In un nuovo report dell'Agenzia europea per l’ambiente una panoramica sullo stato di avanzamento dei maggiori programmi europei di adattamento ai cambiamenti climatici
Per tutti i soggetti interessati, siano essi politici, cittadini o imprese, risulta fondamentale, ai fini dello sviluppo e dell'attuazione di strategie e misure di adattamento, ottenere delle informazioni pertinenti e tempestive: il nuovo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (Overview of climate change adaptation platforms in Europe) fornisce una panoramica sullo stato di avanzamento dei maggiori programmi informativi di adattamento ai cambiamenti climatici in Europa.
Parlando alla recente conferenza europea sui cambiamenti climatici, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente ha affermato che un efficace adattamento ai cambiamenti climatici richiede una stretta collaborazione tra le varie parti interessate, una condivisione delle diverse conoscenze ed esperienze già disponibili. Negli ultimi anni, infatti, molti paesi europei hanno istituito piattaforme di informazione sui cambiamenti climatici: attualmente, ci sono 14 piattaforme nazionali in alcuni paesi membri (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) e due piattaforme transnazionali (Alpi e Pirenei).
Questi programmi sono integrati in Climate-ADAPT - la piattaforma europea gestita e mantenuta dall’Agenzia europea in collaborazione con la Commissione europea. Delle 14 piattaforme nazionali, sette sono direttamente collegate alla realizzazione di una strategia di adattamento nazionale o di un piano d'azione.
L'Italia è coinvolta nella piattaforma transnazionale prevista dalla Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile e la protezione delle Alpi.
Il report dell’Agenzia europea per l’ambiente analizza anche i collegamenti esistenti e potenziali tra le piattaforme per i servizi climatici e quelle per la riduzione del rischio catastrofi (DRR); una più stretta collaborazione tra l'adattamento climatico e le piattaforme di riduzione del rischio può infatti aumentare l'utilizzo delle conoscenze disponibili e contribuire a ridurre la vulnerabilità.
Parlando alla recente conferenza europea sui cambiamenti climatici, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente ha affermato che un efficace adattamento ai cambiamenti climatici richiede una stretta collaborazione tra le varie parti interessate, una condivisione delle diverse conoscenze ed esperienze già disponibili. Negli ultimi anni, infatti, molti paesi europei hanno istituito piattaforme di informazione sui cambiamenti climatici: attualmente, ci sono 14 piattaforme nazionali in alcuni paesi membri (Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) e due piattaforme transnazionali (Alpi e Pirenei).
Questi programmi sono integrati in Climate-ADAPT - la piattaforma europea gestita e mantenuta dall’Agenzia europea in collaborazione con la Commissione europea. Delle 14 piattaforme nazionali, sette sono direttamente collegate alla realizzazione di una strategia di adattamento nazionale o di un piano d'azione.
L'Italia è coinvolta nella piattaforma transnazionale prevista dalla Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile e la protezione delle Alpi.
Il report dell’Agenzia europea per l’ambiente analizza anche i collegamenti esistenti e potenziali tra le piattaforme per i servizi climatici e quelle per la riduzione del rischio catastrofi (DRR); una più stretta collaborazione tra l'adattamento climatico e le piattaforme di riduzione del rischio può infatti aumentare l'utilizzo delle conoscenze disponibili e contribuire a ridurre la vulnerabilità.
Fonte: ARPAT
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