lunedì 17 agosto 2015

Trasmutazione degli elementi ed effetto Kervran in Agricoltura, Medicina e Alimentazione



In un articolo precedente*, si è toccato l’argomento delle trasmutazioni in agricoltura, raccogliendovi, le nozioni di massima utilità, trasmesse a noi dagli studi di Correntin Louis Kervran (1901-1983), biochimico francese, che nel finire degli anni sessanta, ci rivela una delle tante meraviglie che la Natura attua incessantemente, nel mondo minerale, negli esseri viventi, vegetali e animali, il cosiddetto ’effetto Kervran’, ossia la trasmutazione a temperatura ambiente, ossia a “debole energia” degli elementi chimici, in breve di come gli elementi si trasformino unendosi o dividendosi, l’uno nell’altro, (si veda l’articolo citato per alcune nozioni di chimica). Sempre passando in rassegna gli studi di Kervran cercherò questa volta di estrapolare le scoperte utili per la nostra salute.

L’argomento principale del nostro autore è il deficit di calcio (Ca) fissato nell’organismo, questo malgrado l’aumento dello stesso nell’alimentazione e persino in aree dove l’acqua potabile ne possiede un alto tenore; la causa è nella scarsa assimilazione del magnesio (Mg) dovuta alla raffinazione e sbiancamento delle materie prime alimentari, in barba a tutta la secolare tradizione contadina, con conseguente perdita di sali minerali nel cibo. Il sale da cucina, ad esempio, se lasciato integrale, contiene cloruro di magnesio, che essendo altamente igroscopico (attira umidità) complica la vita nell’uso delle saliere e delle confezioni in cartone; le farine poi, il cittadino le vuole che più bianche non si può, sicché vengono ridotte a puro amido con la perdita quasi totale degli oligoelementi, proteine ecc, presenti nell’involucro del seme.

Nella formazione di un osso o di un carapace (muta), la membrana che genera l’osso secerne il calcare solo dal suo lato, mentre sull’altro non si trova mai calcio, (l’acqua di mare, seppur povera di calcio non impedisce la muta al granchio), così per il corpo umano è nella membrana che avviene la trasmutazione, si sappia insomma che il magnesio è fondamentale per l’ossificazione, perché si trasmuta in calcio osseo (Mg + O = Ca) e soprattutto veicola nelle ossa l’altro calcio presente.

Che mangiar formaggio faccia bene alle ossa, resta vero ma in associazione al magnesio, così vale per l’effetto Sole + vitamina D. Si badi però che troppo calcio fa male all’organismo tanto che per espellere quello in eccesso, viene utilizzato proprio il calcio osseo, destrutturando così le ossa. Per far fronte all’insorgenza di osteoporosi o nei casi di traumi ossei (nelle fratture la formazione del callo osseo vede i tempi più che dimezzati) o più semplicemente come integratore alimentare, l’autore indica tre composti, per dosi giornaliere: l’amaro cloruro di magnesio, in acqua 1gr/10kg di peso corporeo; il carbonato di magnesio insolubile e insapore, in 1gr/25kg o la silice di equiseto ormai noto prodotto fitoterapico. Infine uno slogan per non dimenticare: ossa robuste, magnesio tutti i giorni. Non però il solfato di magnesio, quello infatti ha una decisa azione purgante.

L’importanza del magnesio, che si trasmuta in calcio e fosforo (P) nei tessuti animali, va rimarcata ancora per il ruolo che il calcio ha nel metabolismo delle cellule contrattili nervi e muscoli per contrastare l’ipocalcemia causa di spasmofilia, tetania, rachitismo. L’ipocalcemia dà luogo a disturbi neurologici, tremori, spasmi muscolari, le ipocalcemie di maggiore entità, si manifestano con crisi tetaniche: punture o formicolio su mani, dita e intorno alla bocca, crampi e accessi di contratture muscolari, talvolta complicate da convulsioni e spasmo della laringe. con la sola somministrazione di magnesio è possibile scongiurare il collasso della glottide nei neonati, a corto di calcio corporeo materno, causa di decessi nei primi mesi di vita.

Occupiamoci ora del potassio (K), che si forma dal sodio (Na) per trasmutazione, grazie al utilizzo del calore corporeo, impedendo di fatto al corpo di scaldarsi, attivando in parte la termoregolazione, (sudorazione, traspirazione). Nelle aree interne sahariane, il cloruro di sodio è un salvavita, oltre che moneta Taoudenni (Mauritania), l’assunzione di sale permette al fisico di utilizzare il calore in esubero, proveniente dall’ambiente utilizzandolo per la trasmutazione del sodio in potassio, da ciò si deduce che il sodio si rivela un antipiretico (per effetto del suo trasmutarsi in potassio), sarà bene quindi salare il brodo del febbricitante, come, malgrado appaia paradossale, “cum grano salis” potremo combattere il forte caldo estivo o difenderci dal calore trovandoci a lavorare sotto il sole. L’altra soluzione è quella classica, abbassare la temperatura corporea traspirando, sudando.

Andiamo ora, per ultimo, a scoprire la variazione del tenore di alcuni elementi chimici nella frutta messa a seccare, questo per erudire quelle industriose massaie che amano conservare i frutti del proprio giardino seccandoli, preservando per l’inverno quelle sostanze e sapori altrimenti in esubero d’estate. Si fa notare che l’aumento di taluni elementi avviene a scapito di altri e quindi non va ricercato nella diminuzione dell’acqua, anche qui infatti avvengono trasmutazioni, poeticamente potrebbe sembrare che la vitalità dei frutti continui ad esprimersi anche dopo colti, in una nota Kervran ci confida che: “anche la polpa vive; essa continua ad agire sul seme...”

Partiamo con le mandorle, in quella secca i composti azotati aumentano di 3 volte, i Sali di 2,5 le materie grasse di 25 volte, certo un ottimo “guadagno” nutritivo per l’inverno; ora la prugna che registra aumenti dei glucidi 7 volte e di lipidi e protidi, 3 volte, mentre il Fe come tutti i sali (Na, K, Mg, P) a scapito del calcio aumentano; nei piselli secchi, S, P, Mg e Ca aumentano circa di 3 volte. Altri frutti li vediamo attraverso una tabella, i dati permettono i raffronti tra fresco ed essiccato.

Frutto
S
P
Mg
Ca
Banana fresca
12
28
35
11
Banana secca
36
90
105
21
Fico fresco
10
30
21
32
Fico secco
34
116
72
170
Uva fresca
-
20
10
20
Uva secca
-
145
36
40

Termina qui quest’operazione di trasposizione, a fini divulgativi, di nozioni preziose tratte dagli scritti di Louis Kervran, stupisce ancor di più che queste comprovate deduzioni sperimentali, ormai di 40 anni fa, oltre a non essere divenute regole del viver quotidiano, non siano servite da stimolo per giungere ad una reale descrizione della biochimica nella natura, ma ciò non meravigli in quanto i testi di Kervran sono poco diffusi e spesso sconosciuti a medici chimici e biologi laureandi.

Moscatello Giuseppe


*  Precedente articolo menzionato: 

Riferimenti bibliografici:
Kervran C. Louis, Prove in Biologia delle Trasmutazioni a debole energia, Antonio Giannone Editore Palermo1986.
Kervran C. Louis, Alla Scoperta Delle Trasmutazioni Biologiche, Edagricole, Bologna 1969.


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