venerdì 7 ottobre 2011

Spiritualità Laica in un documento storico - Intervista con Paolo D’Arpini su Radio Alma Brussellando (del 14 ottobre 2008)

 
 Oggi ricorre un anniversario... "io allo specchio"
 
 
Quello che segue è uno stralcio  da una mia intervista radiofonica con Radio Alma Brussellando. L'intervista venne rilasciata il 7 ottobre 2008, in forma scritta, e fu trasmessa in orale il 14 ottobre. In parte si trattò di una "finzione" poiché non avevo voglia di parlare in diretta e chiesi così agli amici della Radio di farmi impersonare da un attore. Perciò l'amico di MariD, la mia anfitriona, Massimo, un poeta e fine dicitore, si prestò a fare la mia parte...
 
Cosa davvero strana se considerate che io stesso ho fatto l'attore in diverse commedie e in varie occasioni... Così Massimo da Bruxelles  mi sostituì nel rispondere alle domande di MariD... con sommo mio divertimento.... Beh, in effetti, a me piace la presa in giro e lo scherzo e non mi va tanto di impersonare il ruolo di "guretto" (come li chiama l'amica Tullia Parvathi Turazzi...)  
 
Ma bando alle ciance, ecco il testo:
 
 
Domanda 1. Raccontaci di te

Giusto oggi scrivevo ad un’amica spiegandole “..lavoro per un mezzo sderenato che si chiama Paolo D’Arpini, lo conosci?”. In verità identificarsi con uno specifico nome forma non corrisponde assolutamente al vero ed inoltre se ci si identifica con la “persona” non si può fare a meno di assumerne i pregi ed i difetti, di accogliere le sue sfumature e macchie, ma siamo noi Arlecchino e Pulcinella? Per questo dicevo che “io” (in quanto coscienza) lavoro per quel personaggio “Paolo D’Arpini” il quale solo attraverso la mia osservazione consapevole  può manifestarsi e compiere le nefandezze a cui è avvezzo. Allo stesso tempo gli voglio bene come voglio bene a chiunque mi si presenti davanti, che entra nella mia sfera cosciente.

2.Questa è realizzazione?  

L’esperienza dello stato ultimo, della coscienza libera da identificazione, è esposta in varie scuole spirituali come: Satori, Spirito Santo, Samadhi, Shaktipat, etc. Di solito si intende che questa “esperienza” del Sé sia conseguente ad una particolare condizione di apertura in cui la “grazia” può manifestarsi ed impartire la conoscenza di quel che sempre siamo stati e sempre saremo. Purtroppo dovuto all’accumulo di tendenze mentali  “vasana” non sempre l’esperienza vissuta si stabilizza in permanente realizzazione. Il risveglio quindi non corrisponde alla realizzazione (oppure solo in rari casi di piena maturità spirituale).  E qui ci troviamo di fronte ad un paradosso, da un lato c’è la consapevolezza inequivocabile dello stato ultimo che non può mai più essere cancellata, dall’altro un oscuramento parziale di tale verità in seguito all’attività residua delle vasana che continuano ad operare nella mente del cercatore…

3.”Può la conoscenza essere persa una volta che è stata ottenuta?”

“La conoscenza una volta rivelata prende tempo per  stabilizzarsi. Il Sé è certamente  all’interno dell’esperienza diretta  di ognuno, ma non come uno può immaginare, è semplicemente quello che è. Questa “esperienza” è chiamata samadhi. Ma dovuto alla fluttuazione delle vasana, la conoscenza richiede pratica per stabilirsi perpetuamente. La conoscenza impermanente non può impedire la rinascita. Quindi il lavoro del cercatore consiste nell’annichilazione delle vasana.  E’ vero che in prossimità di un santo realizzato le vasana cessano di essere attive, la mente diventa quieta e sopravviene il samadhi. In questo modo il cercatore ottiene una corretta esperienza alla presenza del maestro.  Per  mantenere stabilmente questa esperienza un ulteriore sforzo è necessario. Infine egli conoscerà la sua vera natura anche nel mezzo della vita di tutti i giorni. C’è uno stato che sta oltre il nostro sforzo o la mancanza di sforzo ma finché esso non viene realizzato lo sforzo è necessario.  Ma una volta assaggiata la “gioia del Sé”  il cercatore non potrà fare a meno di rivolgersi a questa ripetutamente cercando di riconquistarla. Una volta sperimentata la gioia della pace nessuno vorrà indirizzarsi verso qualche altra ricerca”

I belong to everyone
No one can own me
The whole world is my home
All are my family
(Neem Karoli Baba)
 
 
7. Paolo e le sue donne

Ho sempre amato le donne da quando son nato, cominciando ovviamente da mia madre, poi le ho amate come sorelle (ne ho due) poi le ho amate come amiche (a scuola e nella vita in generale) e finalmente le amate come amanti e da esse ho avuto anche due figlie, che senza dubbio amo. Insomma il mio amore per le donne è totale, infatti amo anche la Shakti, l’energia divina  o Madre Divina che tutti ci compenetra  (maschi e femmine), tant’è che una volta a Viterbo un amico ateo un po’ misogino,  mi definì “adoratore di Kali”, quando io gli parlavo di spiritualità laica, pensando così di offendermi in modo “bestiale”… io gli risposi con una bestemmia ma l’accusa di essere un seguace di Kali non la rinnegai, anzi mi fece piacere, anche perché è la verità!  

8. Libertà di amare e di essere amati

La coppia monogamica che noi conosciamo non è un riscontro dell’amore o perlomeno non lo è nel modo in cui essa viene oggi vissuta. E qui dobbiamo iniziare un  percorso per capire cos’è il libero amore ed in quali modi esso si manifesta.  Cominciamo ad esaminare la  propensione evolutiva che  dall’inizio della specie spinse le donne in età feconda spontaneamente e liberamente ad  unirsi con quei maschi che ritenevano più idonei alla sopravvivenza, tali maschi erano molto probabilmente i più intelligenti, cioè quelli che  mostravano di possedere un patrimonio di conoscenze ed una maggiore adattabilità all’ambiente ed alle condizioni sociali, in grado  di far progredire la specie. Mai un maschio sceglieva una donna se  non contemporaneamente all’accettazione di lei. La selezione, sino a circa cinquemila anni fa (siamo in pieno periodo matrista) veniva sempre sancita dalle femmine ed è per questo che l’umanità ha mantenuto una costante spinta evolutiva, lenta ma consona alla propagazione sul pianeta. Questa qualità “elettiva” è stata una risposta evolutiva nonché afflato emozionale endemico.
Forse con l’avvento dell’allevamento e dell’agricoltura (e del surplus produttivo conseguente)  pian piano questo approccio fra i sessi  fu corrotto dal modello utilitaristico e possessivo patriarcale in cui  alcuni maschi furono in grado di “acquistare” una femmina (matrimonio) per  fini riproduttivi. Questa tendenza divenne sempre più forte con l’affermazione delle religioni monoteiste che sancirono la sudditanza femminile in forma definitiva e la consuetudine del matrimonio divenne una regola sociale obbligatoria. Da quel  momento scomparve -o quasi- l’amore ed  apparve la prostituzione e la “infedeltà”. Ma cosa vuol dire prostituzione? Non è forse una forma di “matrimonio”  limitato ad un  breve lasso di tempo per la mera soddisfazione sessuale?

E cos’è l’infedeltà se non la spontanea aggiustatura, lo sfogo,  per un rapporto  coniugale obbligato? Insomma  la conseguenza dello sposalizio sancito per legge. E ove si manifestano prostituzione ed infedeltà vuol dire che l’amore  non è più sincero e schietto ma solo una comoda formula sociale ed economica,  insomma un commercio… un gioco di potere.
Il libero amore è la riscoperta della piena libertà espressiva è quindi la sola riposta alla condizione corrente in cui l’anormalità è diventata norma. Ma il libero amore presuppone il rapporto fra persone libere, un rapporto non preconfezionato, né legato ad interessi altri se non l’amore stesso quindi non può esser mercenario in alcuna forma, né -ovviamente-   il risultato di prevaricazione o plagio fisico o psichico. Libero amore  è l’incontro fra  esseri umani consenzienti che durante un percorso di vita scelgono spontaneamente di sostenersi reciprocamente e condividere esistenza intelligenza e sessualità. 


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*Ringrazio Danielita per avermi presentato   Mari D. che ovviamente ringrazio per  aver creduto in questa intervista non intervista.  Ringrazio Massimiliano per essersi prestato al gioco di interpretarmi.
 
Ciao a  tutti, Paolo D’Arpini
 

P.S. Leggete la prima parte della storia  su:http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/15/

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Per chi volesse ascoltare il parlato integrale della non intervista  è possibile collegandosi  sul podcast:
 
http://radioalma.blogspot.com/2008/10/brussellando-del-14-ottobre-2008.html


Macchie in esposizione

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