venerdì 16 maggio 2014

Venezia – Arte in Campo “libero” … – Dipingere all’aperto è un diritto umano


ARTE in CAMPO è un progetto creato da artisti e cittadini con lo scopo di avvicinare l’Arte e la Cultura a piccoli e grandi bambini, portando vita e colore nei campi di Venezia.
Lo spazio pubblico è un punto d’incontro dove esprimersi liberamente oppure scoprire la propria creatività tramite laboratori didattici e lo sviluppo di progetti comuni.
Non siamo organizzatori di Eventi ne Festival delle Arti… nemmeno una Associazione di Artisti.
Siamo liberi professionisti in rete e facciamo questi incontri sotto forma di manifestazione per reivindicare la Libera Espressione dell’Arte di strada e il nostro diritto di Vivere Venezia.
Spesso e volentieri siamo ospiti all’interno di Festival e partecipiamo vivamente ai vari incontri culturali in città.
Le giornate d’Arte in Campo si svolgeranno durante tutto l’anno con cadenza mensile in diversi campi di Venezia.
Facciamo regolarmente riunioni S.O.S. per raccogliere proposte e discutere insieme il futuro dell’Arte di strada.
La partecipazione è aperta a tutti!
Vi aspettiamo… con l’augurio di essere sempre di più!

info: arte.venezia@nacasona.net
www.artisti-di-strada.nacasona.net

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CRONACA: 

7 MAGGIO 2014
Dopo 3 settimane di disegno all’aperto trascorse senza incidenti, oggi 2 vigili sono venuti a trovarmi in campo. Fatalità, erano gli stessi che m’avevano mandato via nel mese di ottobre. E m’hanno riconosciuto. Ho tirato fuori tutta la serenità che avevo raccolto in questo periodo per cercare di raggionare con loro. Ormai non sto più zitta. Così, hanno cominciato di nuovo il gioco di domande:
-Buon giorno, lei ha l’autorizzazione per stare qui?
- No – ho detto tranquilla – e non mi serve nessun permesso perché io sto soltanto disegnando. Se vuole le faccio vedere la mia cartella. È vuota.
Infatti, non avevo niente da vendere, neanche una misera cartolina. Disegnavo e basta… e quello creava parecchia confusione nella loro mente razionale.
Di solito, i vigili sono sempre di fretta, come se la divisa bruciasse sotto il sole… ma, oggi sembravano disponibili a parlare con me. Ho raccontato di nuovo la mia storia e i motivi per i quali dopo 4 anni non ho ancora l’autorizzazione. Mi ascoltavano quasi con tenerezza e m’hanno perfino suggerito di creare un gruppo di artisti e di andare a parlare in Comune con qualche ufficio competente. Creare un gruppo come S.O.S. Artisti di strada? Ma dai… non ci avevo mica pensato!
Ho deciso che era meglio lasciar perdere e prenderla come un triste scherzo del destino. Così, ho detto che mi trovavano disegnando in campo tutte le mattine se volevano passare a salutarmi o fare due chiacchiere. Non era una provocazione ma, finalmente hanno capito che non potevano mandarmi via senza motivo.
-Mi raccomando, signorina… – ha detto con tono amichevole.
Per la prima volta, loro sono andati via e io sono rimasta in campo, col cuore in gola ma, felice di aver vinto la mia piccola lotta personale alla conquista di uno spazio che è di tutti!

8 MAGGIO 2014
Oggi, verso mezzogiorno, sono venuti a trovarmi in campo 1 carabiniere e 2 militari. Di solito non ho problemi con loro ma, questa mattina avevano un importante compito da fare “per il bene di tutti”.
Erano giovani, forse avevano qualche anno in più di me… ma la divisa li daba un aspetto serio e poco amichevole. Mi ho sempre domandato qual’è la cosa che li spinge a fare questo lavoro. Prottegere Venezia e i suoi cittadini è un atto lodevole… ma, spesso, mi sembra che ce l’abbiano con noi. Con quelle persone che la pensano diversamente oppure sono “fuori” dal regolamento perché semplicemente non esistono regole fatte per loro.
Il carabiniere m’ha chiesto la documentazione con gesto arrogante, mentre i militari sorridevano per mitigare, nel possibile, la richiesta del suo compagno. Sono andata a cercare nella borsa, fra matite e colori, il prezioso documento.
-Ah… spagnola! – ha letto nel tesserino di plastica con voce ambigua fra la curiosità e il disprezzo.
-Sono residente a Venezia – ho evidenziato per evitare che mi trattasse da turista ignorante – Se vuole le faccio vedere il mio codice fiscale.
-Non serve, grazie.
Si sono allontanati per scrivere appoggiati al pozzo come fanno centinaia di turisti al giorno che guardano la mappa. Quell’immagine m’ha fatto pensare alla mia prima estate in campo, quando mi siedevo sulla vera di pozzo a disegnare e diventava il mio improvvisato tavolo di lavoro perché non avevo ancora il cavalletto.
Il pozzo… lo stesso monumento storico che adesso è “intoccabile” per me, perché tempo fa i vigili m’hanno detto con orgoglio che fa parte del “patrimonio culturale e artistico”. Un patrimonio che, purtroppo, si rovina sempre di più.
Mi ricordo ancora quando, delle volte, la ragazza della gelateria mi lasciava un secchio d’acqua per pulire il pavimento e così poter appoggiare la cartella da disegno. D’estate, se non pioveva, il pozzo faceva davvero schifo.
Il carabiniere ha scritto sul quaderno per 10 min, forse di più. Quando m’hanno restituito i documenti ho fatto io le domande:
-Scusi, perché hanno bisogno dei miei documenti? – ho chiesto con tono incisivo.
-Niente, un controllo routinario. Non si agiti. Tutto a posto. – ha risposto lui.
Porca miseria! Allora perché non controllano tutti?! Ditemi la verità, non starmi a raccontare storie… ormai, non capisco più niente. Cosa volete da me?!
E sono andati via senza darmi nessuna spiegazione.

9 MAGGIO 2014
Questa mattina sono tornati il gruppo di militari con il carabiniere. Non hanno detto una parola ma, sono rimasti 20min in campo ad osservarmi. Non vorrei diventare ossessiva ma, ho il sospetto che mi controllano.
ARTISTI, NON PRENDERE PAURA! Se non c’è vendita non possono farvi niente. Disegnare all’aperto non è vietato! Non esiste nessuna legge europea al riguardo. LIBERA ESPRESSIONE ALL’ARTE DI STRADA!
Domani torno in campo.

Noemi Carrau
CRONACA della SETTIMANA

7 MAGGIO 

Dopo 3 settimane di disegno all’aperto trascorse senza incidenti, oggi 2 vigili sono venuti a trovarmi in campo. Fatalità, erano gli stessi che m’avevano mandato via nel mese di ottobre. E m’hanno riconosciuto. Ho tirato fuori tutta la serenità che avevo raccolto in questo periodo per cercare di raggionare con loro. Ormai non sto più zitta. Così, hanno cominciato di nuovo il gioco di domande:

-Buon giorno, lei ha l’autorizzazione per stare qui? 
- No – ho detto tranquilla – e non mi serve nessun permesso perché io sto soltanto disegnando.  Se vuole le faccio vedere la mia cartella. È vuota. 

Infatti, non avevo niente da vendere, neanche una misera cartolina. Disegnavo e basta... e quello creava parecchia confusione nella loro mente razionale. 

Di solito, i vigili sono sempre di fretta, come se la divisa bruciasse sotto il sole... ma, oggi sembravano disponibili a parlare con me. Ho raccontato di nuovo la mia storia e i motivi per i quali dopo 4 anni non ho ancora l’autorizzazione. Mi ascoltavano quasi con tenerezza e m’hanno perfino suggerito di creare un gruppo di artisti e di andare a parlare in Comune con qualche ufficio competente. Creare un gruppo come S.O.S. Artisti di strada? Ma dai... non ci avevo mica pensato!

Ho deciso che era meglio lasciar perdere e prenderla come un triste scherzo del destino. Così, ho detto che mi trovavano disegnando in campo tutte le mattine se volevano passare a salutarmi o fare due chiacchiere. Non era una provocazione ma, finalmente hanno capito che non potevano mandarmi via senza motivo.  

-Mi raccomando, signorina... – ha detto con tono amichevole.

Per la prima volta, loro sono andati via e io sono rimasta in campo, col cuore in gola ma, felice di aver vinto la mia piccola lotta personale alla conquista di uno spazio che è di tutti!  

8 MAGGIO

Oggi, verso mezzogiorno, sono venuti a trovarmi in campo 1 carabiniere e 2 militari. Di solito non ho problemi con loro ma, questa mattina avevano un importante compito da fare “per il bene di tutti”.

Erano giovani, forse avevano qualche anno in più di me... ma la divisa li daba un aspetto serio e poco amichevole. Mi ho sempre domandato qual’è la cosa che li spinge a fare questo lavoro. Prottegere Venezia e i suoi cittadini è un atto lodevole... ma, spesso, mi sembra che ce l’abbiano con noi. Con quelle persone che la pensano diversamente oppure sono “fuori” dal regolamento perché semplicemente non esistono regole fatte per loro. 

Il carabiniere m’ha chiesto la documentazione con gesto arrogante, mentre i militari sorridevano per mitigare, nel possibile, la richiesta del suo compagno. Sono andata a cercare nella borsa, fra matite e colori, il prezioso documento. 

-Ah... spagnola! – ha letto nel tesserino di plastica con voce ambigua fra la curiosità e il disprezzo.
-Sono residente a Venezia – ho evidenziato per evitare che mi trattasse da turista ignorante - Se vuole le faccio vedere il mio codice fiscale.
-Non serve, grazie. 

Si sono allontanati per scrivere appoggiati al pozzo come fanno centinaia di turisti al giorno che guardano la mappa. Quell’immagine m’ha fatto pensare alla mia prima estate in campo, quando mi siedevo sulla vera di pozzo a disegnare e diventava il mio improvvisato tavolo di lavoro perché non avevo ancora il cavalletto. 

Il pozzo... lo stesso monumento storico che adesso è “intoccabile” per me, perché tempo fa i vigili m’hanno detto con orgoglio che fa parte del “patrimonio culturale e artistico”. Un patrimonio che, purtroppo, si rovina sempre di più.  

Mi ricordo ancora quando, delle volte, la ragazza della gelateria mi lasciava un secchio d’acqua per pulire il pavimento e così poter appoggiare la cartella da disegno. D’estate, se non pioveva, il pozzo faceva davvero schiffo. 

Il carabiniere ha scritto sul quaderno per 10min, forse di più. Quando m’hanno restituito i documenti ho fatto io le domande: 

-Scusi, perché hanno bisogno dei miei documenti? – ho chiesto con tono incisivo. 
-Niente, un controllo rutinario. Non si agiti. Tutto a posto. – ha risposto lui. 

Porca miseria! Allora perché non controllano tutti?! Ditemi la verità, non starmi a raccontare storie... ormai, non capisco più niente. Cosa volete da me?! 

E sono andati via senza darmi nessuna spiegazione. 

9 MAGGIO

Questa mattina sono tornati il gruppo di militari con il carabiniere. Non hanno detto una parola ma, sono rimasti 20min in campo ad osservarmi. Non vorrei diventare ossessiva ma, ho il sospetto che mi controllano. 

ARTISTI, NON PRENDERE PAURA! Se non c’è vendita non possono farvi niente. Disegnare all’aperto non è vietato! Non esiste nessuna legge europea al riguardo. LIBERA ESPRESSIONE ALL’ARTE DI STRADA!

Domani torno in campo.
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Poesia in sintonia di autore ignoto
Mettono cancelli dappertutto.
Chiudono dappertutto
Piantano pali massicci
alzano grossi muri,
garitte & guardiani
a ogni angolo.
Vogliono cacciarci sotto,
dentro,sempre più¹ sotto
sempre più¹ dentro.
Ma non sanno, non sanno
- è a loro sfuggito-
che il sole vive proprio qua da noi.
Respira con noi
tra queste paurose lastre
di cemento & acciaio
dietro queste mostruose ciminiere.
Non sanno, non sanno
delle nostre conversazioni silenziose
col sole, ogni mattina
del nostro grande progetto di lotta, di vita.
NON ABBIAMO DUBBI
Non abbiamo dubbi ora. Ridurrete
le nostre braccia
a manovelle d’acciaio.
Farete battere le nostre tempie
elettronicamente.
Con i ritmi di produzione
distruggerete tutti i nostri muscoli.
Ma noi siamo
della pazienza del grano,
siamo della fede
che sposta le montagne.
Il giorno nuovo, compagni, la terra
si alzeranno tra gli altiforni
con le pietre dei nostri corpi.

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