giovedì 18 aprile 2019

Consumismo e distruzione dell'habitat - Spegniamo il nostro smartphone e riflettiamo: dove stiamo andando?


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Meno di un secolo fa, parliamo del 1945, nessuno avrebbe pensato di assistere allo sbarco sulla luna, alla nascita di internet, alle centrali atomiche, ai treni superveloci, allo smartphone e, infine, a vedere un black hole al centro di una galassia lontanissima da noi (M 87). Presi come siamo tutti i giorni a correre sotto gli input di una società consumistica e materialista, sempre più presente nella vita di ogni giorno, non abbiamo avuto il tempo di riflettere e chiederci: ma dove stiamo andando? 

Nel 1950 la popolazione mondiale era costituita da poco più di 2,5 miliardi di individui (e forse si viveva, almeno qui in Italia, meglio di oggi), ora però stiamo per sfiorare gli 8 miliardi, un peso che tra un po’ diventerà insostenibile per tutti gli equilibri naturali del pianeta (soprattutto continuando con il livello di consumismo odierno n.d.r.). Oggi anche le persone più semplici avvertono un futuro incerto dal punto climatico e ambientale. E allora, per un attimo smettiamo di mandare messaggini e immergerci nel nostro smartphon, anzi chiudiamolo e, invece, cominciamo ad accendere il nostro cervello per riflettere. 

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Senza dubbio la scienza e la tecnica ci hanno portato a vivere più comodamente, più a lungo e a disporre di tecnologie sempre più sofisticate, ma nel contempo tutto ciò ha riempito gli oceani di plastica, ha reso irrespirabile l’aria delle grandi metropoli, ha accelerare la fusione dei ghiacci terrestri, ha distrutto milioni di ettari di foreste e fatto avanzare i deserti in ogni angolo del pianeta... e allora? 

Ci si chiede ancora: la scienza e la tecnica di oggi è ancora a servizio dell’umanità, o solo a beneficio di pochi potenti della Terra? Secondo la scienza libera, non quella a servizio dei ricchi sfruttatori del Pianeta, abbiamo preso la strada verso un futuro caratterizzato da immani catastrofi  ambientali. 

Tutto questo per soddisfare le bramosie di profitto e di potere di pochi (i soliti) a danno del 90% dei popoli della Terra, ma anche loro, i pochi che beneficiano di questa distruzione della natura, ne subiranno le conseguenze negative, a meno che non abbiano già approntato un programma segreto capace di superare la crisi e, dopo che parte dell’umanità si sarà estinta, tornare a vivere su un pianeta in parte distrutto, ma ancora in parte vivibile. 

E allora… cominciamo a riflettere con la nostra testa...  

Filippo Mariani  - Accademia Kronos

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