mercoledì 7 maggio 2014

Marche sommerse e piani idrogeologici necessari

Negli ultimi giorni di questa prima settimana di maggio 2014 l'insistenza della pioggia, definita in alcune zone "monsonica", alla fine, sul nostro fragile territorio, ha prodotto danni a cose e persone. Al momento le vittime accertate sono 2. In particolare vere e proprie bombe di acqua si sono abbattute su Ancona e su Senigallia, facendo straripare corsi d'acqua e allagando paesi e campagne. Valanghe di fango hanno reso difficilissima la circolazione veicolare su molte strade. Il fiume Misa nella sua travolgente piena ha ucciso un uomo e bloccato cento persone tra studenti e docenti nei piani alti dell'istituto scolastico cittadino "Corinaldesi". Era prevista questa situazione meteo? In effetti la protezione civile aveva allertato molte città in provincia di Ancona, tuttavia non ci si aspettava una così violenta reazione meteo che ha preso tutti alla sprovvista. (AK)


Intervento in sintonia:
Se fino al 2000 le alluvioni e le frane hanno coinvolto in Italia mediamente 4 regioni ogni anno, negli ultimi dieci anni il numero di territori coinvolti e’ raddoppiato, passando a 8. Così’ come sono aumentati i fenomeni meteorici che prima risultavano eccezionali. Nel contempo però’ la prevenzione tarda ad arrivare. Lo rileva ‘Ambiente Italia 2013′, il rapporto di Legambiente. Negli ultimi 10 anni solo 2 miliardi di euro sono stati effettivamente erogati per attuare gli interventi previsti dai Piani di assetto idrogeologico redatti dalle Autorità’ di bacino (Pai), per uno stanziamento totale di 4,5 miliardi di euro. Decisamente troppo pochi se si considera quanto invece sono costati, in termini di danni, i dissesti che si sono verificati nel corso degli anni. Nell’ultimo ventennio i danni da frane ed alluvione corrispondono a circa 30 miliardi di euro (fonte ISPRA) e solo negli ultimi tre anni lo Stato ha speso circa un milione di euro al giorno per coprire solo parte dei danni provocati su tutto il territorio.

Peppe Caridi

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