Il 17 Luglio 2018, è entrato in vigore il decreto di riduzione delle emissioni inquinanti (D.lgs 81/18 del 30 maggio 2018) con cui viene attuata la Direttiva 2016/2284/UE: “nuovi impegni per la riduzione delle emissioni inquinanti”. Il provvedimento intende migliorare la qualità dell’aria, la salute umana e l’ambiente e favorire la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.
Qui di seguito, alcune novità.
Rispetto alla normativa precedente, D.Lgs. 171/04, il nuovo decreto concentra l’attenzione sul PM2,5, individuando anno per anno una percentuale annua di riduzione rispetto livelli di emissione del 2005 e non in base a valori massimi indicati in migliaia di tonnellate. La riduzione delle emissioni sarà progressiva e in due fasi (periodo 2020-2029 e dal 2030) per biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici e ammoniaca. Ad esempio, per il particolato (PM 2.5), l’obbiettivo da raggiungere nel 2030 è una riduzione del 40%.
Lo strumento principale per limitare le emissioni sarà il “programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico” finalizzato a limitare le emissioni e fatto per rispettare gli impegni nazionali previsti dall'articolo 3 e per concorrere al raggiungimento degli obiettivi previsti dall'articolo 1. Dovrà anche garantire “c) la sinergia tra le politiche in materia di qualità dell'aria e quelle inerenti i settori responsabili di emissioni interessate dagli impegni nazionali di riduzione, comprese le politiche in materia di clima e di energia”. Il primo programma dovrà essere pronto entro il 30 settembre 2018, per arrivare all’approvazione con DPCM il 28 febbraio 2019. Il programma nazionale sarà aggiornato ogni quattro anni.
Nell’allegato III, è prevista la valutazione del contributo delle fonti emissive sulla qualità dell’aria, un registro delle azioni attive, le varie competenze delle autorità coinvolte, l’individuazione di eventuali misure aggiuntive e degli obiettivi raggiungibili, la scelta delle misure e i tempi di attuazione, l’individuazione dei soggetti competenti.
Tutte le autorità competenti avranno l’obbligo di adeguarsi alle azioni definite dal programma. Vi saranno dirette conseguenze sul tessuto produttivo, sui trasporti, sul settore dell’energia, sul riscaldamento degli edifici e sull’agricoltura. Il Ministero ha stabilito nello schema approvato nel Febbraio 2018 il coordinamento tra le istituzioni e gli enti regionali e locali.
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