giovedì 22 ottobre 2020

Attuare il bioregionalismo per salvare il pianeta

 

Affresco di Carlo Monopoli

"Diciamo carne e dimentichiamo l'essere vivente. Diciamo legno e dimentichiamo gli alberi. Diciamo acqua e dimentichiamo l'origine della vita" (Saul Arpino)


L'attuazione del bioregionalismo  potrebbe creare un grande cambiamento positivo. Aprire la nostra mente alla consapevolezza di convivenza con  tutto il pianeta, un progresso  che non si contrapponga più  alla vita, chiedendoci ogni volta se il nostro vivere ed agire sia  ecologicamente compatibile,  per il rapporto con le altre specie,   per il nostro abitare,  la tecnologia usata,   i macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti e dei rifiuti... 

Le risorse del pianeta non sono inesauribili e noi le stiamo distruggendo nell'arco di una sola generazione. Ma la vita dei nostri successori e la biodiversità devono essere salvaguardate, se vogliamo continuare come specie.   Perciò occorre rivedere tutto il ciclo produttivo e riqualificare l'industria e l'agricoltura,  considerando la nostra posizione,  il nostro vero posto, all'interno dell'organismo naturale.

Purtroppo i cambiamenti richiesti sono completamente contrari al sistema consumista  e guerrafondaio attuale, e metterli in pratica  significherebbe  dover modificare tante cose soprattutto nelle economie più avanzate.  Ma non bisogna demordere dai nostri intendimenti  e percepire  con il nostro "lume"  quelle forme pensiero positive,  utili all'intera comunità dei viventi.

 I cambiamenti -come dice I Ching- si operano prima nel mondo delle idee e poi nel mondo delle forme. La creazione di "forme pensiero" idonee è necessaria come pure  -
di conseguenza- è necessario un retto comportamento.

La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita. Questa è la visione dell’ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.

Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana

1 commento:



  1. "Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
    arrivederci fratello mare
    mi porto un po' della tua ghiaia
    un po' del tuo sale azzurro
    un po' della tua infinità
    e un pochino della tua luce
    e della tua infelicità.
    Ci hai saputo dir molte cose
    sul tuo destino mare
    eccoci con un po' più di speranza
    eccoci con un po' più di saggezza
    e ce ne andiamo come siamo venuti
    arrivederci fratello mare."
    (Nazim Hikmet)

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