"Nella non-dualità c'è la beatitudine; nella dualità, l'esperienza..."
L'uomo è l'unico animale per il quale la sua stessa esistenza è un problema che deve risolvere. Se l'individuo realizza il suo io mediante l'attività spontanea, e in questo modo si mette in rapporto con il mondo, cessa di essere un atomo isolato; sia lui che gli altri diventano parti di un tutto organico; egli occupa il suo giusto posto, e così i dubbi su se stesso e sul significato della vita; quando egli riesce a vivere non in modo coatto, né da un automa, ma spontaneamente, essi scompaiono. Ha coscienza di sé come un individuo attivo e creativo e riconosce che c'è un solo significato della vita: l'atto stesso di vivere...
Alle razionalizzazioni manca in definitiva questo tratto dello scoprire e del rivelare; esse si limitano a confermare il pregiudizio emotivo esistente nell'individuo. La razionalizzazione non è uno strumento per penetrare la realtà, ma un tentativo a posteriori di armonizzare i propri desideri con la realtà esistente. Tutti noi siamo Uno, eppure ognuno di noi è un'entità unica, separata. Nei nostri rapporti col prossimo si ripete lo stesso paradosso. In quanto Uno, possiamo amare tutti nello stesso modo, nel senso di amore fraterno. Ma in quanto esseri distinti, l'amore erotico esige prerogative strettamente individuali, che esistono tra determinate persone, e non certo tra tutte.
L'uomo ha problemi legati all'identificazione non con l'esistenza (che di suo non esiste). L'attività come l'esperienza è nel mondo duale. Le cose non si muovono affatto, sembra all'io. È l'apparente rapporto legato ai ricordi che crea il tempo e i suoi giochi.
Giusto o sbagliato? Non esiste come bene e male. Come si possono avere dubbi? Scartando tutto il passeggero resta solo l'imperituro. Tolta l'illusione di essere un corpo/mente inizia un mondo diverso.
Non si è mai divisi, se ne può avere l'illusione. Non esistono altri ma parti di te . Cosa c'è che non ti piace nelle cose automatiche? La terra gira, il corpo si prende cura di se stesso, piove, la vita "sembra "rispettare automaticamente i cicli e tra le varie manifestazioni la prima è l'essere coatta totalmente: vuole vivere a costo della vita altrui in quanto nella sua totalità sa di essere vita e non di "averne "e che tutto è vita.
Alcune parti di me si sentono divise da me si danno un nome ed una forma in mutamento, ma ciò è provvisorio. Prerogative o preconcetti? Chi è "questo sono io"?. Solo fasci di abitudini e ricordi. Un fraintendimento.
Amore? Mmm. L'amore, l'ananda o la felicità sono stati dell'io sono, poi trascenderai anche ciò e lo farai trovando la radice dell'io sono.
Possiamo amare come scelta ed in ogni forma che l'io sono può immaginare essendo l'immaginazione creativa la sua natura, ma è passeggero come il corpo fatto di cibo.
Tu sei prima di ogni manifestazione.
Non sei colui che gira nella folla al suono del nome che ricorda.
La razionalità usata per allineare il desiderio alla realtà si chiama vivere nel presente ed è una manifestazione come il resto e non una volontà di un individuo che di suo è un fenomeno come la neve.
Certo Esopo ha ben descritto come i desideri del inconscio deformano la realtà nella sua favola della volpe ma un attenzione spietata è ciò che serve per il discernimento che porta all'unione.
Questo corpo ha poche migliaia di giorni e mi sento un bambino come il primo istante. Si percepisce lo yoga totale ogni istante al di la del corpo che incarni e del piccolo "io sono" che si sente diviso, solo, con delle esperienze personali.
L'uomo non è questo o quello, come ogni altra cosa è indescrivibile e privo di nome e forma.
Non credo che esistono prerogative ma la spontaneità dalla vita come la spontaneità delle onde o delle nuvole.
Oltre i tre stati dell'essere ve ne è uno nel quale ogni cosa è trascesa e le esperienze cessano lasciando posto a ciò che sei.
SAT CIT ANANDA
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