Dal Pacifico all’Atlantico sono molte le isole che stanno raggiungendo l'obiettivo “100% da fonti rinnovabili”. Perché non prenderle a modello per rendere anche le nostre 20 isole minori più sostenibili?
Le 20 piccole, ma affascinantissime, isole italiane, oggetto del dossier di Legambiente "Isole sostenibili", potrebbero divenire modelli, nel Mediterraneo, per diffondere soluzioni di sostenibilità ambientale nel settore dell’energia, dell’acqua, dell’economia circolare e della mobilità, promuovendo così un turismo più attento e rispettoso del territorio.
Anche il Ministero dell'Ambiente ci crede e finanzia con 15 milioni di euro un programma che prevede interventi tesi a
- ridurre le emissioni di gas a effetto serra
- sviluppare forme di trasporto a basse emissioni
- attivare misure di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici.
Legambiente, da parte sua, ha costituito un Osservatorio sui processi di sostenibilità nelle nostre isole minori, cercando di fare il punto della situazione su: penetrazione delle rinnovabili, gestione efficiente dei rifiuti, depurazione ed uso della risorsa idrica e mobilità sostenibile.
Energia
Secondo Legambiente è ora di puntare su un modello energetico al 100% rinnovabile, l’obiettivo è incrementare l’energia prodotta da sole, vento e maree. Ogni isola italiana deve cominciare a pensare che le famiglie e le attività presenti sul territorio insulare producano, per quanto possibile, l’energia di cui hanno bisogno attraverso una rete distribuita di impianti rinnovabili ed efficienti, integrati con smart grid e sistemi di accumulo.
Al contrario, oggi, la situazione si presenta in questo modo:
- il fabbisogno di energia è garantito per lo più da vecchie ed inquinanti centrali a gasolio
- il numero di impianti ad energia rinnovabile installati risulta molto basso, nonostante gli alti livelli di soleggiamento
- l’alto costo necessario per la produzione di energia viene pagato non solo dai residenti ma da tutte le famiglie italiane, attraverso la voce UC4 della bolletta.
Risorsa idrica
È necessario andare verso un modello virtuoso di gestione delle risorse idriche. Una delle maggiori criticità presenti nelle isole è proprio quella legata alla carenza di acqua potabile; quasi tutte le isole, infatti, si approvvigionano di acqua attraverso bettoline o impianti di desalinizzazione.
Per questo l’approvvigionamento idrico diviene molto complicato nei periodi estivi per l’alta presenza di turisti e per le condizioni climatiche.
A questo proposito è necessario un progetto che miri, in primo luogo, a ridurre i consumi e recuperare gli sprechi, ad esempio, con vasche di raccolta delle acque piovane nelle case o in agricoltura, al tempo stesso è indispensabile realizzare sistemi di depurazione degli scarichi, oggi ancora in forte ritardo in molte delle isole minori a scapito dell’appetibilità turistica delle stesse.
Rifiuti
In molte isole italiane la gestione dei rifiuti costituisce un vero problema. La raccolta differenziata raggiunge percentuali bassissime, è, quindi, indispensabile un cambiamento che prevenga l’abnorme produzione di rifiuti, soprattutto nel periodo estivo, ed implementi la raccolta differenziata.
Tutto ciò non può prescrindere da campagne informative destinate ai turisti, albergatori e commercianti.
Secondo ISPRA e Comieco i dati più incoraggianti si registrano a Ponza e Capri mentre i più preoccupanti a Favignana e Lipari. Per quanto riguarda le isole toscane minori, Giglio e Capraia, i dati relativi a 2015, certificati dalla Regione Toscana, sono i seguenti:
- Isola di Capraia (LI), con 415 abitanti, produce una quantità di rifiuti urbani totali, differenziati e non, pari a 750.63 kg abitante anno, di cui 204,99 kg anno pro capite sono rifiuti differenziati, la raccolta differenziata si attesta al 29,11%.
- Isola del Giglio (GR), con 1442 abitanti, produce, invece, 991,98 kg di rifiuti totali, differenziati e non, anno per singolo abitante, di questi, i differenziati si attestano a 212,69 kg anno cadauno mentre la percentuale di raccolta differenziata risulta pari al 23,67%.
Mobilità sostenibile
Il tema della mobilità nelle isole ha una duplice criticità, da un lato il collegamento con la terraferma e dall’altro lo spostamento locale. Nei periodi estivi il numero di autovetture aumenta vertiginosamente rendendo difficoltosi gli spostamenti interni e creando anche problemi di parcheggio “selvaggio”.
La sfida è quella di realizzare una mobilità alternativa basata sul trasporto pubblico "pulito" e sull'impiego di mezzi preferibilmente elettrici, nonchè sul potenziamento dei percorsi pedonali e ciclabili sicuri.
Questi importanti cambiamenti possono essere favoriti dal gettito derivante dalla tassa di sbarco (max 2,5 euro), introdotta dall’articolo 33 della Legge 221/2015 e riscossa dai Comuni, che dovrebbe essere utilizzata, come prevede la norma, per:
- miglioramento della gestione dei rifiuti ed aumento della raccolta differenziata
- interventi di recupero e salvaguardia ambientale
- interventi di varia natura nell'ambito della promozione turistica, cultura, mobilità, polizia locale
Per ora, secondo l’Osservatorio di Legambiente, sono ancora poche le isole che hanno progettato un percorso d’investimento della tassa di sbarco a favore della sostenibilità ambientale, per questo l'associazione ambientalista si prefigge di monitorare, nel tempo, il processo verso la sostenibilità di queste 20 isole minori, veri gioielli del Bel Paese.
(Fonte: Arpat)
Scrive Joe Joe Bass:
RispondiElimina"Certo che le isole POSSONO essere autonome ... semplicemente non VOGLIONO. Un esempio: le Isole Eolie furono in "autarchia", per quanto riguarda l'acqua dolce, per 5.950 anni dei loro 6mila di "civiltà".
Poi si è "scoperto" che l'acqua si poteva,
DOVEVA, portare con le navi e "qualcuno" poteva guadagnarci su.
Per 5.998 anni sono nati figli nelle Isole grazie alle levatrici.
Da due anni l'Ospedale, l'ASL, non è "attrezzata" per le partorienti... situazione simile a Pantelleria. Ho VISTO cose ... e comincio a credere veramente alla profezia dell'Apocalisse,
laddove si dice che ad un certo punto Satana è "sciolto dalle catene"...
Come spiegare certi "imbarbarimenti" folli solo ora, dopo 6 mila anni?"