domenica 19 febbraio 2012

Gioia profonda nel silenzio e fastidio nel rumore e nella musicaccia

Spiaggia libera di Porto Recanati


Scrive Elisa Nicoli: "Limitare il nostro impatto su una terra che non ci appartiene diventa sempre più impellente, ma non dobbiamo farci angosciare. Un profondo respiro, ci fermiamo. Cominciamo dalla nostra casa. Guardiamo tra le nostre cose come se fossimo ospiti esterni, immaginiamo per loro una storia diversa e costruiamola noi..."


Ecco, cominciamo dal rumore: l'inquinamento acustico é uno dei problemi più diffusi e non ce ne rendiamo neanche conto. Si parla sempre dell'inquinamento atmosferico, delle acque, del cibo, ma di quanto il nostro senso dell'udito sia vittima del rumore e di suoni non richiesti, nessuno ne parla. Non possiamo neanche chiudere le orecchie, come facciamo con gli occhi, e siamo talmente abituati ad essere immersi nel rumore che quasi non ci facciamo più caso. Nel sonno, quando tutti gli altri sensi sono a riposo, l'udito fa da sentinella.



Un forte rumore causa una sensazione di allerta e questo senso doveva essere particolarmente importante qualche migliaio di anni fa, quando i rifugi erano precari e le minacce più frequenti: chi stava di sentinella, nella notte buia, doveva stare all'erta con l'udito.


Solo quando ad esempio, ci troviamo, per qualche motivo particolare, immersi nel silenzio, allora percepiamo la differenza.

Per esempio a me é capitato recentemente, a causa delle nevicate che hanno coperto le strade di un manto impercorribile, costringendo le automobili a fermarsi e dando al paese in cui vivo una immagine nuova e una nuova musica: il silenzio.


Nel silenzio la percezione dei motivi della natura si fa più evidente: gli uccellini che si avvicinavano alle case per cercare qualcosa da mangiare facevano sentire in maniera più brillante il loro richiamo e la neve che si scioglieva gocciolando creava un ticchettio appena percepibile, ma percepito.


Ma noi siamo capaci di vivere il silenzio? Quando ci si trova fra amici e si parla, prima o poi si finisce per gridare, forse cerchiamo un'attenzione e un'affermazione sull'altro che non riusciamo ad avere altrimenti. Le parole vengono buttate lì, hanno un significato marginale, sono più importante per essere ascoltati, il tono della voce ed il volume.


E' bello ritrovare la capacità di ascoltare il sussurro e la comunicazione non verbale, fatta di gesti, atteggiamenti, sorrisi, sguardi.


Siamo in tanti e siamo rumorosi. Basta andare a passare una giornata al mare, in estate: ormai le zone isolate sono sempre più rare, nelle nostre spiagge. Bambini urlanti, madri urlanti, musica  di sottofondo dallo stabilimento, scooter d'acqua e imbarcazioni a motore rovinano la poesia e il relax che un ambiente completamente naturale e perciò silenzioso, potrebbe regalarci.


Io e Paolo la scorsa estate abbiamo trovato il silenzio in una spiaggia libera di Porto Recanati, un po' sporca, si, ma almeno potevamo sentire le onde del mare e il verso dei gabbiani.

Estate, ti aspettiamo!


Caterina Regazzi

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