Quel ramo della RIVE che volge a mezzogiorno
Come molti sanno la larga maggioranza degli ecovillaggi italiani sono al centro-nord e, in particolare, quelli aderenti alla RIVE da Roma in giù si contano sulle dita di una mano.
Ma… qualcosa si sta muovendo.
Negli ultimi anni stanno sorgendo nuovi progetti comunitari al Sud. Ispirati dallo slancio dei raduni estivo e autunnale nel corso del 2023, tre soci, provenienti dalle bioregioni meridionali e insulari del territorio italico, hanno focalizzato l’intento di rafforzarvi la presenza e la risonanza della Rete Italiana Villaggi Ecologici; sostenere la costituzione di comunità ed ecovillaggi; esplorare suoli associativi in sintonia; ospitarvi almeno un incontro Rive all’anno.
La rete nazionale ha riconosciuto la rilevanza di questo percorso, fissando il raduno autunnale 2024 al Giardino della Gioia, in Puglia.
Il gruppo di lavoro si è attivato, quindi, con vivo entusiasmo, orientando e coordinando anche il più ampio Clan SudOnda, cui aderiscono tutti i soci Rive residenti nelle aree geografiche di competenza (da Lazio/Abruzzo in giù).
Crediamo che, in merito alle ragioni storico-culturali ed economiche, incluse le prospettive professionali, che inducono soprattutto la gioventù ad emigrare dal sud Italia, la RIVE può assumere un ruolo cruciale come argine e sbocco.
Quanto al complesso rapporto tra famiglia ed individuo, con tessuti parentali estesi che possono talvolta sopperire al bisogno di comunità, la RIVE può contribuire allo sviluppo della curiosità di esplorare una vita comunitaria elettiva e non meramente ereditaria.
Per quanto concerne i calcoli pragmatici che di solito spingono i detentori di beni immobili a priorizzare scelte redditizie (campeggi, B&B, agriturismi, etc.), piuttosto che comunitarie, la RIVE può ispirare una diversa etica imprenditoriale non basata sul profitto individuale a breve termine.
Laddove iniziative potenzialmente affini non (ri)conoscono la RIVE, è opportuno svolgere un’accurata e umile opera di ascolto reciproco, affinché pro e contro di una possibile affiliazione siano commisurati lucidamente.
Alcuni, inoltre, ritengono che le difficili relazioni con i rispettivi territori siano tra i maggiori impedimenti alla fioritura di ecovillaggi al sud, altri sostengono che qui si viva già in un "enorme ecovillaggio", dove risulta meno necessario l’inquadramento in un’etichetta e le interazioni sono più spontanee. La RIVE potrebbe offrire uno stimolo a considerare le comunità intenzionali come un valore aggiunto complementare.
Per queste ed altre ragioni, il lavoro della RIVE nel sud Italia risulta a nostro modesto avviso cruciale e va, pertanto, preservato e periodicamente "rinfrescato", come una cremosa pasta madre con cui far lievitare il pane.
Alessandro Paolo - newsletter@ecovillaggi.it
Nessun commento:
Posta un commento