Treia - Orto pensile
Treia, 16 Marzo 2015 - Convegno dal titolo: DIETA MEDITERRANEA.... PATRIMONIO DELL' UMANITA' - DALLE ORE 18,00, nella Sala Ex Trea.
Organizzazione: Comune di Treia in collaborazione con il Laboratorio Piceno della Dieta Mediterranea
Quando si pensa alla parola orto, mille rappresentazioni si evidenziano nella mente, mille immagini prendono forma. L'etimologia della parola stessa, dal latino hortus, indica un'area destinata ad usi diversi: giardino, come gli orti della mitologia greca o delle ville romane; podere, dove si coltivano erbe varie, piante da frutta, vigna. C'è l'orto botanico, dalle finalità didattiche; o l'orto dei Getsemani, orto degli ulivi, con ulivi secolari dai tronchi cavi e contorti, l’ambiente naturale tra i più fedeli alla Gerusalemme di duemila anni fa.
Se pensiamo ad un orto, pensiamo ai suoi ortaggi, a tutto quello che fa ricca la tavola, e la nostra cucina. C'è una grande e riscoperta passione oggi per l'orto, che spinge grandi e bambini a coltivare, piantare nelle scuole, nelle città, nei terrazzi. L'idea dell'orto però è tradizionalmente legata alla campagna, e l'idea di campagna a quella di genuinità. Ciò che spesso non ha una chiara connotazione invece, è proprio il concetto di genuinità: che cosa sia veramente, come la vorremmo, come crediamo che essa venga raggiunta.
Ecco, nel mio immaginario personale genuinità equivale a ricchezza: ricchezza di organismi, vegetali ed animali, di insetti e di erbe, utili e non, di lumache, lombrichi, pidocchi, api, piantaggine, malva e gramigna, nel mio orto. La biodiversità, nel mio orto. Assurdo volere erbacce e lumache nel proprio orto; si possono debellare completamente, o quasi... E' l'opinione condivisa da molti. Molti lussureggianti orti di campagna, così belli da guardare, così "puliti" ed ordinati, da sembrare un disegno, un ricamo. In questi orti si trovano pochi insetti dannosi, i cosiddetti "fitofagi", mangiatori di ortaggi; non ci sono erbe inutili, competitrici per acqua e risorse nutritive. E' qui che si apre la forbice: l'equilibrio naturale, sempre incline alla tolleranza e all'autoregolazione, in contrapposizione all'agro-ecosistema, dove la mano dell'uomo seleziona e decide cosa serve e cosa no. Un margine di compensazione tra le due lame però esiste, ed è la scelta del mezzo con cui intervenire, e della soglia di danno da accettare. Nell'orto "pulito" di campagna, come nell'agricoltura intensiva di tipo convenzionale, la tolleranza è spesso zero, la resa è elevata, il livello di inquinamento e di contaminazione di frutti, acqua e# suolo, nonché il rischio per coltivatori e rispettivi vicinati... ahimè spesso preoccupante, incontrollato, disconosciuto dai più.
Credo si possa tuttavia iniziare a promuovere e scegliere una pratica agricola illuminata partendo dal basso, dal territorio locale, da noi piccoli consumatori e piccoli produttori.
Quando si pensa alla parola orto, mille rappresentazioni si evidenziano nella mente, mille immagini prendono forma. L'etimologia della parola stessa, dal latino hortus, indica un'area destinata ad usi diversi: giardino, come gli orti della mitologia greca o delle ville romane; podere, dove si coltivano erbe varie, piante da frutta, vigna. C'è l'orto botanico, dalle finalità didattiche; o l'orto dei Getsemani, orto degli ulivi, con ulivi secolari dai tronchi cavi e contorti, l’ambiente naturale tra i più fedeli alla Gerusalemme di duemila anni fa.
Se pensiamo ad un orto, pensiamo ai suoi ortaggi, a tutto quello che fa ricca la tavola, e la nostra cucina. C'è una grande e riscoperta passione oggi per l'orto, che spinge grandi e bambini a coltivare, piantare nelle scuole, nelle città, nei terrazzi. L'idea dell'orto però è tradizionalmente legata alla campagna, e l'idea di campagna a quella di genuinità. Ciò che spesso non ha una chiara connotazione invece, è proprio il concetto di genuinità: che cosa sia veramente, come la vorremmo, come crediamo che essa venga raggiunta.
Ecco, nel mio immaginario personale genuinità equivale a ricchezza: ricchezza di organismi, vegetali ed animali, di insetti e di erbe, utili e non, di lumache, lombrichi, pidocchi, api, piantaggine, malva e gramigna, nel mio orto. La biodiversità, nel mio orto. Assurdo volere erbacce e lumache nel proprio orto; si possono debellare completamente, o quasi... E' l'opinione condivisa da molti. Molti lussureggianti orti di campagna, così belli da guardare, così "puliti" ed ordinati, da sembrare un disegno, un ricamo. In questi orti si trovano pochi insetti dannosi, i cosiddetti "fitofagi", mangiatori di ortaggi; non ci sono erbe inutili, competitrici per acqua e risorse nutritive. E' qui che si apre la forbice: l'equilibrio naturale, sempre incline alla tolleranza e all'autoregolazione, in contrapposizione all'agro-ecosistema, dove la mano dell'uomo seleziona e decide cosa serve e cosa no. Un margine di compensazione tra le due lame però esiste, ed è la scelta del mezzo con cui intervenire, e della soglia di danno da accettare. Nell'orto "pulito" di campagna, come nell'agricoltura intensiva di tipo convenzionale, la tolleranza è spesso zero, la resa è elevata, il livello di inquinamento e di contaminazione di frutti, acqua e# suolo, nonché il rischio per coltivatori e rispettivi vicinati... ahimè spesso preoccupante, incontrollato, disconosciuto dai più.
Credo si possa tuttavia iniziare a promuovere e scegliere una pratica agricola illuminata partendo dal basso, dal territorio locale, da noi piccoli consumatori e piccoli produttori.
Ecco allora che il mio non è certo un invito a metterci dalla parte della lumaca; è piuttosto un invito a ragionare, in generale, sul modo in cui pensiamo che quella lumaca sia stata eliminata, ogni volta che ci si trova di fronte ad una pianta di insalata tremendamente intatta, dall'ortolano come al supermercato. E' un invito ad informarci tutti su quali modi esistano al giorno d'oggi, oltre al "veleno", per eliminare tutti gli insetti che arrecano danno alle nostre verdure, alle nostre olive e alla nostra frutta. E di modi ne esistono, alcuni più dispendiosi, altri meno, ma che non hanno e non avranno mai effetti negativi sulla nostra salute. E su quella dei nostri bambini.
Franco Capponi - Sindaco di Treia
I GIARDINI DI MARZO - ALTRA INIZIATIVA DELL'EVENTO - CON ESPERTI CHE CI GUIDERANNO ALL'INTERNO DEGLI ORI E GIARDINI DEL CENTRO STORICO DI TREIA.
I GIARDINI DI MARZO - ALTRA INIZIATIVA DELL'EVENTO - CON ESPERTI CHE CI GUIDERANNO ALL'INTERNO DEGLI ORI E GIARDINI DEL CENTRO STORICO DI TREIA.
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