Noto cinofilo di convenienza...
La comunicazione giornalistica indigena è quella che è, che vogliamo farci. Un titolo malfatto come “Sconto sulle tasse a chi adotta un cane”, seguito dalla scarna velina che (dopo gli scioglilingua Tari-Tasu-Ta-quello-che-ti- pare, cifra del nostro tempo demente) annuncia che avrà uno sconto sulla tassa dei rifiuti chi adotterà un cane dal canile comunale, e stop - non chiarisce, non spiega, non approfondisce - non ha certo giovato alla comprensione.
Così qualcuno è partito lancia in resta, “indignato” dall’iniziativa che - dice - anziché educare ad un rapporto consapevole con gli animali, spingerebbe ad adottarne uno per scopi utilitaristici.
Indignazione sprecata, che vede il marcio dove (per una volta!) non c’è. Perché è vero che il borgo selvaggio non ha brillato né brilla per politiche animaliste (e, pur autonominatosi pomposamente “Comune animal friendly”, non si risolve a vietare i mercati con animali vivi nelle feste paesane. E già San Paterniano incombe, e il brutto spettacolo si replicherà…).
Ma questo provvedimento potrebbe essere (mi fa strano dirlo..) più intelligente di quanto le veline comunali acriticamente scopiazzate dalla stampa facciano sembrare.
Intanto (come si legge altrove, in giornali che almeno s’informano e sanno spiegare le cose, dal Sole24ore, alla Gazzetta di Parma, fino a quella di Castelvetrano Selinunte…) l’iniziativa non nasce qui ma, partita dalla Sicilia (Solarino) già dal novembre 2013, ha risalito la Penisola come la spedizione dei Mille, coinvolgendo varie Regioni e un ampio numero di Comuni (lambendo pure la vicinissima Teramo), per approdare ora a Grottammare umbilicus mundi.
Potrebbero alcuni furbetti voler mettersi un cane in casa per vedersi ridurre la tassa sui rifiuti, come dubitano gli indignati speciali? Forse sì, nel Belpaese che non teme rivali in furbizie pubbliche e private: ma a contrastare le mefistofeliche intelligenze decise a munirsi di cane anti-tasse, i Comuni prevedono ovviamente controlli pre e post affido. Che dovranno esserci veramente: seri, severi e ripetuti. (“Abbiamo stabilito – dicono al Comune di Fiumicino – che questa detrazione avvenga dopo una serie di attente verifiche sullo stato di salute e mantenimento del cane. Deve trattarsi, infatti, di un’adozione dettata esclusivamente dall’amore per l’animale”. Elementare.)
Sulle fragili obiezioni degli indignati prevale dunque quanto di buono c’è nel provvedimento. Se infatti il peso economico spesso scoraggia i molti che pur saprebbero occuparsi amorevolmente di un animale, uno sgravio fiscale che incentivi la bellezza e la gioia di “essere occupati” da un cane, non può che avere ricadute positive, sollecitando “la responsabilità di tutti a vivere in un ambiente in cui il rapporto uomo-natura trovi il perduto equilibrio”.
Perché si tratterebbe di cani ospitati in strutture di accoglienza con consistente impiego di forze e di fondi pubblici, e della cui adozione – già di per sé efficace contrasto al randagismo - “le famiglie si avvantaggerebbero in termini affettivi ed economici, regalando un posto sicuro a creature che potrebbero scrollarsi di dosso il fardello di un trascorso non semplicissimo” (cfr. Comune di Lecce).
Con buona pace di indignazioni in servizio permanente effettivo.
Sara Di Giuseppe
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