domenica 13 ottobre 2019

Documento di intesa della Rete Bioregionale Italiana sottoscritto dai partecipanti alla fondazione del 1996 ad Acquapendente (Vt)

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Un sentiero del Parco di Monte Rufeno ad Acquapendnete (Vt)


La bioregione è un luogo geografico riconoscibile per le sue caratteristiche di suolo, di specie vegetali ed animali, di clima, oltre che per la cultura umana che da tempo immemorabile si è sviluppata in armonia con tutto questo. 
Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale vi sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L'evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo in "piccola scala", localmente, e se rimane ancorata ad una visione olistica del sapere. 


L'idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all'interno della più ampia comunità di viventi e nell'agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall'affermarsi di un sistema economico e politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l'essere umano. 

Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici, riconoscendo che l'equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell'ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi popolari (nativi americani, aborigeni australiani, ecc.) e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali. Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione. Queste sono alcune delle prime cose da attuare e, in tale campo, siamo tutti apprendisti. 

L'idea bioregionale punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci, diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte interdipendente di un insieme senziente. 

L'idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata. Nell'introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo. 

Paolo D'arpini - Portavoce della Rete Bioregionale Italiana

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Per aderire alla Rete Bioregionale Italiana è sufficiente sottoscrivere il presente documento inviando una email di conferma a bioregionalismo.treia@gmail.com

Articolo collegato: https://www.viverealtrimenti.com/la-rete-bioregionale-italiana/

3 commenti:

  1. Corrispondenza intercorsa:

    "Ciao Paolo, Sono Lapo, del Consiglio direttivo della Rive.
    Da diverso tempo mi sto interessando anche di bioregionalismo e sento che è una delle strade principali che dobbiamo e possiamo percorrere per restituire senso al vivere e allo stare su questa Terra.
    In questi mesi sto pensando a come coniugare la visione Bioregionale alle innumerevoli innovazioni che si sono e si stanno sviluppando nelle comunità intenzionali.
    Ma visto che il tema è ampio, mi piacerebbe poterci confrontare, o per telefono, o chissà mai di persona, e sentire cosa da questo potrebbe o potrà nascere.
    Per quel che riguarda la richiesta di adesione da parte di Rive alla Rete Bioregionale, ne parleremo sicuramente nel Consiglio direttivo, il quale ha comunque i suoi tempi...
    Ad ogni modo grazie per il tuo lavoro,
    a presto, Lapo."

    Mia rispostina: "Caro Lapo, mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera. La RIVE è una realtà che ho sempre considerata vicina alla Rete Bioregionale, non dimentichiamo infatti che uno dei primissimi esperimenti di ecovillaggio fu proprio tentato da me a Calcata, come scritto diversi anni fa da Manuel Olivares nel suo prima libro sugli Ecovillaggi in Italia (Edizione Malatempora) e come testimoniato anche sull'agenzia di notizie ambientali "Pressenza" (https://www.pressenza.com/it/2013/12/bioregionalismo-spiritualita-laica-ecologia-profonda/ ).
    Agli inizi della Rete Bioregionale c'era stato un proficuo coordinamento con i nascenti ecovillaggi, con AAM Terra Nuova e successivamente anche con la RIVE, spesso alcuni vostri rappresentanti (come Giulietta Blu ed altri) parteciparono agli incontri bioregionali collettivi che si tennero in varie parti d'Italia. A questo proposito sin d'ora invito la RIVE a partecipare al prossimo collettivo bioregionale che quest'anno penso si terrà in Emilia. Ritengo che la pratica bioregionale ed il ri-abitare in comunità siano aspetti strettamente collegati nell'attuazione dell'ecologia profonda, soprattutto in considerazione dei tempi in cui viviamo. Mi auguro pertanto che possa esserci tra noi una collaborazione costruttiva ed un collegamento operativo costante.
    Cordiali saluti, Paolo"


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  2. Altra email ricevuta - Scrive Roberto: "Ciao Paolo D'Arpini, sono con te per quanto riguarda le idee bioregionaliste, però rinuncio ad iscrivermi alla Rete. Sono in diverse comunità virtuali: la rete ecologista, la rete di cooperazione educativa, l'amicale, la familiare, quella artistica del museo locale e quella dopolavoristica. Solo a leggere e seguire le comunicazioni passano si perde una grande quantita di tempo. Nelle reti si esercitano i narcisisti, quelli che ce l'hanno con il mondo intero, quelli  non si sono accordi che il mondo è scomparso, quelli che si divertono a creare problemi, che ti dicono che sei tu il problema, quelli che merirerebbero delle risposte ,ma poi dici ma perchè devo discutere con uno con non vedo in faccia, non sento viva voce, non palpo con la mano, ecc.. ecc...
    Per il resto va bene e leggo le cose che scrivi. Buona vita, Roberto"


    Mia rispostina: "Caro Roberto, l'importante è essere operativi nel luogo in cui si vive, cercando di mettere in pratica bioregionalismo ed ecologia profonda. Se in futuro vorrai intervenire ad uno del nostri incontri, per guardarci in faccia e scambiarci idee e progetti,  ne saremo lieti. Nel frattempo se vuoi puoi iscriverti tra i lettori fissi del nostro blog, per restare in contatto. Ciao" (p.d'a.)

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  3. Commento di Roberto, via email:

    "Ciao Paolo D'Arpini, sono con te per quanto riguarda le idee bioregionaliste, però rinuncio ad iscrivermi alla Rete. Sono in diverse comunità virtuali: la rete ecologista, la rete di cooperazione educativa, l'amicale, la familiare, quella artistica del museo locale e quella dopolavoristica. Solo a leggere e seguire le comunicazioni passano si perde una grande quantità di tempo. Nelle reti si esercitano i narcisisti, quelli che ce l'hanno con il mondo intero, quelli  non si sono accordi che il mondo è scomparso, quelli che si divertono a creare problemi, che ti dicono che sei tu il problema, quelli che meriterebbero delle risposte, ma poi dici ma perché devo discutere con uno con non vedo in faccia, non sento viva voce, non palpo con la mano, ecc.. ecc... Per il resto va bene e leggo le cose che scrivi. Buona vita, Roberto"

    Mia rispostina: "Caro Roberto, l'importante è essere operativi nel luogo in cui si vive, cercando di mettere in pratica bioregionalismo ed ecologia profonda. Se in futuro vorrai intervenire ad uno del nostri incontri, per guardarci in faccia e scambiarci idee e progetti,  ne saremo lieti. Nel frattempo se vuoi puoi iscriverti tra i lettori fissi del nostro blog, per restare in contatto. Ciao"

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