Non posso esimermi dal fare alcune riflessioni dopo i cruenti fatti che sempre più costellano la cronaca quotidiana. La società umana sembra destinata alla disgregazione ed alla autodistruzione. Le forze del "bene", ovvero della consapevolezza dell'unitarietà della vita, sembrano non avere sufficiente forza per poter cambiare il corso rovinoso delle cose che precipitano attorno a noi, ed in noi… Non dobbiamo arrenderci, la speranza di riuscita sta nella nostra perseveranza e coraggio nell'affrontare le contingenze. D'altronde l'umanità ha vissuto anche in passato momenti drammatici eppure la vita e l'evoluzione sono andate avanti...
Un amico mi scrive: “...per come le cose vanno nel mondo, lo sappiamo - almeno, c'è chi lo sa -che stiamo vivendo alla fine del Kali Yuga, altrimenti detta Età del Ferro, cioè l'epoca del massimo abbrutimento umano. Possiamo fermarlo? Non credo, perché è decretato che l'uomo discenda la china fino al fondo... poi ...si vedrà. Ma quel che possiamo certamente fare è vivere "come si deve" cioè in accordo all'armonia di quella che gli antichi cinesi chiamavano il Tao...”
Commento postumo di Tiziano Terzani: “Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove siamo. Altrimenti saremo solo come la rana del proverbio cinese che, dal fondo di un pozzo, guarda in su e crede che quel che vede sia tutto il cielo”
Ciao, Paolo D'Arpini
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