giovedì 6 novembre 2025

Produzione e distruzione del cibo...

 


Un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano viene perso o sprecato ogni anno, per un totale di circa 1,3 miliardi di tonnellate. Lo spreco non avviene solo nelle nostre case, ma lungo tutta la  catena del valore. Inizia nei campi, dove raccolti perfettamente commestibili vengono scartati per non aver raggiunto standard estetici imposti dal mercato. 

Prosegue nelle fasi di stoccaggio e trasporto, a causa di infrastrutture inadeguate, e si amplifica nella trasformazione industriale e nella vendita al dettaglio.

Infine, culmina tra le mura domestiche, dove il cibo acquistato finisce troppo spesso nel bidone  dell’indifferenziato. L’impatto di questa inefficienza è devastante: lo spreco alimentare è responsabile di
circa l’8-10% delle emissioni globali di gas serra. Se fosse un Paese, sarebbe il terzo più grande emettitore al mondo, dopo Cina e Stati Uniti, consumerebbe invano un quarto di tutta l’acqua utilizzata in agricoltura e occuperebbe una superficie agricola grande quanto la Cina. 

È un’emorragia di risorse naturali, energia e lavoro, con un costo economico globale stimato in circa 1.000 miliardi di dollari all’anno. Un sistema che permette che tutto ciò accada mentre oltre 800 milioni di persone soffrono la fame non è solo inefficiente: è eticamente inaccettabile.

Prof. Luigi Campanella - Energy and life



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