mercoledì 1 febbraio 2012

Il Movimento dei Forconi - Analisi politico sociale ecologica di Francesco Lo Cascio e Tiziano Cardosi

Tafferugli


In questi giorni mi ha molto colpito l’assenza di dibattito sulla cosiddetta mobilitazione dei “forconi”.

Un po’ per prudenza, un po’ per inconfessabile soddisfazione nel vedere il governo in difficoltà, un po’ per la difficoltà di mettersi in mostra, come ecologisti e quant’altro, rispetto ad un virulento movimento in crescita ed a caccia di avversari, un po’ per la solita disattenzione verso i temi ritenuti regionali di un sud erroneamente percepito come distante.
Eppure le ragioni d’intervento non mancano! È possibile ritenere “rivoluzionario” il richiedere tariffe più basse dei carburanti, rivendicando il diritto a consumarne quanto più possibile? Ovviamente il tema coinvolge ceti fortemente disagiati, ma è questa la soluzione? Possiamo ritenere i “padroncini” del trasporto su gomma, portatori di reali istanze di cambiamento? E le proposte sulla filiera corta, sui consumi Km Ø, le proposte del bioregionalismo, di rinascita delle aree rurali, di un agricoltura biologica non subordinata agli interessi industriali, che fine hanno fatto?

Le proposte sul primato del trasporto su rotaia e sulle autostrade del mare? Ricordo una iniziativa dei Verdi Toscani e Siciliani quando si fecero partire contemporaneamente dei TIR su strada e via mare tra Livorno e Palermo, dimostrando la maggiore velocità e confortevolezza del trasporto per mare. Quali risposte dare a questi lavoratori, spesso sfruttati dalle grandi aziende committenti, con tempi di consegna stressanti sempre più ristretti a rischio della sicurezza ed incolumità, loro ed altrui.

Essere “padroncini” del proprio mezzo, indebitati per ciò fino al collo, è reale libertà, essere “imprenditori” di se stessi, o piuttosto una delle varie forme di esternalizzazione dei costi dell’industria, quali le varie figure atipiche, “partite iva”, e via dicendo?

Consorziare queste aziende non darebbe loro maggiori sicurezze e forza contrattuale? Questi temi hanno fatto parte dei programmi delle forze del passato centro sinistra, che fine ha fatto questa gente? Che fine hanno fatto Verdi ed ambientalisti?

Ed i movimentisti vari dell’”antipolitica”? Ed il sindacato? I sindacati di base in sciopero contro Monti? Si è parlato insistentemente della strumentalizzazione dei “forconi”, infiltrati da forza nuova, forse dalla mafia (indagini ed arresti sono già avvenuti), subalterni agli interessi del “governatore” della Sicilia Lombardo, ascari della destra nazionale.

Ma non sembrano essersi levate particolari voci alternative! Mentre l’economia e la vita sociale di un’intera regione (1/10 dell’Italia) venivano prese in ostaggio. Per di più alcuni centri sociali hanno solidarizzato, in nome del ribellismo, infischiandosene delle confusioni con la destra alla quale sono solitamente contrapposti in esibizioni testosteroniche.

Possibile che la nonviolenza e l’ecologismo non abbia una parola di fronte vicende come queste? Bisognava proprio aspettare un morto in Piemonte per avere un minimo di notizia sulle mobilitazioni in atto? E dei pastori sardi? Delle marinerie della pesca? Anche lì la soluzione è rivendicare deroghe ad i vincoli ambientali dell’unione europea? L’Europa è sempre più additata come avversaria, anche se forse l’avversario vero è il deficit di Europa politica, a fronte dello spadroneggiare di banche e tecnici.

Non è che forse bisogna proprio rivendicare una capacità di governo europeo, responsabile davanti un parlamento eletto dal popolo? Non è che questa sia l’ultimo colpo di coda dello spadroneggiare degli stati nazionali, che tanti lutti hanno dato alla storia degli europei? E chi dovrebbe sostenere una tale rivendicazione? Una sinistra senza prospettiva, sempre più impaludata nei battibecchi provinciali delle diverse nazionalità?

Forse ben dice Erri De Luca quando afferma che “L’Italia è un paese di destra, con un opposizione di destra”. Possono esistere alternative a tale quadro? Getto un sasso nell’acqua e mi aspetto di contemplare il silenzioso effimero propagarsi dei cerchi di flebili onde galleggianti nel nulla.

Francesco Lo Cascio - Lista Ecologia Peacelink

Info:
1) http://casarrubea.wordpress.com/2012/01/19/forconi/
2) http://infoaltra.blogspot.com/2012/01/il-movimento-dei-forconi-tra-legittime.html
3) http://youtu.be/Hmw4wML6oo0

http://is.gd/MIRPalermoNews  (RSS aggregator)


......................


Commento di Tiziano Cardosi:

Io credo ti metta in una ottica sbagliata pensando di trovare nei forconi la soluzione dei problemi ambientali o criticandoli perché non ce l'hanno.

I forconi, come tassisti e camionisti, sono la punta di un iceberg di un malessere che non ha e non cerca soluzioni alla crisi ambientale globale; sono il grido di chi non ce la fa più a tirare avanti, un sintomo che la crisi economica è lungi dall'essere risolta dal "governo per bene".
Non puoi risolvere la questione suggerendo che siccome queste categorie non hanno gli strumenti per risolvere i problemi ambientali è spazzatura. Non è da chi sta affogando che puoi trovare le istruzioni per nuotare.
Non mi piace nemmeno sostenere chi dice che queste sono categorie privilegiate; se queste hanno ancora diritti dobbiamo far sì che chi non li ha li ottenga, non appoggiare chi vuole toglierli a tutti. L'alternativa di Monti alle licenze dei tassisti è il monopolio da parte di qualche industrialotto che compra 100 licenze e assume immigrati a stipendi da fame.
Queste proteste cavalcate dalla destra più becera e impresentabile sono un atto di accusa a chi come noi non ha saputo ancora trovare il punto di convergenza di lotte ambientali e sociali.
Cominciano a ribellarsi anche gli operai dei cantieri navali e occupano le autostrade; stanno proponendo loro di costruire navi da guerra e navi carcerarie. Che devono fare? immolarsi e morir di fame o adattarsi al lavoro di m... che danno loro?
Il problema non sono questi operai, è la politica di sinistra che non ha nulla da offrire in alternativa.
Io temo che da questa crisi se ne esca bruscamente a destra come ha previsto Krugman
http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2011/12/26/18389-paul-krugman-depressione-e-democrazia/
questo per la insipienza della sinistra che col PD crede ancora che il mercato regoli tutto (posizione neoliberista), con sel e fed crede di potersi alleare col PD 

Nessun commento:

Posta un commento