giovedì 4 giugno 2015

L'Italia che non c'è più... La situazione non è quella che il governo racconta....



Mercoledì  3 giugno ore 15,30 – I dirigenti di Accademia Kronos si sono incontrati con la direzione  dell’Unione Nazionale di Imprese nella loro prestigiosa sede romana. Lo scopo dell’incontro: valutare le possibilità di collaborazione in temi ambientali ed energetici tra Accademia Kronos e le 128 mila imprese medie e piccole che fanno capo ad Unimpresa.
Dal colloquio cordiale e sereno, nato tra le due organizzazioni, è scaturito un quadro della situazione economica italiana molto allarmante, diversa anni luce dai toni trionfalistici che ogni giorno ci propinano le TV sulla ripresa italiana. Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, dopo aver spaziato sulla reale situazione finanziaria ed economica delle imprese italiane, ha concluso dicendo che buona parte delle aziende medie e piccole italiane si reggono ancora perché sono a conduzione familiare o mista. 
Soprattutto le piccole aziende famigliari lottano per la sopravvivenza rinunciando anche agli stipendi. La colpa è della domanda di mercato crollata, ma soprattutto dell’iniquità di tasse e burocrazie e delle banche che non concedono più prestiti. Secondo il presidente Lombardi l’attuale economia italiana, anche se traballante, si regge ancora grazie al sacrificio delle centinaia di migliaia di piccole e medie imprese italiane che, nonostante tutto, ancora non mollano.  
Molte di queste però, per  cercare di vivere oltre il tunnel, vanno all’estero per continuare la loro attività. Si rigenerano così in Paesi i cui governi non intenzionati a stritolare chi produce beni di consumo e primari, come il comparto agroalimentare, diventano gli sponsor seri, capaci di dare fiducia a chi lavora. Il rischio, sempre secondo il presidente Lombardi, è che la criminalità organizzata cerchi di assorbire buona parte delle imprese in difficoltà, offrendo loro i finanziamenti che le banche rifiutano. In questo modo, sempre secondo Lombardi,  le aziende in forte difficoltà possono entrare nel giro dell’inferno usuraio. Un rischio serio a cui il governo dovrebbe porre una certa attenzione. Da tutto ciò si evince che se anche queste imprese che sopravvivono in Italia dovessero chiudere battenti, allora per la nostra povera Italia, sarebbe la fine.
Concluso quest’incontro interessante e proficuo, i dirigenti di Accademia Kronos si sono fermati ad un bar di zona per commentare quanto detto nell’incontro. Un dirigente, sorseggiando un caffè, ha ricordato quanto riportato tempo fa da un socio di Accademia Kronos di New York circa la considerazione che hanno gli americani sull’attuale Italia.  

Circa un mese fa in una trasmissione TV californiana si è affrontata la situazione dell’eurozona e la crisi dei Paesi europei. Quando si è passati ad analizzare l’Italia un economista che partecipava alla trasmissione avrebbe detto: “L’Italia? Esiste ancora? Si sono venduti le loro eccellenze, dalla grande industria manifatturiera e quella agroalimentare, cos’altro gli resta per contare ancora sullo scenario internazionale? Forse il turismo, ma anche questo non lo sanno gestire, si sono fatti surclassare da Paesi che culturalmente e storicamente hanno un decimo del valore complessivo di ciò che può vantare l’Italia… non vedo un futuro per questo Paese….” Conclusione amara che ci costringe a riflettere e capire se i nostri attuali politici sono all’altezza di salvarci con fatti concreti e non con slogan e falsi trionfalismi basati su un modestissimo + 0,2 in più di PIL rispetto allo scorso anno. 

Filippo Mariani 

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