Di situazioni drammatiche
il pianeta Terra ne ha vissute ben altre. Quello che conta è il
mantenimento dell’intelligenza e della capacità di sopravvivenza e
tale capacità, come abbiamo visto accadere nell’isola di Bikini,
sede degli esperimenti nucleari francesi, ha una forza
inimmaginabile.
Infatti lì dove ci si aspettava la morte si è
invece scoperto un ecosistema eccezionalmente vitale e prospero,
soprattutto in “assenza” dell’uomo.
La capacità elaborativa
della vita si farà beffe dell’arroganza “scientifica” e,
malgrado l’apparente cecità, l’uomo non potrà distruggere la
vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo non ostante la
sterile raccolta umana di informazioni, che ha preso il sopravvento
sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della
vita, alla fine la capacità di conservazione saprà “affermarsi”.
Lo vedo in quel che succede negli interstizi dell’asfalto, in
mezzo alle immondizie, tra i veleni più pestilenziali di questa
società opulenta ed un po’ tonta… Eppure l’uomo è la somma
di una complicata rete di complessi, psicosi, nevrosi, istinti,
fissazioni e intuizioni!
Vi ricordo il racconto “La
giara” in cui compare Titta dopo aver fatto riparare una grande
giara crepata, da un vasaio che era dovuto entrarvi dentro, si rende
conto che per far uscire il vasaio occorreva rompere di nuovo la
giara? Ed ancora… sapete come le scimmie vengono prese in
trappola? Si mette nella foresta una gabbietta inchiodata al suolo
in cui è ben visibile un grosso frutto, la scimmia l’afferra con
la mano ma poi non può più estrarla, se non lasciando il frutto, ma
la sua avidità è talmente tanta che preferisce restar lì finché
arriva l’ideatore della trappola e afferra la scimmia per la
collottola….
Nessuna cosa viva è in grado di condurre in se stessa
un’esistenza distaccata dal resto dell’esistente. Ma in natura
“ogni cosa ha il suo posto ed ogni posto ha la sua cosa” Perciò
mantengo una posizione di osservatore non interventista…. La
capacità di sopravvivenza in qualsiasi condizione ambientale
provvederà al mantenimento dell'esistenza, questo è certo.
Paolo
D’Arpini
A conferma di quanto qui esposto vi segnalo l'articolo sottostante:
Camminando tra i monti dell’ Appennino Modenese ho incontrato le
tracce dei lupi che sono sempre più numerosi nel nostro territorio. Mi
fa davvero piacere, perché da sempre questi animali, sono stati
perseguitati per la concorrenza che fanno ai cacciatori, non perché
attaccassero gli esseri umani. Certo, servono iniziative da parte
delle amministrazioni per tutelare chi ha bestiame e subisce danni, ma
preferisco di gran lunga che la selezione di animali in esubero, come
cinghiali, caprioli, cervi e daini, sia fatta dai predatori naturali,
e non dai cacciatori di selezione.
Mi è venuto in mente uno dei documentari più belli che ho mai visto,
che ha per protagonisti proprio i lupi, ma dei lupi speciali, quelli
che si sono riusciti a riprodurre a Chernobyl e a riconquistare il
territorio libero dagli esseri umani a causa dell’incidente nucleare
del 1986 quando la fusione nucleare presso la famigerata centrale
nell'attuale Ucraina, ha lasciato chilometri di territorio
radioattivo.
I residenti delle zone più contaminate dal disastro sono stati
evacuati e trasferiti per ordine del governo, e da quel giorno campi,
fiumi e foreste tenuti sotto il controllo umano, si sono trasformati
in una sorta di Eden post-nucleare, popolato da castori, scoiattoli,
visoni, bisonti, cavalli selvatici, uccelli, pesci e governato dai
lupi.
I castori hanno iniziato a costruire dighe indisturbati, fermando il
corso dei fiumi e facendo aumentare le paludi e le zone umide, così
importanti per la riproduzione di tante specie. I lupi sono gli unici
a tenere il loro numero basso, in quanto preferiscono loro, prede
facili, al cacciare grossi mammiferi.
Se i lupi abbondano, e loro sono all’apice della catena alimentare,
significa che il resto della fauna è presente un buona quantità e in
salute, e quindi anche la vegetazione di cui si nutrono gli erbivori.
Per gli scienziati è possibile passare qualche ora nelle zone
contaminate per effettuare i loro studi, con le debite precauzioni e
hanno avviato ricerche sullo stato di salute delle popolazioni di lupi
e uccelli, soprattutto. La loro salute viene confrontata con quella
degli animali che vivono lontani dalle zone contaminate.
Sorprendentemente, il Dottor Jim Smith, un radio ecologo che sta
studiando Chernobyl da 20 anni, dice che le evidenze di laboratorio
testimoniano che non ci sono stati danni consistenti alla vita
selvatica, anzi, le popolazioni e la biodiversità sono aumentate. E il
motivo principale è che non c’è più l’influenza dell’attività umana.
Circa 100 specie sulla lista rossa delle specie minacciate si trovano
ora nella zona evacuata, che copre più di 4.000 chilometri quadrati in
Ucraina, Bielorussia e Russia. Circa 40 di queste specie, tra cui
alcune specie di orso e lupo, non erano mai stati avvistati in quelle
zone prima dell'incidente.
Ma come è possibile che gli animali vivano tranquillamente in un luogo
che sarà proibito per migliaia di anni a venire alla vita umana?
Semplice, gli animali con mutazioni serie muoiono e solo quelli sani
sopravvivono, trasferendo i loro geni più forti alla prole. Per gli
animali, come i lupi ad esempio, che fanno molti cuccioli, queste
perdite sono accettabili. Per un essere umano, che un figlio nasca
deforme e muoia, e che la sua vita sia abbreviata di decine di anni,
magari da malattie terribili, non è un rischio accettabile.
A me vedere questo video ha dato un senso di speranza. Sulla capacità
di recupero della Madre Terra. Sul fatto che, possiamo, se vogliamo,
ancora fare un passo indietro e far tornare la terra un paradiso, dove
anche noi possiamo vivere in armonia con gli animali.
Oppure semplicemente, aspetto con ansia il giorno che la Terra sarà
finalmente libera dalla nostra specie deleteria alla sua salute. Molto
più di un incidente nucleare, a quanto pare.
Isy Pedia
Fonte notizia: http://www.greenme.it/
Documentario di Klaus Feichtenberge
:https://www.youtube.com/
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