Riabitare in modo gentile la terra
Lo stato moderno ha il monopolio dell'uso della violenza e commette ogni genere di abuso e di appropriazione e devastazione delle risorse ambientali e delle comunità umane.
L'Italia ha ormai superato il 70% di tassazione e si sta progressivamente avviando verso il totale depauperamento delle famiglie e delle persone oneste ed attive professionalmente per favorire e sostenere i privilegi di una classe politica e sociale collusa e parassitaria, e potrebbe in tempi brevi abolire o lasciar estinguere le lingue minoritarie e ridurre le culture locali a mero folklore turistico, nel solco di una politica sempre più liberticida, opprimente ed omologante …
La soluzione per sottrarsi allo statalismo coercitivo (simulacro di democrazia) potrebbe essere la costituzione di comunità volontarie, zone franche, città private e piccole patrie, “micronazioni per consenso”.
La società civile saprà riscattarsi dall'oppressione statale con queste innovative soluzioni civili localistiche bioregionali, che in futuro saranno piuttosto frequenti, rievocando e riadattando quelle che in epoca medievale erano le comunità di villaggio.
In Italia di comunità libertarie attualmente non c'è ne sono, ma abbiamo una ventina di Ecovillaggi e qualche Comunità a sfondo etico e solidaristico, che ha qualche affinità con il pensiero libertario, all'estero vi sono esempi funzionanti da parecchi decenni.
Occorre anche tener presente un fenomeno da non sottovalutare, anche se passa perlopiù inosservato:
sono sempre più numerosi gli acquisti in blocco di interi borghi, villaggi, frazioni diroccate ed abbandonate da tempo (soprattutto negli Appennini), grange, cascine, ecc., non da parte di qualche finanziaria o immobiliare per investimenti o speculazioni, ma da parte di gruppi di persone che intendono vivere in comunità isolate secondo regole da loro stessi elaborate e condivise.
Non esistono censimenti di queste localizzazioni comunitarie atipiche, ma sono ormai parecchie decine nella nostra penisola.
Claudio Martinotti Doria
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Io non parlo per me, ma per noi tutti.
Forse che questa è la Casa di Priamo?
No, questo è il mondo immenso in microcosmo,
una sola faccenda di Famiglia.
Da bimbi noi davamo ai genitori
il biasimo per ciò che ci spiaceva;
adulti riversiamo sugli Dei,
sulle leggi economiche e d’ambiente,
ogni nostra stoltezza.
Non esiste
se non dentro di noi ciò chiamiamo
Dei, Sorte o Fato.
Se Troia o se Sparta
cadono, che importa alle divinità?
Esse son già cadute e, insieme ad esse,
chi vive d’ingordigia, di paura,
e d’inganno.
Gli Dei non curano chi cade o come.
Gli Dei vivono solo nell’istante,
nell’acuta canzone meridiana
della cicala, nel sentore fresco
di pioggia fra gli abeti, nella sera,
nella gioia che dà la differenza
reciproca agli amanti estasiati,
o come quando qui stasera, allegri,
si ride insieme.
Atena, la saggezza occhi–lucente,
prende forme svariate, e più il silenzio.
Il Dio si mostra in ciò che non ci dice.
O creature umane che capite,
voi sensitive più d’ogni altro bruto,
agili come rane e costruttrici
come formiche, nulla vi minaccia
se da voi stesse non vi condannate.
Distruggetevi almeno nella gioia!
E che gli Dei vi vedano!
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Mio commento:
A volte le parole possono molto... ma occorre che tocchino al cuore l'interlocutore, altrimenti vanno disperse. Ma anche in quet'ultimo caso possono sottilmente sortire un effetto, infatti le forme
pensiero -quando molto lucide e forti- sono in grado di entrare nella psiche collettiva e spingere le menti di tutti gli esseri verso quella direzione... E' così che sostanzialmente si manifesta la spinta evolutiva. (Paolo D'Arpini)
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