martedì 27 settembre 2016

Prossimo incontro collettivo bioregionale del 2017 e recensione del libro "Solo la crisi ci può salvare"


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Marinella Gianaroli all'incontro collettivo ecologista di Ronciglione 2016

Caro Paolo, un caro amico, Andrea Strozzi, che ti avevo presentato lo scorso anno o due anni fa ha scritto con Paolo Ernani un nuovo libro dal titolo provocatorio "Solo la crisi ci può salvare". Andrea cura anche un blog llht e ritengo che ci siano diverse cose in comune con il tema del Bioregionalismo e tanti altri a noi cari: interessante è il punto di osservazione attuale di una persona che per anni ha vissuto in quella parte di sistema tanto vituperata qual'è la finanza. Posto che tu ne condivida la sua  filosofia, mi chiedevo se tu hai l'occasione, il contesto per organizzare o segnalare la presentazione del libro, magari al prossimo incontro della Rete Bioregionale...
Marinella Gianaroli


Mia rispostina: Cara Marinella, sicuramente il tema trattato è di nostro interesse e rientra nel discorso bioregionale. Infatti ripetutamente ed in varie occasioni abbiamo trattato l'argomento dell'economia alternativa. Come sai il prossimo incontro collettivo ecologista si terrà il 24 e 25 giugno 2017, non avendo però ancora deciso dove. Forse in Toscana, forse in Veneto o forse in Emilia. Comunque in quella occasione sicuramente possiamo prevedere un intervento dell'amico Andrea Strozzi. Prima di allora un'altra data possibile è intorno al 25 aprile 2017 in occasione della Festa dei Precursori che si tiene al Circolo vegetariano di Treia. Sempre a Treia ci sarebbe per l'8 dicembre di quest'anno la Fiera delle Eccellenze Bioregionali, in cui prevediamo di ritagliare uno spazio specificatamente letterario e culturale.  Senti anche Andrea cosa ne pensa, magari potreste venire giù assieme a Caterina....
Paolo D'Arpini


Recensione: 

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Solo la crisi ci può salvare. Basta con la follia della crescita - di Paolo Erani e  Andrea Strozzi - Edizioni Il Punto d’Incontro

Siamo noi i principali artefici del nostro destino, oppure le scelte che ci riguardano dovranno sempre essere delegate ad altri?

Un’analisi qualificata ed appassionata di come l’attuale declino economico, sociale e religioso rappresenti di fatto l’imperdibile occasione per riscoprire noi stessi, il rapporto con gli altri e l’armonia con il nostro habitat.

Il soggetto è l’agente primario della radicale metamorfosi degli stili di vita che coinvolgerà comunità sempre più ampie: il vero cambiamento è sempre e soltanto quello che sorge dalle nostre coscienze e che, mediante la passione e la conoscenza, si propaga fino a rendere possibile la trasformazione dell’intera realtà.

Il nuovo modello sociale destinato ad affermarsi nei prossimi anni nascerà dall’alleanza fra il settore agricolo, la società civile, la microimprenditorialità locale e la finanza etica, per giungere alla diffusione di una realtà socioeconomica fondata su beni non monetari.

Principali capitoli:
Il dogma del PIL | 
Il culto dell’immagine e l’americanizzazione del mondo | 
I soldi sono davvero il problema? | 
La crisi è una benedizione | 
Dallademocrazia diretta alla responsabilità diretta | 
L’economia dei beni nonmonetari | 
Disoccupazione: il lavoro di ieri, di oggi e di domani |
Dall’egocentrismo al sociocentrismo | 
Un’imprenditoria che non si lamenta.




Altro libro in sintonia: 

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Vivere Basso, pensare alto -  di Andrea Strozzi - Terra Nuova Edizioni

L’esperienza del cambiamento con gli occhi finalmente aperti di chi era fortemente inserito nel “sistema”. Considerazioni e testimonianze dirette, intuizioni bioeconomiche e diagnosi sociologiche su un futuro più o meno  prossimo, puntellate dal conforto di alcune recenti previsioni puntualmente azzeccate.

La rinuncia volontaria a un posto di lavoro prestigioso e ben remunerato. Il ripudio dell’ipnosi consumistica fondata sul ricatto merceologico di un’insoddisfazione sistemica. L’incrollabile fiducia nella forza motrice dei propri valori, alimentata dal richiamo della Natura. Una follia spregiudicatamente visionaria. L’urgente riaffermazione della cultura ellenica del limite. La consapevolezza che il cambiamento necessario non sarà quello propagandato dal pressapochismo mainstream, ma una metamorfosi valoriale che parta dalle radici della nostra sensibilità, sia sociale che ambientale.

E, per una volta, alla critica spietata del modello in declino si affianca la proposta –chiara e fruibile– di un impianto concettuale alternativo, realmente sostenibile e destinato a soppiantare quello esistente.
 
Per testimoniare che possiamo finalmente tornare a scrivere in prima persona le leggi che governano la nostra vita e il nostro benessere, occorre un’azione comunitaria, vernacolare e “bassa”, ispirata però da un  pensiero corale, responsabilizzante e “alto”.
Il
XXI secolo ha in serbo per ciascuno di noi qualcosa di grande: non facciamoci cogliere di sorpresa.

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