sabato 8 agosto 2015

Colline metallifere sotto controllo?



Alcuni organi di informazione ripropongono oggi la situazione delle Colline Metallifere in termini di inquinamento ambientale non conosciuto dalle istituzioni.
Si tratta, invece, di problematiche ben note, a lungo dibattute ed approdate nel 2009 nell’Accordo di Programma “Colline Metallifere” siglato dalla Regione Toscana e dagli enti locali con Syndial ed ENI divisione Gas e Power SpA.
L’Accordo - che riguarda 35 siti inquinati,  4 concessioni minerarie e 3 gallerie di scolo di acque di miniera - definisce tempi e modalità per il completamento delle bonifiche dei siti minerari e dei siti contaminati delle Colline Metallifere. A distanza di 5 anni dalla firma dell’Accordo tutti i procedimenti da esso disciplinati sono stati avviati. Presso alcuni siti la bonifica è conclusa e certificata. In altri i lavori sono conclusi con il monitoraggio post-operam in corso o in fase di avvio.  

Rispetto alle principali situazioni critiche citate si evidenzia:
  • Miniera di Campiano (nella quale sono presenti le ceneri di pirite): Le acque in uscita dalla galleria di Campiano e l’area al contorno, rappresenta un vero e proprio sistema oggetto di un articolato progetto di bonifica. Quest’ultimo è attualmente in fase di approvazione con un ritardo di alcuni anni causato da pareri discordanti circa la difficile compatibilità tra le opere di rimozione delle sorgenti contaminanti e le necessità di salvaguardia siti di interesse culturale (le cosiddette roste). La questione è stata recentemente risolta dal Consiglio dei Ministri e quindi il procedimento di bonifica potrà proseguire. In ogni caso i controlli eseguiti nel tempo da ARPAT sulle acque in uscita dalle gallerie minerarie sono pubblicati sul sito dell'Agenzia insieme ai report periodici sullo stato ambientale del fiume Merse.
  • Acque Carsia e Bruna: le acque di eduzione delle miniere che recapitano nel torrente Carsia e quindi nel fiume Bruna sono state oggetto di un complesso studio di caratterizzazione ambientale, comprensiva oltrechè di indagini chimiche, di ricostruzione delle componenti naturali e della valutazione dei rischi ecologici, nonché di possibili scenari e/o proposte di bonifica, in attuazione dell'Accordo di Programma Syndial. L'intero studio è in discussione in conferenza dei servizi alla provincia di Grosseto. Comunque, riguardo alle acque del Bruna la colorazione rossa è certamente dovuta a ferro ma le analisi non evidenziano ad oggi criticità particolari (vedi i risultati della specifica indagine ARPAT).
  • Fenice Capanne: è uno dei 4 siti costituiti da bacini di decantazione dei reflui provenienti dalle attività minerarie. Gli altri 3 sono: Gabellino (bonifica completata con monitoraggio post operam in corso); Niccioleta (lavori di bonifica in corso d’opera); Gavorrano (progetto definitivo approvato in fase di affidamento dei lavori da parte del proponente). Il progetto di Fenice Capanne è l’unico in ritardo. Trattasi dell’intervento più complesso dell’intero Accordo, per il quale la Conferenza dei Servizi ha richiesto integrazioni molto consistenti, soprattutto dal punto di vista idraulico e sismico. Vi sono state inoltre da risolvere problematiche legate alla salvaguardia di alcuni beni culturali. 
  • presunte morie di pesci presso la foce del fiume Bruna causate dalla presenza di sedimento tossico proveniente dalle gallerie minerarie: ad ARPAT non risulta niente del genere.

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