lunedì 31 marzo 2014

Fitofarmaci, effetti sulla salute, studi clinici provano danni biologici e cancerogeni



Tra le province venete, triste primato per Verona e Treviso, importanti territori vitivinicoli, in fatto di tumori della prostata e dell'utero. Se ne è parlato all'incontro organizzato da Cantina Valpolicella Negrar e Terra Viva Verona nell'ambito di "Una viticoltura più attenta e rispettosa dell'ambiente".

Roberto Magarotto, oncologo presso l'Ospedale di Negrar: "Agroecosistema, da industriale deve passare ad ecologico, perché difendere la salute di tutti è una promessa per le generazioni future"

“Quando le api scompariranno resterà un tempo limitato alla vita dell’uomo“, è con questa frase di monito, attribuita al Albert Einstein, che il prof. Roberto Magarotto, ha concluso il suo intervento.

A fine serata, fra gli oltre 200 partecipanti riuniti nella sala convegni della cantina Cooperativa la preoccupazione era palpabile; e non solo perché le api di questi tempi non se la passano bene, decimate anche da alcuni pesticidi, messi al bando nel 2013 dall'Unione europea; ma soprattutto perché studi clinici italiani e internazionali hanno dimostrato che i pesticidi provocano nell'uomo danni all'apparato respiratorio (specie negli asmatici), disfunzioni ormonali (diminuzione fertilità, ipotiroidismo), danni neurologici (in Francia il Parkinson è riconosciuto malattia professionale agli agricoltori che fanno uso regolare di pesticidi) ed effetti cancerogeni (tra gli studi in corso, anche uno condotto da ricercatori italiani e svedesi sulla correlazione fra tumori della prostata ed esposizione ai pesticidi agricoli).

Il cancro in Veneto: Verona e Treviso tristemente in testa. Magarotto ha evidenziato numerosi studi, facendo emergere un triste primato fra due territori veneti importanti per la viticoltura come quello veronese e trevigiano: rispetto alla media del Nord Italia, in provincia di Verona, nei maschi c'è una maggiore incidenza di tumori della prostata (114 contro 110 ) e dell’encefalo (10 contro 8.6) mentre nelle donne risulta una percentuale nettamente più alta di tumori dell’utero (25 contro 18); in provincia di Treviso, sempre rispetto al Nord Italia, nei maschi c'è una maggiore incidenza di tumore del pancreas (17.2 contro 13.8), della prostata (113 contro 110) e dell’encefalo (10.6 contro 8.6) mente nelle donne si conferma una percentuale più alta di tumori dell’utero (24.6 contro 18). Magarotto ha quindi sottolineato come, nell'ambito del tumore prostatico, mettendo in fila l’incidenza standardizzata per 100 mila abitanti di tutte le province venete, Verona (114) e Treviso (113) non solo superano la media del Nord Italia (110) ma sono ampiamente sopra le soglie della altre province (Belluno e Venezia 105, Padova 102, Vicenza 100 e Rovigo 87). "Con ciò - ha commentato Magarotto - non possiamo dire con certezza che l'aumento dei tumori della prostata nel veronese sia causato dai pesticidi perché vi sono molte variabili (alimentazione, stile di vita, ereditarietà) e gli studi fatti sono ancora insufficienti ma in ogni caso, con davanti l'esempio della Svezia, che dal 1970 ha messo al bando diversi pesticidi vedendo un netto calo dei linfomi, possiamo mettere in atto delle strategie di difesa contro l'impatto dei fitofarmaci sulla nostra salute. Per noi e per le generazioni future, è vitale riuscire a passare da un agroecosistema industriale, fondato sull'abuso di sostanze chimiche, ad un agroecosistema ecologico".

Una nuova alleanza fra medici dell'ambiente e agronomi per la salute. "Tra queste - hanno ricordato l'oncologo Magarotto e Claudio Oliboni, tecnico di campagna di Cantina Valpolicella Negrar, altro relatore della serata, figurano la massima protezione durante le irrorazioni con l’impiego degli appositi dispositivi di protezione (indumenti, guanti e casco), la corretta diffusione dei fitosanitari (eliminando quelli più pericolosi, prestando attenzione alle condizioni meteo e all'effettiva consistenza dell’avversità da controllare) e l'adozione di meccanismi anti-deriva, l'impiego delle buone tecniche agronomiche in grado di preservare la biodiversità del territorio e di rafforzare così le piante, ed infine l’immediata adozione della lotta integrata e sostenibile per combattere le malattie della vite, prevista anche dalle direttive europee e dal nuovo Piano Agricolo Nazionale.

"E' tempo di assumersi la responsabilità di cambiare". "Parlare di salute e, in particolare, di rischio tumori, malattia con la quale quasi ogni famiglia deve fare i conti nella propria vita è impegnativo - ha affermato Carlo Alberto Recchia, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, presente alla serata -, ma confido che , anche attraverso questi incontri, si possa migliorare a partire da una maggior consapevolezza di ciò che si può e che si deve fare; la distinzione fra queste due possibilità è sottile, ma dobbiamo impegnarci e assumerci la responsabilità di cambiare".

C. S. -  Tracce > Salute

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