mercoledì 30 luglio 2014

Civitanova Marche - Les Mots et les Choses - Recensione

FUTURA FESTIVAL  2014: Les Mots et les Choses
Dialogo tra Alessandro Bergonzoni e Massimo Arcangeli
Civitanova Marche - Piazza della Libertà - 25 luglio h21



      Il Bergonzoni che apre la sezione di Futura Festival dedicata
alla parola  - “Les Mots et les Choses” il titolo, significativamente
mutuato da Foucault - è ancora una volta lo straripante funambolo
della parola che i più conoscono: ma è anche molto altro. Oggi, le
parole che il linguista Arcangeli gli porge costruendovi intorno
prudenti domande, lui le afferra e le trasforma in cose, oggetti
pesanti e pensanti: e il gioco semantico è solo iniziale esercizio di
riscaldamento (“mi rivolgo spesso alle mie gambe perché non si sentano
arti inferiori”) che prepara il tuffo nelle acque profonde
dell’esistenza e della coscienza, dell’etica e dell’impegno, della
realtà e del futuro; in quel “voto di vastità” che, esso solo, può
segnare il passaggio dal ruolo di spettatori a quello di attori di se
stessi e della realtà.

      Ne ha per tutti, Bergonzoni: ne ha per l’economia e per la
politica, per l’arte e per il potere e per la religione-potere, ne ha
per Obama e per il Papa; ne ha per questo reale costruito su parole
logore ed esauste, che hanno smesso di rappresentare “cose” per
diventare schermi funzionali all’ipocrisia, al deserto di azione e di
impegno.

       La parola invece urge, ci manda segnali che non riceviamo ed
essa ci strattona, ci chiede di usarla, viverla, portarla, (Quand’è
che mi indossi?, ci chiede la parola). Ma il cambiamento è possibile
solo se sperimentiamo ciò che c’è dietro la parola e se sperimentando
cessiamo di accontentarci, di subire la violenza della politica e dei
palinsesti, della cultura colluttoria, se smettiamo di pensare in
corto e di volere il poco: il “poco” uccide, è del “molto” che abbiamo
bisogno, dobbiamo essere “ancorosi”, volere “ancora”. Subire e
demandare (“i dieci demandamenti”…) è ciò che facciamo quando
ascoltiamo la politica condannare le stragi, il potere parlare di
pace, quando accettiamo che ci riducano i problemi in categorie senza
pretendere che trasformare la realtà in lealtà non sia solo un cambio
consonantico, senza operare la nostra rivoluzione interna, la sola che
possa aiutarci a morire di utopia e a non morire di realtà. “La
grandezza si crea nello sperimentare”: così ogni genitore può essere
campagna elettorale “antropologica e antroposofica” per il proprio
figlio; se la Costituzione è necessaria, dobbiamo noi stessi per primi
“costituirci”, farci ognuno la nostra robusta “pre-costituzione”
interiore. Un lavoro politico civile e spirituale che ciascuno può
fare su se stesso e su ciò che gli sta intorno, per capire “come siamo
messi, ad anima”, per riappropriarci della lealtà della realtà,
sottraendola e sottraendoci all’oltraggio delle vuote parole grazie
alle quali politica, economia, religione, potere, esercitano il loro
dominio.

     E’ un Bergonzoni tonificante quello che scende durissimo su
ipocrisie e incompiutezze; che diverte “parolando” e da giocoliere
tira in aria la domanda del linguista moltiplicandola e sovvertendola,
e al tempo stesso cala fendenti sulle vacuità e sulle ignavie, sulla
manipolazione molteplice e trasversale che ottunde le coscienze, che
genera paura (“Stai tranquillo, abbi paura”) e crea “assessori alla
pietà”. Chiarissimi e trascinanti il linguaggio e i suoi contenuti;
non chiare e inutilmente arzigogolate sono solo domande del
professore, distante anni luce, nella sua tranquilla appagata
dottrina, dalla potenza travolgente e rivoluzionaria dell’ospite.

      Ascoltare oggi ciò che sempre ci diciamo dentro - con rabbia e
frustrazione, pena e ribellione - è un così efficace alimento
all’indignazione, che riusciamo perfino a perdonare i 45 minuti di
ritardo (!) nell’inizio del programma: ma solo a lui, Bergonzoni
(arrivato in orario, anzi in anticipo), non certo all’organizzazione.

“Proseguiamo uno spettacolo ma lo spettacolo è finito, l’essere umano
è già distrutto, guarda come vive…”
(A.Bergonzoni)


Sara Di Giuseppe

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