domenica 27 dicembre 2015

Prove generali di disastro climatico prima della catastrofe finale



In questi giorni di fine dicembre 2015  stiamo assistendo ad una serie di eventi meteo che collegati tra di loro ci fanno capire cosa vuol dire catastrofe climatica planetaria. Non era mai capitato, da quando l’uomo ha iniziato a fare le osservazioni meteorologiche in maniera scientifica, che  un inverno cosi caldo interessasse quasi tutto l’emisfero nord della Terra. 

Anomalie climatiche  hanno sempre caratterizzato le stagioni nel passato, ma si trattava di fenomeni che potevano interessare una regione del pianeta, al massimo un continente, ma qui ci troviamo dal nord America orientale, passando per l’Europa e proseguendo per la Russia e poi fino alla Cina con temperature superiori alle medie stagionali da 4 a 12 gradi celsius. A New York venerdì scorso alle ore 14 si registravano 22 gradi, in Florida addirittura 31°C. In tutta Europa temperature dai 3 ai 9 gradi celsius in più. In Russia nel dipartimento di Mosca alcuni alberi sono in fiore 4 mesi prima del dovuto. In Italia poi la situazione è drammatica dove non c’è neve e dove i grandi fiumi come il Po sono in una magra da record. 

Qui da noi, intendendo il bacino del Mediterraneo, una diabolica alta pressione africana sta insistendo da un mese a tenerci prigionieri, facendo da muraglia a tutte le perturbazioni umide atlantiche che invece di scaricare le piogge su tutto il continente europeo, stanno aggredendo l’Inghilterra come mai era accaduto nel passato. 

Questa nazione dall’inizio di dicembre ha subito 3 violenti fenomeni meteo con rilevanti nubifragi soprattutto concentrati nel Galles e addirittura un Uragano. In Italia l’assenza di venti, oltre che di piogge, ha reso le nostre città “irrespirabili” da Frosinone a Roma fino a Verona, Milano, Bergamo e Torino, ecc. Per fortuna qui in Italia non stiamo nelle condizioni di Pechino né di New Delhi dove lo smog che le avvolge da circa un mese produce centinaia di morti al giorno, tuttavia questa situazione per chi vive nelle nostre grandi città del centro nord accentua patologie cardio respiratorie in bambini e in anziani. 

Questa anomalia globale è attribuita al El Niño:  più è forte El Niño più fenomeni estremi su scala globale si possono verificare. Sappiamo che El Niño si manifesta quando le acque superficiali dell’Oceano Pacifico orientale si riscaldano troppo. Ma questo anomalo riscaldamento delle acque del mare non è forse il risultato del riscaldamento globale del pianeta? E allora tutto è collegato, più gas serra in atmosfera, più calore resta imprigionato sul nostro pianeta, di conseguenza la macchina del clima impazzisce e fenomeni come questo che stiamo vivendo in questi giorni rappresentano il logico risultato.

Cosa potrà capitarci ancora? Quando l’alta pressione africana finalmente ci abbandonerà, arriveranno quelle che impropriamente i colleghi giornalisti chiamano “bombe d’acqua” e poi uragani, allagamenti e frane. Sono molti gli scienziati che danno ormai per scontato che quello che stiamo vivendo come clima anomalo in questi giorni nei prossimi anni sarà la regola.

Non serve più piangere sul latte versato, lo abbiamo fatto per circa 12 giorni a Parigi in occasione della COP21, serve ora prepararci all’inevitabile mettendo in atto piani di emergenza nelle città, nelle periferie, nelle nostre case. Nessuno ormai si illuda che torneranno le condizioni climatiche che  noi più anziani e i nostri genitori ricordavano: stagioni che con regolarità scandivano il passare del tempo e davano alla vegetazione gli input per fiorire, gemmare e andare a riposo. Tutto questo ormai è il passato e il futuro è incerto…non sappiamo come la macchina del clima agirà anno dopo anno alimentata da un inarrestabile aumento di energia termica prodotta dalle nostre attività.

Quindi ci dobbiamo rassegnare agli eventi che ogni volta si presenteranno, una volta con siccità prolungate, altre volte con nubifragi infiniti, come sta capitando alla Gran Bretagna in questi giorni, altre volte con improvvisi uragani e tornado.   Ma oltre a questo dovremmo combattere contro i criminali dell’ambiente intenzionati ancora a perforare la crosta della Terra per cercare petrolio inquinante, a promuovere impianti che producono energia dalla biomassa, tagliando alberi per ridurli poi in pellet, sottrarre aree verdi alle ultime foreste pluviali del pianeta solo per offrire maggiori spazi ai bovini che poi finiranno negli hamburger, gettare cemento ovunque per inutili infrastrutture e per altri villaggi turistici, ecc. ecc. –

Se questa insensata aggressione al nostro ambiente naturale non si fermerà subito, allora  fenomeni come quest’inverno che ancora non c’è, ne dovremmo subire ancora e ancora e sempre peggiori. L’ultima spiaggia per l’umanità resta l’accordo sul clima di Parigi, siglato da quasi tutte le nazioni del pianeta. Purtroppo l’accordo è volontario, appeso alla coscienza dei governanti. 


Se tale coscienza non si dovesse risvegliare e invece restare nell’ambiguo, allora per l’umanità ci sarà poco da sperare per tornare ad avere clima e stagioni come ricordano i nostri vecchi.

 ELM  - Accademia Kronos

1 commento:

  1. Ma secondo il mio modesto parere,nell'andirivieni dei secoli i cambiamenti climatici sono inevitabili.
    Certo con il disboscamento e lo smog aggraviamo ancora di piu' la situazione,ma non ne sono certo la causa,secondo me.

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