lunedì 23 ottobre 2017

Inquisizione scientifica... la nuova frontiera dell'oscurantismo




Sono oggi disponibili nuove scoperte scientifiche in grado di cambiare le nostre convinzioni secolarizzate, di farci vedere il funzionamento delle cose in modo completamente diverso, a volte opposto, a quello che abbiamo sempre dato per scontato, nuove teorie in grado di migliorare la vita di tutti.

Abbiamo vissuto per millenni con la convinzione che la Terra fosse piatta, che la Terra fosse il centro dell’Universo, che il sole girasse intorno alla Terra, che l’essere umano fosse stato creato così come lo vediamo oggi, che materia ed energia fossero cose diverse, che l’energia elettrica non potesse essere trasportata senza fili, che l’uomo non potesse condizionare clima e terremoti, e così via.

Se non ci fossero stati scienziati che hanno anche dato la loro stessa vita contro l’oscurantismo delle diverse forme di inquisizione, che sono stati isolati dalla comunità per le loro teorie, oggi vivremmo ancora nelle caverne! Ma se ci fosse stata più apertura e libertà per tutti noi oggi ci sarebbe stato un presente migliore.

OGGI E’ IL PRESENTE MA E’ ANCHE IL PASSATO DEL NOSTRO FUTURO.

E’ ad oggi che dobbiamo guardare, fare oggi qualcosa per realizzare il nostro futuro. Se possiamo fare qualcosa lo possiamo fare proprio adesso!

Oggi i più forti contrasti ci sono nel campo salute. Se qualcuno riuscisse a curare la maggior parte delle forme di cancro senza farmaci o senza chirurgia? Se qualcuno scoprisse che la malattia mentale in realtà non esiste e le persone possono risolvere problemi di natura psicologica senza psicofarmaci e senza psicoterapia ma con interventi psicoeducativi ed informazione? Saremmo contenti realmente? Finalmente liberi di scegliere?


Oppure le lobbyes di potere accademico, coloro che rivestono ruoli di potere decisionale, coloro che hanno basato il proprio potere sulle vecchie conoscenze cercherebbero di impedire l’emergere di tutto questo? 

Lo scenario sarebbe quello del dibattito scientifico a pari livello oppure sarebbe quello di un tentativo dei poteri istituzionalizzati di censurare?

Chi ha potere avrebbe sempre l’ultima parola e l’innovazione e lo scalpore finirebbero in un mutismo mediatico, in una omertà dei mezzi d’informazione oppure non emergerebbero affatto. Anche le riviste scientifiche non pubblicherebbero. 

Allora lo scienziato creerebbe libri, una propria rivista, utilizzerebbe il web e convegni per poter continuare a far vedere la verità, altri invece morirebbero civilmente sotto cumuli di silenzio. Nel dubbio poche persone quindi si prenderebbero a quel punto il “rischio” di scegliere diversamente da ciò che viene proposto da chi ha sempre detenuto il potere.

A questo punto il potere istituzionalizzato utilizzerebbe la classica frase “la comunità scientifica internazionale dice diversamente” oppure “non ci sono pubblicazioni su riviste accreditate”, ma accreditate sempre da chi detiene il potere!

Far emergere nuove scoperte per quei pochi che ancora hanno la voglia e la passione di dedicarsi allo studio e alla ricerca scientifica è davvero arduo in questo momento storico così fortemente condizionato da gruppi di potere accademico.


Oggi le “moderne inquisizioni” sono composte dagli stessi scienziati che però rivestono cariche di potere Accademico, politico, economico e decisionale. Oggi la lotta è tra gli “Accademici” con i loro protettori istituzionali e gli scienziati innovatori estranei a tali giochi di potere.


Gli innovatori sembrano tutti ciarlatani, come se nulla potesse essere scoperto, da professionisti e scienziati, al di fuori delle università, delle accademie!  Se qualcuno affermasse “nessuno può inventare nulla al di fuori di quello che noi diciamo” sarebbe un atteggiamento scientifico, aperto o una formula inquisitoria?


Se chiunque al di fuori delle accademie contrastasse scientificamente gli assiomi dominanti il potere istituzionalizzato oggi si vedrebbe accusato di non essere scientifico, di essere un ciarlatano, verrebbe censurato, sospeso o radiato dal proprio ordine professionale secondo la nota formula dell’inquisizione che recita più o meno così: “Dato che sui nostri testi di riferimento, c’è scritto Questo e i nostri testi dicono la verità, chiunque affermasse o cercasse di dimostrare il contrario, sarebbe un ciarlatano e condannabile”


La formula dell’inquisizione parte dal presupposto che nulla si può dire o dimostrare al di fuori di quello che il conformismo scientifico ha stabilito. Questo non è soltanto un pericolo, è una realtà sotto i nostri occhi ma che la maggior parte di noi ignora o pensa sia un dibattito estraneo ai propri interessi. Ma quando dobbiamo scegliere la cura che crediamo più efficace, potremmo scegliere soltanto tra ciò che è rimasto, tra ciò che i “luminari” accademici dicono che sia scientifico. Di fatto avremmo soltanto l’illusione della libertà di scegliere perché di altro non ci viene data notizia.


Contro tale forma di “moderna inquisizione” in favore della libertà di scelta, c’è l’informazione, la comunicazione. 

L’informazione è la prima forma di tutela. Se su un miliardo di persone uno soltanto dicesse la verità? Sarebbe più facile credere ad un miliardo contro uno! Ma volgendo lo sguardo alla storia degli scienziati innovatori ricordiamo Nome e Cognome, perché era quell’uno su un miliardo! 

Questo ci dovrebbe insegnare una sola cosa... Che non possiamo distruggere o censurare a priori ma è necessario che ci sia libertà di scelta per tutti (per lo scienziato, per il professionista di applicare in scienza e coscienza ciò che ritiene utile al benessere, per ogni persona di scegliere a chi rivolgersi). 

Ciò che è utile lo decide il mercato nella sua libertà e autonomia ma chi mantiene il proprio potere su vecchi assiomi vedrebbe così la perdita del proprio dominio e, anziché mettersi sullo stesso livello dell’innovatore, censura quest’ultimo, lo mette a tacere minacciando di stessa sorte chiunque lo seguisse.


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