sabato 4 maggio 2013

Un racconto bioregionale di Caterina Regazzi: "Gallinelle d'acqua alla cova e strada sul Panaro che smotta"




Una giornata come tante altre…. Con una sorpresa in più.

Io e Paolo, quando siamo insieme a Spilamberto, amiamo passeggiare lungo il Panaro, vicino a casa. Comprai questa casa  8 anni fa, non tanto per la grandezza delle stanze e il loro numero o per le rifiniture. Tre furono le caratteristiche che me la fecero scegliere, ancora sulla carta: la presenza di un piccolissimo giardino (ma ora che è partito ed io ho poco tempo anche troppo impegnativo) dove poter piantare fiori, ortaggi e altro e dove poter far scorrazzare gli animali, l’esposizione che è sud- sud ovest (avrei preferito sud- est, ma era già presa), ma soprattutto per la vicinanza del Percorso Natura, lungo il fiume Panaro. 

Da casa mia si raggiunge tranquillamente a piedi, percorrendo una cavedagna in mezzo a campi che di anno in anno possono essere coltivati a grano, raramente colza e raramente mais. Si costeggia poi un fossato ed infine si arriva contro il fiume.

In fondo a questi primi campi c’è una “pozza”, noi la chiamiamo familiarmente così, ma è bella grande e non abbiamo ancora capito, cioè nessuno ci ha ancora spiegato perché è stata scavata, forse da lì si è estratta tempo fa della ghiaia, oppure è stata scavata per raccogliere acqua per irrigare.

Durante l’arco dell’anno e a seconda delle condizioni del tempo la pozza è più o meno piena. L’anno scorso con la siccità che c’era stata si era miseramente prosciugata per un lungo periodo, tanto che si vedevano alcuni pesci guizzare morenti e nessun uccello ci veniva più a soggiornare.

Ieri siamo andati a fare questa passeggiata per la prima volta dopo essere tornati assieme a Spilamberto da Treia.

Le piogge e le nevicate di questo inverno così lungo hanno avuto il loro bell'effetto: non avevamo mai visto la zona così rigogliosa e piena di fiori. Il grano era cresciuto notevolmente dall'ultima volta che ci ero passata e sta spigando... l'unica nota negativa, la completa assenza di papaveri, che starebbero così bene in mezzo al grano e denoterebbero l'assenza di trattamenti diserbanti.

La pozza è ricca di acqua ed infatti abbiamo visto galleggiare sul pelo un discreto numero di germani, maschi e femmine. Erano buffissimi: prima stavano tutti fermi e tutti rivolti nella stessa direzione, poi, insieme , si sono voltati e si sono diretti a fare un giretto, in tondo, come delle pecorelle. In mezzo alla pozza poi abbiamo notato un mucchietto di frasche con in mezzo, immobile, una gallinella d'acqua. Si vedeva appena, era un po' distante e mezza coperta dalle frasche. Sulla destra, abbastanza lontana ce n'era un'altra, che si stava dirigendo verso la prima, che evidentemente, stava covando! 

Quella che covava si è alzata ed è "scesa" dal nido e si è messa a nuotare. Quella che era lontana si è avvicinata al nido ed ha preso il posto della prima, cioè le ha dato il cambio! Quella che si era allontanata dal nido ha poi raggiunto altre due consorelle (o, meglio, "confratelli") e si sono messi a litigare... stavano in piedi sul pelo dell'acqua sbattendo le ali, fronteggiandosi e starnazzando. 

Insomma, probabilmente questo, dei due, era il maschio che scacciava eventuali malintenzionati dalla sua compagna e dal nido. Siamo rimasti per un bel po' incantati ad osservare la scenetta.

Abbiamo poi proseguito lungo il percorso notando che le pareti del sentiero sono state notevolmente danneggiate dalle piene invernali e che ormai sta per essere interessato dai crolli il percorso stesso... speriamo che la provincia, che è responsabile dei corsi d'acqua, sia a conoscenza di questo stato e che abbiano previsto di prendere qualche provvedimento! 

Cercherò di informarmi e di fare presente a qualcuno che c'è anche una situazione di pericolo in quel tratto e sarebbe un bel danno per la percorribilità del sentiero se il terreno dovesse crollare ulteriormente!

Per oggi è prevista un'altra passeggiata, in compagnia di Monica. Vedremo come va la cova, speriamo che la nutria che Viola ha visto sempre ieri aggirarsi nella pozza non abbia fatto man bassa delle uova!

Caterina Regazzi
Referente Uomo-Animali
Rete Bioregionale Italiana


1 commento:

  1. Come al solito Caterina rende l'idea..qualcosa di semplice,bello e,decisamente,tanto lontano. Oddio,non è che dalle mie parti (Nicolosi sull'Etna e Catania in generale)manchino "isole"di questo genere. Anzi,alcune sono decisamente incredibili considerando che ci si trova su un vulcano ed in una terra (la Piana di Catania)piú che altro arsa dal sole. Però si tratta di siti difficoltosi da raggiungere per la persona "comune". Che,come me per pigrizia principalmente,vorrebbe trovarli già inseriti nel contesto stesso in cui vive e si muove. Un sogno...nel recente passato hanno rubato pure le papere del Giardino Bellini di Catania. Io stesso,vedendo volare sulla tangenziale sud direzione Oasi del Simeto una splendida cicogna,ho implorato il Creatore affinché potesse raggiungere indenne almeno la riserva. E,scusandomi per la disgressione,allora mi immergo,magari sdraiato su un comodo letto,nella descrizioni naturalistiche fatte da Caterina. Quanto mi piacciono....grazie.

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