Finalmente è stato introdotto il delitto di tortura nell’ordinamento italiano: “Art. 613-bis (Tortura)- Chiunque, con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni … se i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale… da cinque a dodici anni… Se dai fatti deriva la morte quale conseguenza non voluta, la pena è della reclusione di anni trenta.
Se il colpevole cagiona volontariamente la morte, la pena è dell’ergastolo”.
E’ fuor di dubbio che l’espianto è atto programmato e volontario per procacciare organi per trapianti. E’ fuor di dubbio che di tortura si tratta quando la persona con lesione cerebrale per incidente o malattia viene sequestrata nella Rianimazione, posta sotto ventilazione non col fine unico di curarla, ma per esami non autorizzati e dannosi, finalizzati agli accertamenti dei caratteri immuno-genetici per la compatibilità al trapianto e valutazione della qualità degli organi. Di tortura si tratta nell’esecuzione di test dannosi per la dichiarazione autoritaria di “morte cerebrale” dichiarata a cuore battente (angiografia cerebrale, test dell’apnea che può produrre lo stato di “non ritorno” ecc.).
Ai genitori non è permesso di capire cosa sta succedendo, di stare vicino al proprio figlio, di trasmettergli amore ed energia. Poi i genitori frastornati vengono posti di fronte al bivio crudele di donare gli organi o staccare la spina, comunque in entrambi i casi un’esecuzione di morte nella tortura. Infatti di omicidio volontario si tratta quando sotto farmaci paralizzanti i chirurghi affondano il bisturi dall’ugola al pube per asportare organi pulsanti o quando viene sospesa la ventilazione senza svezzamento ai non donatori.
Al nostro Paolo 19enne, non curato, hanno espiantato prima le cornee poi, nel buio della cecità, il cuore, il fegato, i reni, in 7 lunghe ore di tortura sotto farmaci paralizzanti per contrastare le contrazioni del suo corpo. Se questa non è tortura crudele e degradante con omicidio volontario sotto l’egida delle autorità sanitarie dello Stato, che cos’è?
Devono cadere le impunità dei poteri sanitari che tutto possono nel chiuso degli ospedali e Università. A noi hanno estorto una firma con l’inganno, mentendo e tacendo la verità: che l’espianto avviene a cuore battente su un vivo che ha perso la coscienza. Avrò pace solo se questa legge contro il delitto di tortura avrà coerente applicazione e si darà uno stop alla politica di reclutamento tramite l’inganno.
Silvana Mondo madre di Paolo
Consigliera nazionale
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
www.antipredazione.org
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