sabato 2 aprile 2022

Forni a microonde: "Cottura contro natura"


Nonostante i numerosi studi, si parla troppo poco dei rischi legati alla
cottura con il forno a microonde. Intervista al dottor Hans U. Hertel, uno
dei pochi scienziati che ha avuto il coraggio di indagare fino in fondo.
«Cucinare col forno a microonde è veloce, semplice e conveniente»: questo
l'irresistibile slogan che ha fatto in modo che un nuovo elettrodomestico
entrasse nelle case di tutto il mondo. E’ possibile però che questo oggetto
miracoloso si riveli un moderno cavallo di Troia, dal momento che fino ad
oggi poco si è detto sul possibili rischi legati ad una tecnologia assai
controversa.

In questo articolo  cercheremo di capire meglio come funziona il forno a
microonde, ripercorrendo la storia delle varie ricerche condotte e dando
voce ad uno dei pochi scienziati che ha avuto il coraggio di indagare fino
in fondo.

Il meccanismo di funzionamento del forno in questione è abbastanza
semplice: un dispositivo, chiamato magnetron, genera un campo di corrente
elettrica alternata. Il ribaltamento del campo elettrico, che si ripete per
più di 2 miliardi di volte al secondo, produce un effetto di «scuotimento»
delle molecole, specialmente quelle dell'acqua, ma anche di lipidi e
proteine. Questa frizione intermolecolare genera un calore che riscalda il
cibo in modo completamente diverso rispetto al metodo convenzionale:
dall'interno verso l'esterno.

I possibili danni delle microonde sul sistemi biologici sono conosciuti sin
dalla loro prima applicazione nel radar, durante la seconda guerra
mondiale: chi lavorava con questi apparecchi era infatti più soggetto allo
sviluppo di leucemie. Scienziati tedeschi avevano già fatto della ricerca
negli anni '30 sugli effetti delle microonde sul sistema nervoso umano e
degli animali. Questi studi portarono alla definizione di limiti di
sicurezza molto severi che però non furono mai presi sul serio dagli
scienziati statunitensi, tant'è vero che quando negli anni '60 iniziò a
diffondersi il forno a microonde, vennero utilizzati limiti 1000 volte più
alti. I forni a microonde furono invece vietati in Germania a partire dal
'41 e in Unione Sovietica a partire dal 1976; divieto successivamente
abolito dopo la Perestroika.

Negli stessi anni '70 iniziarono a comparire anche in Europa e Stati Uniti
le prime ricerche che mettevano in dubbio la sicurezza dei cibi cotti a
microonde. Studi istologici su broccoli e carote cotti con microonde
rilevarono che la struttura molecolare dei nutrienti veniva deformata a tal
punto da distruggere le pareti cellulari. Da allora fino al nostri giorni
gli studi condotti sono stati diversi (vedi box) e gli aspetti più
controversi che sono stati evidenziati riguardano:
- l'emissione di microonde dagli apparecchi;
- i rischi igienici dovuti ad una cottura non omogenea;
- la migrazione di sostanze tossiche contenute negli involucri all'interno
dei cibi;
- un'alterazione anormale delle sostanze nutritive degli alimenti; -
un'alterazione cancerosa del sangue in seguito al consumo di questi
alimenti.

Nonostante il fatto che nei vari paesi siano stati stabiliti dei valori
limite di esposizione alle microonde, nulla è stato fatto invece per
ammonire l'utilizzatore sui possibili rischi evidenziati da questi studi.
Questi valori limite infatti si riferiscono esclusivamente alle emissioni
di microonde verso l'esterno del forno e non alla quantità di radiazioni
cui sono sottoposti i cibi all'interno dei forni.

Lo studio più significativo sui rischi legati all'assunzione di cibi cotti
a microonde rimane quello del professor Bernard Blanc dell'Università di
Losanna e del dottor Hans U. Hertel, uno scienziato indipendente con una
lunga esperienza nell'industria alimentare e farmaceutica. Nel 1989 Blanc e
Hertel proposero alla Swiss Natural Fund, insieme all'Università di
Losanna, una ricerca riguardante gli effetti sull’uomo del cibo cotto con
microonde, ma fu rifiutata. La ricerca fu per questo ridimensionata e
condotta con fondi privati.

Furono testati otto volontari, che per alcuni mesi seguirono una dieta
macrobiotica e ai quali ogni 15 giorni vennero somministrati a stomaco
vuoto, alimenti crudi, cotti con metodi convenzionali, scongelati o cotti
in un forno a microonde.

Immediatamente prima dei pasti e poi 15 e 120 minuti dopo, avveniva prelevi
di sangue.

E’ importante sottolineare che i volontari non erano a conoscenza del
metodo di cottura del loro cibo e quindi è da escludere un condizionamento
psicosomatico, le analisi rilevarono differenze
significative tra gli effetti sul sangue del cibo cotto a microonde e
quelli del cibo cotto con metodi convenzionale.
In particolare venne riscontrata una riduzione significativa
dell’emoglobina e una e un aumento dell’ematocrito, dei leucociti e del
colesterolo. Inoltre, furono evidenziati alterazioni della membrana
cellulare.

«I cibi cotti con microonde – si legge nello studio – paragonati a quelli
non irradiati, causano cambiamenti nel sangue delle persone testate, tali
da indicare l'inizio di un processo patologico, proprio come nel caso di un
iniziale processo canceroso». Ricorrendo alla bioluminescenza è stato
inoltre registrato il «passaggio per induzione dall’energia delle microonde
dai cibi trattati al corpo umano»

Raramente una ricerca ha scatenato una simile bufera: il professor Blanc si
dissociò quasi subito dalle conclusioni dello studio, temendo per la
sicurezza della propria famiglia oltre che del suo posto di lavoro. Poco
dopo la FEA , associazione dei rivenditori di elettrodomestici a Zurigo,
denunciò il dottor Hertel, e il 19 marzo 1993 la Corte Cantonale di Berna
gli vietò di divulgare le sue conclusioni, pena una sanzione di 5000
franchi svizzeri; verdetto successivamente ribadito dalla Corte federale a
Losanna. Nel 1998, la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo
riconobbe in questo verdetto una grave violazione della libertà di
espressione e condannò la Svizzera a un risarcimento di 40.000 franchi (un
riconoscimento irrisorio rispetto alle spese processuali e ai danni
economici e professionali subiti da Hertel)

Da quel momento la Corte federale stabilì che Hertel poteva sì divulgare le
proprie conclusioni, ma la condizione di dichiararle non scientificamente
provate.

Da allora, un’inspiegabile cortina di silenzio è calata sulla questione dei
forni a microonde. Come sempre, quando ci sono grandi interessi in ballo,
la verità diventa difficilissima da trovare, sommersa com'è da fortissime
pressioni che esercitano la loro influenza non solo sui mass media, ma
soprattutto sul mondo scientifico e le istituzioni ad esso legate. Gli
scienziati che hanno l'onestà intellettuale e il coraggio di scagliarsi
contro questa logica si contano sulla punta delle dita e nella maggior
parte dei casi vengono minacciati, denunciati, diffamati e perseguitati in
ogni modo possibile, come dimostra la storia di Hertel. Ma finché queste
persone avranno modo di parlare, noi avremo modo di ascoltare.
E di scegliere.

(Fonte: Accademia della Libertà)


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