Ho notato che talvolta quando si dice qualcosa di vero ed innovativo, su internet, anche confidandolo semplicemente a qualche amico, quella stessa cosa viene ripresa e diventa un argomento di discussione importante….
L’uomo in questo ultimo secolo è divenuto il peso più grande per il pianeta Terra, siamo troppi ed inquiniamo tremendamente e rubiamo spazio al selvatico. Tutto ciò è innegabilmente vero, non posso però proporre soluzioni finali e sperare nell’armageddon, come molti illusi fanno, per risolvere il problema del mantenimento di una civiltà umana degna di questo nome. Nell’ecologia profonda si indica sempre la condizione presente come base di partenza per il successivo cambiamento o riparazione…. considero però che questa società non potrà durare a lungo ed è bene che vi siano delle “nicchie” di sopravvivenza, dalle quali ripartire con nuovi paradigmi di civiltà in cui mantenere un equilibrio fra uomo-natura-animali (dice una poesia: o si salvano o si perdono insieme).
A questi livelli di sopravvivenza “bruta” mi riferisco quando parlo dell’esperimento bioregionale, dove tutto il male e tutto il possibile bene sono presenti in egual misura.
Qualsiasi sia il luogo in cui viviamo, in mezzo alla natura ed al selvatico o dentro una città della società consumista. Con la presenza di tutti gli elementi della finzione e della verità, come in ogni esperimento alchemico che si rispetti. Anche se non è il nostro compito quello “di salvare il mondo” sento che è giusto lavorare a questo scopo. Siamo sul filo del rasoio e solo la vita potrà indicarci la direzione, al momento opportuno. L’idealismo non serve a nulla! Non siamo membri di una nuova religione, siamo semplici esseri umani che hanno capito di far parte del tutto… Siamo gli ultimi dei moicani ed i primi precursori, senza regole o comandamenti da rispettare, le nostre decisioni sono semplici aggiustamenti di una navigazione a vista, nel tentativo di individuare vie di uscita dall’enpasse in cui ci troviamo. Infatti a che servono i “principi” nella vita quotidiana, nella sopravvivenza quotidiana del giorno per giorno, salvando il salvabile senza rinunciare alla propria natura?.
Mentre l’umanità è subissata da annotazioni, direttive, informative di ogni genere a riempimento del vuoto virtuale in cui siamo immersi (come fossimo circondati da tanti animali da compagnia) il silenzio di alcuni compagni di viaggio mi consola, mi fa supporre che forse anch’essi stanno meditando sul da farsi e riflettendo senza pronunciarsi. Ed anch’io spesso son costretto ad una cernita “censurante”, anche se non amo usare questa parola…. talmente tante sono le informazioni fasulle che ricevo nel continuo bisbiglio telematico. In effetti il problema di internet è proprio l’eccesso informativo che diventa futilità, per questo mi piace l’idea della lettera non lettera, dell’esserci e non esserci, di trasmettere pensieri e sentimenti in cui non vi sono “assunzioni”.
Paolo D'Arpini
Manca il consiglio fondamentale, quello che può cambiare veramente il mondo. Cambiare una sola delle nostre abitudini potrebbe evitare la desertificazione dell'Amazzonia, l'esodo dall'Africa, la scomparsa delle specie ittiche, l'inquinamento delle acque a livello globale, l'aumento del metano e CO2. Ma soprattutto può cambiare il nostro livello di coscienza: da predatore competitivo a essere umano evoluto. Evita il consumo di carne e derivati. Semplice ma troppi interessi ci sono in gioco. Eppure tutti lo sanno, non indico neppure una delle decine di fonti autorevoli che confermano questo dato di fatto. Riflettere perchè continuare a mangiare animali con tutte le consuenza di questa scelta è veramente una delle pratiche che meritano di essere fatte.
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