venerdì 5 luglio 2013

F35, armi inutili, costose, dannose.... e contro natura


Ma chi dovrà dire l'ultima parola sugli F35? Il parlamento? Il governo? Il consiglio superiore della difesa? I militari? Nessuno di costoro. A decidere sarà la coscienza del popolo italiano.

A scuola ci avevano insegnato che il popolo è sovrano, che la democrazia la si esercita eleggendo i rappresentanti del corpo elettorale nelle due Camere, che sono il luogo dove si esercita la volontà dei cittadini, mentre il governo è organo esecutivo della nostra Repubblica parlamentare.


Lo diceva la Costituzione.


Ma ora ci hanno spiegato che non è proprio così: il consiglio superiore della difesa, presieduto dal Capo dello Stato, dice che in materia di armamenti il parlamento è esautorato: decide il governo influenzato direttamente  dai militari.

Funziona così la democrazia armata. L'aveva già capito bene Aldo Capitini, nell'immediato dopoguerra: “Si sa che cosa significa la guerra e la sua preparazione: la sottrazione di enormi mezzi allo sviluppo civile, la strage  di innocenti, l'involuzione dell'educazione democratica, la riduzione della libertà e il soffocamento di ogni proposta di miglioramento della società e delle abitudini civili, la sostituzione totale dell'efficienza distruttiva al controllo dal basso” (Aldo Capitini, “Il rifiuto della guerra” in Il potere di tutti).
Per questo il rifiuto della guerra, e di tutti gli strumenti che la preparano, è la condizione preliminare per parlare di un orientamento diverso, di una nuova società, di un futuro migliore.

Il parlamento deve fare sentire la propria voce. Chi ha giurato fedeltà alla Costituzione che ripudia le guerra non può accettare che gli venga impedito di esercitare il proprio potere per rifiutare l'acquisto di armi. Ma lo scontro sulla campetenza ultima in tema di strumenti militari, non può essere limitato ad un braccio di ferro tra il governo e il parlamento.

C'è un'entità ancora superiore che ha la facolta dell'ultima parola: la coscienza di ciascuno di noi.
Il denaro per acquistare gli F35 non è del governo e nemmeno del Presidente della Repubblica, è denaro che esce dalle tasche dei contribuenti, i quali possono decidere di non utilizzarlo per questo scellerato spreco, ed imporre, con gli strumenti della nonviolenza, la propria volontà.

Come amici e amiche della nonviolenza, la nostra coscienza, individuale e collettiva, dice no agli F35, strumenti di guerra e di morte, e questo è per noi sufficiente e decisivo per opporci al programma di acquisto dei cacciabombardieri a capacità nucleare, e a tutte le armi che preparano le prossime guerre. La nostra è un'obiezione di coscienza assoluta.


Movimento Nonviolento

azionenonviolenta@sis.it

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