventa momento di contatto dell uomo con
dio. al suo interno si trova sempre una fontana o un grande albero. il
muro che recinge l hortus, giardino segreto, luogo dove compiere la
profonda ricerca interiore dell uomo nell amore per il suo dio.


il testo di un canto tradizionale del gargano dice:


come devo fare per amare questa donna

le voglio fare un giardino di rose

e tutt intorno voglio fare un muro

con pietre preziose e oro fino

in mezzo voglio scavare una bella fontana

e voglio far scorrere l acqua sorgenti

sopra ci voglio mettere un uccello a cantare

cantare e riposare bella diceva

per voi uccello son diventato

e a cantare sono venuto


il concetto di amore spirituale si e’ trasformato in amore per la
propria donna, amore anche fisico, il giardino segreto come simbolo
della castità femminile. in un canto di sdegno si dice: nel tuo
giardino ci sono stato e il miglior frutto l ho consumato


nella cultura tradizionale il termine giardino e’ usato spesso per
definire la bellezza della natura. infatti non ho mai sentito un
anziano parlare di paesaggio. il concetto di paesaggio viene tradotto
mentalmente con un bel giardino, nu bell giardini. orto e’ termine
usato ad indicare il luogo fisico di lavoro dove avviene il vero
contatto tra l uomo tradizionale e la sua terra


l orto giardino


l orto giardino contemporaneo vuole essere un po selvatico con
arbusti, piccoli alberi mediterranei, fiori ed essenze officinali
mischiati senza un ordine ben preciso; anche piante annuali come
zucche pomodori insalate sedante altre verdure vi possono trovare
spazio, con i colori dei loro frutti. materiali da usare per
recinzioni e sostegni sono la canna e il salice. in genere sono da
preferire arbusti autoctoni prelevati, quando e’ possibile nelle
vicinanze come biancospini prugnoli ligustri piacente allori
corbezzoli rose selvatiche asparagi giunchi edere pungitopi. per
attirare farfalle vanno bene la cicoria selvatica, molto decorativa la
carota selvatica, con i suoi grandi fiori bianchi, e la scabiosa dai
piccoli fiorellini azzurri. poi viti limoni aranci peschi, essenze
profumate come abrotano cedrina geranio odoroso salvia ananas elicriso
mirto rosmarino origano salvia melissa timo prezzemolo basilico.
importante gestire lo spazio a disposizione lasciando alle piante la
luce necessaria. se c e’ acqua si può creare uno zampillo per gli
uccelli e a caduta poi farla precipitare su piccole stagnarole di
grandezze e suoni differenti prodotti dall acqua che vi scorre. si
possono mettere disparate girandole per creare un armonico sonoro o
pietre e leggenti conchiglie appesi che muovendosi danno un altro
armonico. se possibile anche un piccolo canneto per accogliere il
vento con il loro fruscio. le canne e i giunchi assieme al ligustro
alla carice e al papiro danno ottimi materiali secchi da usare nella
cura del giardino. l area del fuoco con il cerchio di pietre dove
accendere fuochi rituali molto fumosi con materiali vegetali di
risulta. l area della terra, ampio spazio con la terra morbida e
pulita , sorta di laboratorio naturale su cui poter camminare scalzi,
far giocare i bambini. la terra unita alla paglia e con le canne può
essere usata come materiale per costruire capanne forni per il pane ,
oggetti , elementi di arredo e giochi. sono belli vecchi contenitori
colorati in metallo, fiaschi di vetro cesti cassette e quanto altro
tutto in ordine sparso, casuale armonico. mucchi di pietre per
ospitare lucertole anche composti con ferri contorti e arrugginiti a
formare piccole sculture tra le pietre e soprattutto specchi per
amplificare spazi e profondità. importante il controllo della
vegetazione da fare a mano tenendo presente il concetto fondamentale;
creare equilibrio, lasciando spazio anche alle erbe selvatiche,
limitando le più forti e proteggendo le più deboli o delicate. col
tempo si può raggiungere uno stato di equilibrio vegetativo attuando
solo un minimo controllo continuo lasciando spazio a tutte le piante.
naturalmente leviti vanno un po guidate così gli alberi da frutto.
creare equilibrio sia in senso verticale, limitando le altezze, sia in
senso orizzontale limitando l eccessiva espansione di alcune piante
come le mente e la fragola di montagna. bello il rovo ma difficile il
controllo, si può ovviare con il lampone. il fico d india con altre
piante grasse in angoli assolati e la palma nana. apparii e ninfee se
ce’ una zona umida. molto scenografici il sorbo il melograno il
melocotogno il nespolo germanico il nespolo giapponese e il caco.
fantastico in autunno quando perde le foglie con tutti quei frutti
arancioni surreali e naive. l orto giardino naturalmente vuole
ospitare insetti impollinatori api rospi lucertole e uccelli. altro
principio di base e’ il dinamismo nella distribuzione di spazi
strutture e camminamenti, dinamismo basato sul concetto di
temporaneità.




PSICOGIARDINO


VENTO FUOCO TERRA ACQUA


SUONI E FUMI


PROFONDITA NAIVE


SPAZI SURREALI


FORMAE ALEATORIE


POLISENSORIALITA








corpi senza spazio in luoghi senza tempo





credo che non vedrò mai

una poesia come un fiore

guardo un fiore,

se continuo a guardarlo

non nascerà alcun pensiero

se guardando quel fiore dico

questo fiore e’ bellissimo,

ecco e’ nato un pensiero.

ma esiste l amore in se?

e’ come chiedersi di fronte al fiore

se esiste il profumo del fiore

senza l esistenza degli uomini,

come potremmo sentirlo

come potremmo solo averne l idea?

amore quando io ti chiamo amore

sei tu che chiamo o il mio amore?


Ferdinando Renzetti

Nessun commento:

Posta un commento