Mercoledì 3 giugno
ore 15,30 – I dirigenti di Accademia Kronos si sono incontrati con la
direzione dell’Unione Nazionale di
Imprese nella loro prestigiosa sede romana. Lo scopo dell’incontro: valutare le
possibilità di collaborazione in temi ambientali ed energetici tra Accademia
Kronos e le 128 mila imprese medie e piccole che fanno capo ad Unimpresa.
Dal colloquio cordiale e sereno, nato tra le due
organizzazioni, è scaturito un quadro della situazione economica italiana molto
allarmante, diversa anni luce dai toni trionfalistici che ogni giorno ci
propinano le TV sulla ripresa italiana. Il presidente di Unimpresa, Paolo
Longobardi, dopo aver spaziato sulla reale situazione finanziaria ed economica
delle imprese italiane, ha concluso dicendo che buona parte delle aziende medie
e piccole italiane si reggono ancora perché sono a conduzione familiare o
mista.
Soprattutto le piccole aziende famigliari lottano per la sopravvivenza
rinunciando anche agli stipendi. La colpa è della domanda di mercato crollata,
ma soprattutto dell’iniquità di tasse e burocrazie e delle banche che non
concedono più prestiti. Secondo il presidente Lombardi l’attuale economia
italiana, anche se traballante, si regge ancora grazie al sacrificio delle
centinaia di migliaia di piccole e medie imprese italiane che, nonostante
tutto, ancora non mollano.
Molte di
queste però, per cercare di vivere oltre
il tunnel, vanno all’estero per continuare la loro attività. Si rigenerano così
in Paesi i cui governi non intenzionati a stritolare chi produce beni di
consumo e primari, come il comparto agroalimentare, diventano gli sponsor seri,
capaci di dare fiducia a chi lavora. Il rischio, sempre secondo il presidente
Lombardi, è che la criminalità organizzata cerchi di assorbire buona parte
delle imprese in difficoltà, offrendo loro i finanziamenti che le banche
rifiutano. In questo modo, sempre secondo Lombardi, le aziende in forte difficoltà possono
entrare nel giro dell’inferno usuraio. Un rischio serio a cui il governo
dovrebbe porre una certa attenzione. Da tutto ciò si evince che se anche queste
imprese che sopravvivono in Italia dovessero chiudere battenti, allora per la
nostra povera Italia, sarebbe la fine.
Concluso quest’incontro interessante e proficuo, i dirigenti
di Accademia Kronos si sono fermati ad un bar di zona per commentare quanto
detto nell’incontro. Un dirigente, sorseggiando un caffè, ha ricordato quanto
riportato tempo fa da un socio di Accademia Kronos di New York circa la
considerazione che hanno gli americani sull’attuale Italia.
Circa
un mese fa in una trasmissione TV californiana si è affrontata la situazione
dell’eurozona e la crisi dei Paesi europei. Quando si è passati ad analizzare
l’Italia un economista che partecipava alla trasmissione avrebbe detto:
“L’Italia? Esiste ancora? Si sono venduti le loro eccellenze, dalla grande
industria manifatturiera e quella agroalimentare, cos’altro gli resta per contare
ancora sullo scenario internazionale? Forse il turismo, ma anche questo non lo
sanno gestire, si sono fatti surclassare da Paesi che culturalmente e
storicamente hanno un decimo del valore complessivo di ciò che può vantare
l’Italia… non vedo un futuro per questo Paese….” Conclusione amara che ci
costringe a riflettere e capire se i nostri attuali politici sono all’altezza
di salvarci con fatti concreti e non con slogan e falsi trionfalismi basati su
un modestissimo + 0,2 in più di PIL rispetto allo scorso anno.
Filippo Mariani
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